MILAN SPAL – La squadra rossonera scende in campo con alcuni cambi rispetto alla partita di Roma, Pioli mette a sedere in panchina Conti, Biglia, Leao e Suso per dare spazio a Duarte, Bennacer, Piatek e Castillejo. Interpreti diversi, ma non cambia molto. Il Milan risulta spento, con un gioco praticamente nullo. Uno dei pochi a ravvivare il primo tempo è l’esterno spagnolo che cerca di dare fastidio alla Spal con inserimenti alle spalle della difesa. Da uno di questi inserimenti nasce l’azione più pericolosa del primo tempo, con Castillejo che colpisce la traversa da pochi passi. Nel secondo tempo mister Pioli cerca di cambiare qualcosa inserendo Calabria per dare più spinta sulla fascia destra, e riporta la difesa a 4. La manovra del Milan risulta sempre sterile e le azioni pericolose si possono contare sulle dita di una mano. Suso entra in campo al 57′ e 6 minuti dopo realizza il goal su punizione che decide il match.

Poco, troppo poco, questo Milan per dare fiducia e morale ai tifosi rossoneri. Le sfide con Lazio, Juventus e Napoli diranno cosa ne sarà di questo Milan, sicuramente serve molto di più rispetto alle ultime uscite per riuscire a portare a casa qualche punto e muovere la classifica.
IL MODULO – La cosa chiara a tutti è che la squadra rossonera dopo 10 giornate non ha ancora trovato la sua identità tecnico-tattica. Mister Pioli sta cercando di trovare in tutti i modi un modulo che possa dare solidità alla squadra e allo stesso tempo soluzioni offensive interessanti, ma la strada è lunga e tortuosa. Ieri nel primo tempo la squadra si è disposta con una difesa a tre, T. Hernandez e Castillejo larghi sulle fasce, tre centrocampisti e Calhanoglu vicino a Piatek, modulo che si avvicinava molto ad un 3511. Nella ripresa, e con l’ingresso di Suso, si è tornati al solito 433 e la squadra, anche se a piccole dosi, è sembrata più equilibrata e incisiva.
Dopo quasi un terzo del campionato, la squadra rossonera risulta ancora senza idee e con poche sicurezze. Pochi i punti fermi della squadra su cui impostare il modulo e la manovra, servirà tanto lavoro nelle prossime settimane per trovare una soluzione.
LA FASE OFFENSIVA – Con soli 10 goal fatti in 10 giornate il Milan ha uno dei peggiori attacchi del campionato. Se consideriamo che 4 di questi goal sono arrivati su calcio di rigore o punizione, il dato è ancora più preoccupante. Uno dei problemi principali risulta essere Piatek, un grande finalizzatore dentro l’area, ma fuori risulta avere limiti tecnici che non gli consentono di giocare per la squadra e spesso risulta troppo facile da marcare e da intercettare per i difensori avversari.
La squadra rossonera fatica a creare occasioni da goal, spesso le partite vengono decise da giocate individuali, e su questo piano il polacco ne risente, poche palle giocabili in queste partite dentro l’area, poche occasioni per lui per andare a rete. Sorge un dilemma a questo punto, continuare ad insistere con Piatek unica punta o provare a dare delle varianti al modulo inserendo Leao come spalla del polacco?
LA PARTITA DI SUSO – Fischiato da tutto lo stadio al momento delle formazioni, entra in campo e sembra che la panchina gli abbia fatto bene. Subito nel vivo del gioco, a differenza di altre volte non sparisce dal campo, si fa vedere, dialoga con i compagni, cerca meno l’azione personale e più la giocata per la squadra. Entra con la cattiveria giusta che gli è mancata nelle ultime partite e recupera anche un paio di palloni nel finale. Fa pace con i tifosi con la punizione che decide la partita, anche se qualcuno al suo goal si è rifiutato di esultare.
La scelta di Pioli di farlo accomodare in panchina probabilmente è stata la scelta giusta, nessuno in questa squadra è intoccabile, soprattutto dopo la serie di pessime prestazioni dell’ultimo periodo, una scossa che è servita a Suso e che deve essere da lezione per l’intera squadra.
Cristian Claretti
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