Milan-Sampdoria 5-1: blucerchiati annientati, inizia l’era degli Invincibili

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Milan-Sampdoria 5-1: è il 1991/92, primo Milan di Capello (o secondo, se consideriamo la parte finale del campionato 1986/87). 

Milan-Sampdoria 5-1

Nella stagione precedente il Milan ha messo in bacheca una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale.
Un risultato poco soddisfacente per l’ambizioso Berlusconi, deluso dal secondo posto in campionato dietro alla Sampdoria di Boskov e dal cammino in Coppa dei Campioni, conclusosi con la notte di Marsiglia (ma i rossoneri avevano faticato anche nel turno precedente con il Bruges).

Sacchi, come scrive nel libro autobiografico Calcio totale, è scarico e, da febbraio, è in parola con la Federazione per il ruolo di CT della Nazionale. Per la panchina il Cavaliere sceglie Fabio Capello, nonostante i tifosi, all’ultima giornata di campionato, invochino il profeta di Fusignano. Non sanno che quello 0-0 casalingo con il Parma sarà la prima partita di una serie incredibile.

La rosa rimane sostanzialmente la stessa, rafforzata dal ritorno alla base di Albertini e Fuser (mentre il neo acquisto Boban va in prestito al Bari), ma la squadra ritrova brillantezza e domina un campionato che conclude in testa da imbattuta, con il miglior attacco (16 reti in più del Foggia di Zeman, un bottino raddoppiato proprio grazie al devastante 2-8 all’ultima giornata allo Zaccheria) e la seconda miglior difesa (1 goal subito in più rispetto al Torino). Van Basten, che con Sacchi non si era lasciato benissimo, stravince la classifica marcatori. Dopo l’epopea degli Immortali, inizia l’era degli Invincibili.

Le due sfide di campionato con la Sampdoria possono allora apparire poco significative, considerando il divario tra le due squadre al termine della stagione (18 punti nel calcio dei 2 punti a vittoria), ma non è così.
Forse è proprio questa doppia sfida con i campioni in carica e futuri vice-campioni d’Europa a restituire il senso della grandezza di quel Diavolo. Nella gara di andata, disputata al Marassi, una partita bloccata nel primo tempo e decisa nella ripresa da un Ruud Gullit semplicemente incontenibile, il Milan vince 2-0, lo stesso risultato con cui la Samp, otto mesi prima, aveva abbattuto il Milan di Sacchi, lanciandosi nella vittoriosa volata finale con le milanesi. Ma è nella gara ritorno che gli uomini di Capello, con una grande dimostrazione di forza, demoliscono l’avversario e spazzano via le scorie dell’anno precedente. 

Il 5 aprile 1992 il Milan, che ha appena pareggiato a Roma (un pareggio indolore, considerato che la Juventus ha ottenuto lo stesso risultato in casa con la Lazio), ospita una Sampdoria ormai lontana dallo Scudetto, ma ancora in corsa per il terzo posto e, sopratutto, in grande fiducia, grazie alla vittoria in Coppa dei Campioni con i detentori della Stella Rossa di Belgrado, che ha permesso ai Blucerchiati di ipotecare la finale.
Anche la Gazzetta dello Sport pronostica una giornata favorevole alla Juventus, impegnata nel derby con il Torino, ma il giorno successivo dovrà ammettere l’errore.  

Capello, rispetto alla partita di andata, deve fare a meno di Gullit, sostituito da Evani, e a fianco di Rijkaard sceglie la gioventù di Albertini (con Ancelotti in panchina).
Il 4-4-2 rossonero, dunque, recita così: Rossi; Tassotti, Baresi, Costacurta, Maldini; Donadoni, Albertini, Rijkaard, Evani; Van Basten, Massaro. La Sampdoria schiera la stessa squadra che ha trionfato in Europa, con  Invernizzi al posto di Cerezo (che contro la Stella Rossa aveva lasciato il campo dopo dieci minuti).
Si gioca su un terreno reso pessimo dalla pioggia, di fronte a circa 74.000 spettatori (la media stagionale sfiorerà gli 80.000). Sono tutti consapevoli che in questa giornata si gioca una fetta di Scudetto; la partita, però, è praticamente a senso unico.

Il Milan, sin dal primo minuto, sottopone i genovesi a una pressione estenuante e solo un grande Pagliuca riesce a tenere in piedi la squadra di Boskov. Intorno alla mezz’ora ci si mette anche la traversa a negare il goal del vantaggio a Donadoni, ma, nel corso della stessa azione, Baresi rigioca la palla nei pressi dell’area doriana e un rimpallo recapita la sfera sul destro del migliore in campo, Frank Rijkaard, che segna il meritato 1-0.
Mancini, trovandosi solo di fronte a Rossi, ha una grandissima occasione per pareggiare, ma fallisce malamente, mentre lo stesso Rijkaard, verso la fine del primo tempo spedisce poco alto il possibile 2-0.
Il Milan dà spettacolo, ma va negli spogliatoi in vantaggio di una sola rete, mentre a Torino, nel derby della Mole, resiste lo 0-0. Per la Samp, per quello che si è visto in campo, è un buon risultato che concede ancora una speranza di rimonta

La ripresa è una fotocopia del primo tempo e il Milan continua a macinare gioco. Al 54esimo minuto, grazie a un ruvido intervento di Costacurta su Mancini, il Milan riparte e chiude l’incontro.
Van Basten agisce da regista e trova l’inserimento di Maldini sulla sinistra; la palla messa in mezzo dal terzino milanista viene respinta dalla difesa sampdoriana, ma finisce a Chicco Evani, che fulmina ancora Pagliuca.
Katanec, furioso per il mancato fischio arbitrale dopo l’intervento di Costacurta, contribuisce a consegnare la partita al Milan, facendosi espellere con un applauso polemico.
Come nella prima metà della gara, la Samp ha comunque l’occasione di trovare il goal, ma questa volta, è l’altro gemello, Vialli, a fallire un comodo colpo di testa. Intorno al ventesimo minuto Pagliuca compie un altro miracolo su Albertini, ma la palla finisce sulla traversa e poi sulla testa di Van Basten, che insacca.

Il pubblico è in delirio, anche perché, quasi contemporaneamente, Casagrande a Torino porta in vantaggio i granata e pochi minuti dopo raddoppia.
A questo punto il Milan potrebbe accontentarsi della vittoria e dei punti guadagnati sulla Juventus, ma sembra quasi voler dimostrare ai campioni in carica la propria superiorità o magari vendicare la stagione precedente.
Quindi dilaga. Donadoni dalla destra si accentra e con una doppia finta salta Lombardo, che di fronte alla classe del ragazzo di Cisano Bergamasco, perde anche l’equilibrio e finisce per terra; poi serve Massaro in mezzo all’area che cala il poker.
Vialli non fa neppure in tempo a trovare il goal della bandiera, che, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Demetrio Albertini, con un tiro dalla distanza, segna il 5-1 che chiude una domenica fantastica per i colori rossoneri.
Il dodicesimo Scudetto è praticamente cucito sulle maglie del Milan.

Rassegna Stampa

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