il 26/09/2018 alle 11:43

Milan, rimborso bond: le considerazioni di Milanisti 1899

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MILAN, RIMBORSO BOND – “In data odierna, A.C. Milan S.p.A. (la “Società”) ha esercitato, con comunicazione inviata all’unico titolare delle obbligazioni denominate “Prestito Obbligazionario Garantito Associazione Calcio Milan S.p.A. 2017 – 2018 – Serie 1” (ISIN Code IT005254435) (le “Obbligazioni Serie 1”) e “Prestito Obbligazionario Garantito Associazione Calcio Milan S.p.A. 2017 – 2019 – Serie 2” (ISIN Code IT0005254443) (le “Obbligazioni Serie 2” e, unitamente alle Obbligazioni Serie 1, le “Obbligazioni”) emesse dalla Società e quotate presso il Terzo Mercato della Borsa di Vienna, nonché all’agente di calcolo e dei pagamenti, l’opzione di rimborso anticipato volontario integrale delle Obbligazioni ai sensi dell’art. 9.2 dei rispettivi regolamenti delle Obbligazioni.

La data di rimborso delle Obbligazioni è fissata al 28 settembre 2018.”

Con questo comunicato l’AC Milan ha affermato di aver completamente rimborsato i due bond quotati sul terzo mercato di Vienna. Ma per comprendere bene cosa sia realmente accaduto è necessario fare un passo indietro: nell’aprile del 2017 il Milan di Mr Li contraeva con Elliott Management un finanziamento per un debito complessivo pari a 308M circa, dei quali 180M a carico della proprietà (Mr Li), prestito resosi necessario per completare l’acquisto del club.

Ed altri 128M a carico del club, con l’emissione di due bond interamente sottoscritti da Elliott:

– un bond da 73M a copertura dell’indebitamento bancario diretto

– un bond da 55M a copertura delle prime tranche delle operazioni di mercato estive

E’ bene specificare ulteriormente quanto segue:

– L’AC Milan al 31.12.2016 aveva una posizione finanziaria netta (di seguito PFN) composta da 110M di debiti da factoring (anticipazione bancarie da crediti futuri, quali ad esempio diritti tv o contratti commerciali) e 70M di indebitamento finanziario diretto. Quindi, al netto del saldo delle operazioni di mercato (che all’epoca registrava un -26M) la PFN del Milan era di circa 180M.

– L’AC Milan al 30.06.2017 aveva una PFN composta dai 73M di finanziamento (primo bond emesso da Elliott che ha coperto l’indebitamento bancario diretto), 10M di debito soci e 68M di factoring per un totale di circa 150M al netto del saldo mercato. Attenzione: come potete vedere le anticipazioni bancarie sono scese di circa 40M, il che vuol dire semplicemente che il Milan in quel frangente non utilizzava più il factoring per gestire la società, bensì accedeva ad altre fonti di credito: aumenti di capitale, fatturato e i bond emessi da Elliott.

 

– L’AC Milan al 31.12.2017 aveva una PFN di 165M. Questo lo abbiamo scoperto dalla lettura della semestrale pubblicata dalla società, che quindi ci fornisce un assist perfetto per ricavare un altro dato: infatti la società nei successivi mesi al 30.06.17 imputava a bilancio anche il secondo bond da 55M (quello utilizzato per il mercato) portando quindi l’esposizione finanziaria a 128M.

Se quindi sottraiamo 128M da 165M, otteniamo 36M che rappresenta la cifra massima che il Milan all’epoca poteva avere per quanto riguarda i debiti da factoring (sempre al netto delle operazioni di mercato). A questo punto è necessario fare una ulteriore riflessione: è ragionevole immaginare che la società dal 31.12.17 al 30.06.18 abbia continuato ad utilizzare altre forme di accesso al credito, infatti fino al crack finale estivo, Mr Li ha sempre versato aumenti di capitale. Quindi – pur non potendolo sapere con certezza – è presumibile immaginare che Fassone non abbia utilizzato le anticipazioni bancarie, che conseguentemente anche oltre al 30.06.18, visto che è già trascorso un trimestre del nuovo esercizio, oggi, potrebbero essere scese fino a 30M circa.

Ciò vuol dire che l’AC Milan nel bilancio 2018/2019 (l’attuale, che verrà approvato ad ottobre del 2019) potrebbe avere una PFN in cui risulteranno solo debiti da factoring, quindi il residuo di quei 36M. Gli altri debiti finanziari, invece, non saranno più presenti giacché con l’aumento di capitale effettuato in questi giorni, Elliott ha trasformato in capitale il credito che aveva nei confronti del club, ossia quei 128M relativi ai due bond. Quindi ha trasformato in valore quella che fino a poco fa era una pendenza prima verso terzi e poi – dopo l’escussione – verso soci.

Per quanto riguarda i rapporti con la UEFA, il bilancio 2018/2019 è in linea con quanto previsto dall’art. 62, comma 4, del FPF ediz. 2015 e 2018. In base al succitato regolamento, l’indebitamento di natura finanziaria al netto delle disponibilità liquide, con l’aggiunta del saldo tra crediti e debiti da calciomercato, non deve essere superiore al fatturato netto (somma tra ricavi tv/commerciali/gare/altri ricavi).

Ebbene, dalla lettura del bilancio al 30.06.17, che contiene anche le anticipazioni delle spese sostenute successivamente alla chiusura dell’esercizio, è possibile dedurre che l’AC Milan al 30.06.2018 abbia un saldo tra crediti e debiti da calciomercato pari a circa 130/140M.

Questa somma deriva dalle operazioni in entrata e in uscita svolta nella prima estate cinese, ossia 126,5M al 30.06.17 e altri 52,9 dal 1 luglio ‘17 in poi, scontata della prima tranches di rate pari a circa il 30% del totale. Quest’ultimo non dovrebbe essere cambiato dopo la recente campagna acquisti, giacché (come già abbiamo specificato in un altro approfondimento) Leonardo è stato molto abile nell’effettuare una campagna acquisti praticamente quasi a costo zero. Ma ipotizziamo pure che il nostro DS abbia peggiorato questo saldo di 10/20M.

Detto quindi che il Milan al 30.06.19 dovrebbe avere un saldo da mercato negativo pari a -140/160M (a meno che a gennaio non si investa pesantemente), questa cifra sommata al probabile -30M relativo ai debiti da factoring presenti nel bilancio 18/19, porterebbe l’indebitamento finanziario netto, ai fini del FPF, quindi con l’aggiunta del saldo da mercato, a circa 170/190M.

Questa somma, tuttavia, è ben inferiore al fatturato che la società si aspetta di ottenere già quest’anno (quindi nel bilancio 17/18) e che dalle stime diramate dallo stesso club dovrebbe aumentare di 20M, quindi passare dagli attuali 236M a 256M che, al netto delle plusvalenze (dall’ultima semestrale risultano pari a 36M) portano il fatturato netto a circa 220M. Quindi 50M in più rispetto all’indebitamento finanziario netto ai fini del FPF. In definitiva: esame UEFA superato.

Proprio per questo motivo, ossia avendo il Milan una PFN praticamente vicina allo zero e potendo contare su un margine di circa 60M rispetto al fatturato netto, abbondantemente superiore all’indebitamento finanziario comprensivo del calciomercato, è lecito ipotizzare che la UEFA valuti attentamente l’opportunità di poter concedere al Milan una “chiacchierata” con la Camera Investigativa, proprio come appena fatto con il PSG che è stato rimandato sotto investigazione dalla Camera Giudicante (che ha preferito approfondire la situazione del club parigino).

Di certo è che il Milan dovrà subire una sanzione, ma anche il VA lo è: semplicemente rappresenta la sanzione più leggera ma, soprattutto, più idonea alla luce dell’attuale situazione finanziaria del club. In caso contrario, quindi qualora al Milan venga applicato un SA o semplicemente delle sanzioni simili, la UEFA perderebbe un’occasione unica per applicare un istituto che fino ad oggi è stato soltanto lettera morta.

MILANISTI 1899

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