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Milan-Napoli – Match report e analisi tattica della gara

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MILAN-NAPOLI

Il Napoli espugna San Siro superando il Milan (0-1) al termine di una gara caratterizzata da interessanti risvolti tattici. Eccone alcuni.

La battaglia per il possesso

La compagine di Gattuso ha sapientemente gestito sia la fase offensiva che quella difensiva. Nel primo tempo il Napoli ha tenuto il pallino del gioco (53% di possesso, 53.12m il baricentro) senza soffrire più di tanto il pressing del Milan (appena 13.20 il PPDA dei rossoneri a fine partita).

Anche se i partenopei hanno creato poco nei primi quarantacinque minuti (0.48 xG) questo controllo del pallone ha finito per spuntare la squadra di Pioli, che non ha saputo rendersi molto più pericolosa durante la prima frazione (0.65 xG).

Il possesso napoletano si sviluppava soprattutto a sinistra, dove operavano Hysaj, Insigne e uno Zielinski che partiva da numero 10.

photocredits twitter.com/CalcioDatato

In generale il Napoli ha mosso spesso palla da un lato all’altro del campo per smuovere il blocco difensivo milanista e isolare Politano e Insigne in situazioni di 1c1 con Theo Hernández e Dalot.

Insigne

Proprio a proposito di Insigne, la centralità dell’esterno sinistro nella manovra offensiva napoletana è testimoniata dai dati che recitano ben 81 palloni toccati e la più alta percentuale di passaggi completati sul totale di squadra (13.70).

Quando poi la squadra ha avuto bisogno, Insigne (come Politano sulla fascia opposta) si è speso anche in fase difensiva, ritornando fino all’altezza dei propri difensori per contribuire al non possesso azzurro.

Il Milan

I padroni di casa hanno approcciato la partita proponendo una costruzione a tre, con un centrocampista che scendeva in mezzo a Tomori e Gabbia.

Questa impostazione doveva servire a creare superiorità numerica nel primo possesso e, al contempo, a liberare più avanti Hernández e Dalot a dare ampiezza, con gli esterni offensivi (Krunić e Castillejo) pronti ad entrare in mezzo al campo per aiutare Çalhanoğlu nel supportare Leão.

Il piano gara non ha funzionato e il Milan, come detto, non ha creato tanto rispetto al solito (1.48 gli xG totali, contro una media di 2.04 nelle precedenti 26 partite disputate) e nonostante la supremazia avuta nella ripresa quando i rossoneri hanno alzato il proprio baricentro (58.72, +11.4 rispetto al primo tempo) e tenuto il controllo del gioco (64% di possesso).

Il Napoli si è abbassato ma, anche senza più il controllo del pallone, ha continuato a dettare il contesto tramite il controllo degli spazi, negando la profondità agli avanti di Pioli.

I cambi effettuati dal tecnico emiliano (Saelemaekers, Rebić e Brahim Díaz) hanno alzato il livello tecnico della compagine rossonera ma non hanno inciso sul risultato.

Il gol preso

Come dichiarato da Pioli nel dopo partita “in occasione del gol-partita non abbiamo gestito al meglio la transizione difensiva.

L’azione che porta al gol vittoria di Politano nasce da un errore in impostazione (che porta all’intercetto del passaggio di Dalot) al quale fa seguito proprio una errata risposta al contropiede napoletano.

Questo si concretizza in un errata pressione in avanti di Meité, che viene anticipato da Zielinski e Hysaj. A questo punto scatta un veloce ribaltamento da parte dei partenopei con cinque uomini che invadono la metà campo offensiva contro gli appena tre milanisti sotto palla.

In questa situazione Hernández era troppo aperto per poter recuperare mentre Gabbia non riesce a scivolare velocemente verso Politano.

Conclusione

Alla fine il Milan esce sconfitto dopo una gara sostanzialmente equilibrata ma nella quale la squadra di Pioli è risultata poco efficace per quanto riguarda la produzione offensiva. Resta il rimpianto per aver affrontato quello che è un vero e proprio scontro diretto per la Champions avendo dovuto rinunciare a molti titolari.

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