Perché il Milan cerca Moise Kean? Le ragioni per cui può essere un colpo perfetto e coerente con le scelte della dirigenza sono molte, dalla giovane età alla voglia di rilancio: il Milan di Furlani e Moncada vuole la punta del futuro
La notizia è stata lanciata da Gianluca di Marzio ieri sera: il Milan cerca Moise Kean, punta centrale di nazionalità italiana attualmente in forze alla Juventus. La possibilità di abbracciare il numero 18 bianconero non ha scaldato il cuore di tutti, non rivestendo appieno l’immagine del bomber da venti/venticinque gol stagionali che, al Milan, manca da un bel po’. L’ingaggio di Kean (che attualmente non pare in dirittura di definizione: il Milan punta a un prestito, la Juve per ora non apre) rappresenta tuttavia una scelta molto coerente con le strategie di mercato del duo Furlani&Moncada. Ecco, quindi, tutte le ragioni per cui il Milan dovrebbe prendere Moise Kean.

Kean e il “nuovo” progetto Milan
La parola “nuovo” è tra virgolette perché in realtà siamo abituati da anni a investire sui giovani da rilanciare o da far esplodere tra le mura di Milanello. Con l’addio di Maldini e Massara, però, la strategia si è ulteriormente intensificata e, a parte forse l’arrivo del più esperto Loftus-Cheek, tutti i rinforzi acquistati in questo scoppiettante mercato estivo mostrano caratteristiche comuni.
Il vademecum di Furlani è ormai chiarissimo: si comprano solo giocatori giovani (al massimo 25 anni, come Pulisic), a prezzo ribassato (perché il contratto è in scadenza, come nel caso di Chukuweze, oppure “approfittando” delle difficoltà economiche altrui, come nel caso del Valencia nell’affare Musah), già pronti per giocare in una rosa che ambisce a vincere in Italia e ad arrivare il più lontano possibile in Champions League.
La ragione dell’esistenza di questi paletti è principalmente economica: ogni investimento deve essere compiuto con l’intenzione di rientrare abbondantemente della spesa nel futuro. Non vedremo mai (ogni riferimento ai cuginetti è puramente casuale) un esborso di dieci milioni per un attaccante prossimo ai 35 anni, dal momento che in alcun modo potrebbe tramutarsi in una plusvalenza futura.
Accertato il modus operandi del Milan, cosa c’entra Kean? La punta di origine ivoriana ricopre perfettamente tutti i punti dell’agenda furlaniana: ha 23 anni, un contratto con la Juventus in scadenza tra due anni (e la Vecchia Signora ha bisogno di fare cassa dopo l’esclusione dalle competizioni europee), oltre a un’esperienza europea importante, avendo giocato anche con le maglie di Paris Saint Germain ed Everton.
Dunque, Kean è un giovane molto interessante da rilanciare: nell’ultima stagione ha trovato spazio solo per un migliaio di minuti tra Serie A e Champions League, segnando “solamente” otto reti in tutte le competizioni. Poco, troppo poco per un giocatore che aveva, a suo modo, incantato il Parco dei Principi.
Nel 4-3-3
Il rinnovamento del Milan per la stagione 23/24 passa certamente sia dal folto gruppo di volti nuovi in maglia rossonera che dal cambiamento tattico. Le innovazioni a centrocampo e sugli esterni non intaccano tuttavia la posizione di punta centrale, ruolo apparentemente ancora tutto sulle esperte spalle del solo Oliver Giroud. È probabile che, dopo aver ceduto gli ultimi esuberi presenti in rosa (Origi su tutti), il Milan si fiondi su un ulteriore numero nove, non fidandosi così tanto delle caratteristiche di Okafor per il ruolo.
Kean ha giocato da punta centrale un totale di 173 partite in carriera, realizzando 61 reti e 10 assist. Le statistiche relative alla passata stagione inquadrano Moise come un vero e proprio bomber d’area di rigore, forse un po’ sottovalutato (nonostante le poche partite giocate): 0,57 expected goals a partita (meglio del 92% dei pari ruolo militanti nei cinque principali campionati europei, dati Fbref), 3,16 tiri tentati ogni novanta minuti (meglio dell’82% degli altri attaccanti), a discapito del numero di assist e passaggi tentati (qui, a dire il vero, i numeri sono davvero bassi):
Nel confronto con Giroud (dati DataMB), emerge una maggiore propensione da parte della punta italiana per i movimenti senza palla (NPG) e il numero di azioni offensive condotte. Decisamente meno concreto l’apporto nel gioco aereo (ma, in questo caso, contano i dieci centimetri di altezza in più del francese, 1,93 contro gli 1,83 metri di Kean), mentre i gol e gli assist attesi sono praticamente identici.
In conclusione, possiamo considerare Kean come una punta adatta al gioco offensivo del Milan, in grado di alternarsi con Giroud, farlo rifiatare e crescere alle sue spalle. Il difetto principale è la discontinuità e il fatto di essere una punta ancora da sgrezzare prima di poter essere il primo riferimento offensivo della squadra (e chi si aspettava una punta da trenta gol stagionali, forse, dovrà pazientare ancora per un po’).
Da non dimenticare infine la sua duttilità: ha giocato diverse partite anche da ala destra e da ala sinistra, potrebbe quindi trovare ulteriore spazio nello scacchiere di Pioli, un po’ come il precedentemente citato Okafor.
Kean e il “Milan-dripping”
In questo paragrafo abbassiamo un po’ i toni e scherziamo, ma forse, in fondo in fondo, neanche così tanto. Con l’ingresso di Cardinale, il Milan ha aumentato la sua intenzione di attirare l’interesse internazionale su di sé. Nel mondo del calcio, il modo migliore (oltre a vincere, si intende) è acquistare calciatori in grado di attrarre tifosi in tutto il mondo. Ecco ad esempio Pulisic, che, oltre a essere un upgrade evidente sulla destra, è anche il giocatore di calcio (o soccer, per loro) più famoso negli Stati Uniti, accompagnato da Musah, suo compagno di Nazionale e astro nascente del pallone a stelle e strisce.
Moise Kean, nel suo piccolo, ha 2,5 milioni di followers su Instagram e più di mezzo milione di seguaci su Tik Tok, spopola soprattutto tra il pubblico giovane e giovanissimo (un po’ come Leao, di cui infatti è molto amico). Insomma, si tratta sicuramente di un elemento totalmente meno importante del campo e dei risultati, ma il trio delle treccine Leao-Kean-Chukuweze potrebbe fare il giro del mondo (per la gioia dei tifosi e del Milan Studios).
Andrea Roderi
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Photocredits: Instagram @moise_kean