Secondo quanto riportato questa mattina da “Il Giornale” è stato risolto il “giallo della vaselina“, mistero che ha avuto come protagonista il portiere camerunese dell’Inter André Onana nella sfida di andata della semifinale di Champions League contro il Milan.
Cosa è successo una settimana fa? Pochi secondi dopo il gol del vantaggio dell’Inter firmato Edin Dzeko, le telecamere hanno inquadrato Onana spargere qualcosa su entrambi i pali della porta che in quel momento stava difendendo. Il particolare, sfuggito anche al telecronista Sandro Piccinini, è stato notato dall’inviato sul campo Julio César: l’ex portiere dell’Inter era infatti stato piazzato da Prime Video dietro la porta nerazzurra per avere occhi competenti appena fuori dal rettangolo di gioco nel caso fosse successo qualcosa. E qualcosa è successo: “Scusa Sandro, una curiosità: Onana ha preso una specie di vaselina e l’ha passata sia sui pali. Che cosa sarà? Scaramanzia?“, dice Julio César allo storico telecronista.
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Inutile dire che sui social è scoppiato il caso: in tantissimi si sono chiesti cosa abbia sparso sui pali della porta dell’Inter e soprattutto perché lo abbia fatto. Il tam-tam social ci ha messo poco a bollare lo strano rituale di André Onana come “stregoneria della vaselina” o come “intruglio scaramantico”. In realtà, la sostanza che il portiere nerazzurro ha utilizzato nell’andata della semifinale di Champions League contro il Milan sembrerebbe essere stata semplice crema per potenziare il grip dei guanti, una sostanza grazie alla quale è possibile bloccare meglio la palla.
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Non è la prima volta che un gesto del portiere fa il giro dei social: l’ultimo caso è stato quello di Emiliano “El Dibu” Martinez nella finale del Mondiale in Qatar vinto dalla sua Argentina ai rigori ai danni della Francia di Giroud e Theo Hernandez. Oltre all’ormai celebre trofeo poggiato sulle parti intime, durante la sequenza dei calci di rigore il portiere dell’Aston Villa si è inventato una cerimonia abbastanza inusuale: ad ogni rigore che doveva parare, Martinez si sputava sui guanti per poi andare dall’arbitro (Marciniak, quello di Napoli-Milan) e “omaggiarlo” con una carezza sulla guancia.
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