il 24/09/2019 alle 14:57

Milan-Inter 0-2: Lavagna Tattica. Game, set and match per Antonio Conte

0 cuori rossoneri

MILAN-INTER 0-2 Compito ingrato, ingrato compito. Rivedere il derby è stata una piccola grande impresa per chi come me abbina la passione al lavoro. Un bel respirone e via, proviamo ad analizzare tatticamente la sconfitta di sabato sera.

Nella Lavagna Tattica di venerdì  avevo auspicato un atteggiamento coraggioso, propositivo, con un occhio di riguardo a Brozovic e alle palle inattive specie per lo spazio incustodito al limite dell’area di rigore. Ahinoi questi non sono che stati alcuni dei problemi osservati sabato sera. I rossoneri hanno infatti palesato parecchi problemi sia in fase di costruzione che in quella di opposizione al possesso interista.
Partiamo con ordine elencando sistemi di gioco e titolari:
Il Milan si è schierato con Gigio e la classica difesa a quattro con Conti al posto dello squalificato Calabria, Kessiè, Biglia e Calhanoglu in mezzo, mentre in attacco Suso era a supporto della coppia Leao-Piatek. Ha risposto l’Inter con i tre titolari difensivi Godin-De Vrij-Skriniar, Brozovic davanti a loro spalleggiato da Barella a destra e Sensi a sinistra, D’Ambrosio e Asamoah quinti e Lukaku-Lautaro a popolare l’attacco.

E ora partiamo con i piani gara.

POSSESSO MILAN – PRESSIONE INTER
Antonio Conte decide per un pressing ultraoffesivo con queste coppie: Romagnoli-Lukaku, Musacchio-Lautaro, Calha-Barella, Biglia-Sensi, Kessiè-Brozovic. I quinti erano in posizione di attesa pronti a chiudere sui nostri terzini (come nello stamp a lato): se la palla era destinata a Rodriguez saliva D’Ambrosio e Asamoah rinculava lasciando la possibilità di aggredire centralmente anche il nostro trequarti. La nostra scarsa capacità ad uscire da questo impasse ci costerà ad esempio la pressione su Calha quasi vittoriosa di Barella, il retropassaggio corto di Rodriguez con conseguente rischioso rimpallo Gigio-Lautaro e in generale una mancata costruzione dal basso per i primi 19 minuti. Come si poteva ovviare al problema (e come in parte si è ovviato)? Abbassare Suso in quella terra di nessuno (il punto di domanda) poteva essere una ipotesi.

POSSESSO INTER – PRESSIONE MILAN 

Marco Giampaolo decide per una versione più soft di pressing offensivo, sia rispetto a Conte e sia rispetto al collega ceco dello Slavia Praga: mette Suso a schermo su Brozovic (quindi cercando di chiudere le linee di passaggio al croato), Piatek su Skriniar e Leao su Godin. Le posizioni di partenza delle due punte però sono strette in modo da tagliare il giropalla e invitare così i due terzi di difesa alla conduzione della palla.
Problemi:
1. Rodriguez e Conti non scalano in avanti sui loro quinti D’Ambrosio-Asamoah lasciando libera la giocata corta, preoccupati di non abbandonare in 2vs2 i centrali e di non prendere tagli alle spalle da Lautaro-Lukaku (questo però ci costerà i triangoli costruiti con Barella-Sensi che fanno fuori le nostre mezzali prese in mezzo a mò di torello)
2. Biglia in posizione neutra non ha la capacità atletica di scalare con continuità su Brozovic e non chiude la linea di passaggio sulle punte (Lucas sarà invisibile per i primi 20 minuti).
3. A destra la nostra scalata è ancor diversa: Kessiè prende il quinto Asamoah e Conti prende la mezzala Sensi (quando è alta abbastanza da consetirgli di non allontanarsi troppo dalla linea di difesa). Questa versione ci costerà la doppia occasione “piattone di Lautaro-palo di D’Ambrosio” poichè Sensi, bravo a galleggiare in posizione intermedia non verrà preso da Conti e avrà tempo per ricevere, puntare e scaricare sulla punta argentina.
4. Il problema più grande: lo schermo su Brozovic è stato fatto decentemente per i primi 10 minuti da Suso, male per i secondi 10 minuti dallo stesso Suso, malissimo per i restanti 70 da Piatek (ne parlerò poi). Lo spagnolo spesso viene attratto troppo presto dalla pressione su De Vrij (1) e all’Inter basta passare da una delle due mezzali anche con pressione alle spalle (2) per far ricevere Brozovic già girato fronte al campo (3). La pigrizia di Suso (e l’indolenza di Piatek poi) unita alla mancata scalata in avanti di Biglia (?) completano il quadro. Brozovic libero di ricevere può allargare palla ad uno dei quinti e tagliare fuori così ben 6 giocatori milanisti.

MILAN E INTER DOPO IL PASSAGGIO ALL’1-4-3-3 DEI ROSSONERI
Intorno al 20-25esimo minuto Giampaolo toglie il trequartista e schiera i nostri tre attaccanti in linea con Suso largo a destra, Leao a sinistra e Piatek centravanti. Vediamo le reazioni delle due squadre: Conte preoccupato di non lasciare in 3vs3 i suoi difensori, abbassa i quinti in posizione intermedia lasciando più libera la giocata su Rodriguez e Conti, favorita anche dalla salita di Biglia che tiene basso Brozovic (primo stamp). Proprio questa posizione poco chiara di D’Ambrosio e Asamoah consentirà i buoni 15 minuti finali di primo tempo con Leao e Suso liberi di abbassarsi e ricevere nei mezzi spazi, movimento che attira la pressione delle mezzali interiste e crea spazio anche alle nostre mezzali.
Il Milan per paradosso approfitterà poco di questo vantaggio tattico (un paio di volte si cercerà il rilancio lungo sulle punte) e durante l’intervallo Conte riorganizzerà i suoi, scommettendo sulla scarsa atleticità-resistenza-abilità in costruzione di Conti e Rodriguez: i nostri due terzini vengono battezzati, liberi di giocare con spazio, la difesa interista passa a cinque con i quinti che si abbassano, (Asamoah su Suso e D’Ambrosio su Leao) e le nostre mezzali non hanno più lo spazio del primo tempo prese stabilmente da Sensi e Barella non più sviati dai “problemi” Leao e Suso. Il nostro possesso diventa ben presto sterile e senza sbocchi. Giampaolo forse impiega troppo tempo per leggere questo vantaggio sugli esterni bassi, complice con ogni probabilità il dubbio sulla condizione fisica del già ammonito Conti. In 8 minuti il Mister prova a sfruttare lo spazio concesso inserendo prima Paquetà e poi Theo Hernandez, un terzino capace di prendersi il campo. Conte però ha già pronte le contromosse e in quattro minuti inserisce da quel lato Politano largo a destra per tenere basso il francese e Vecino per Paquetà (con spostamento di Barella a sinistra).
Nonostante queste mosse la bravura tecnica di Theo ci consentirà di avere finalmente un minimo di pericolosità. Grande problema del secondo tempo (ultimo stamp): Brozovic non ha più alcun tipo di pressione, nè da Biglia nè da Piatek. Libero di giocare il croato sarà il vero padrone della gara.

 

GOL PRESI 

Brozovic – Il castello difensivo a zona inizia a costarci troppo per come è utilizzato. Sulla punizione del gol interista, il castello perde un uomo per la barriera (Suso) che inoltre non viene affiancato da un secondo uomo che poteva staccarsi per affrontare Brozovic, lascia completamente libero un altro uomo al limite (Asamoah) e concede così un tiro semplice al centrocampista croato. Il gol ha anche un altro vizietto: Leao sulla conclusione di Brozovic si volta e si fa sbattere la palla sul piede (se fosse stato fronte alla palla non sarebbe accaduto), errore ingenuo ma che ci costa caro.

Lukaku – Il secondo gol è invece lo sfruttamento di un nostro antico problema (i mancati ritorni difensivi di Suso), di una confusione su chi, come e su di chi si vada in pressing e dell’ottima lettura tattica di Conte.

L’inter prova ad inizio azione a prenderci sul nostro lato destro ma la partenza troppo bassa dell’azione e la veloce scalata di Kessiè ci consentono di chiudere bene.

 

 

 

 

L’azione quindi si esaurisce e i nerazzurri ripartono da dietro con Skriniar e Brozovic (sempre troppo libero). Barella (l’uomo più vicino a Conte) fa per rientrare anch’esso in posizione di mezzala.

 

 

 

Antonio Conte indica a Barella di fermarsi e di rimanere largo, evitando il rientro in posizione stretta da mezzala. Il centrocampista italiano si ferma e inverte immediatamente la direzione di corsa. Nello stamp non si nota ma anche Asamoah viene lasciato largo ben oltre Conti.

 

 

La palla gira verso la destra interista e tutto il Milan scala pian piano verso quel lato. Così facendo si aprono le distanze tra Suso e Kessiè e tra Kessiè e Barella che poi ci saranno fatali. Leao, Paquetà e Piatek non portano un pressing di squadra ma pressioni isolate che vengono facilmente aggirate con conseguante palla scoperta nei piedi di Godin.

 

Il difensore uruguagio, libero di giocare, si accorge del tanto spazio a sinistra e l’Inter ritenta di prenderci su quel lato. Le posizioni già molto offensive di Barella e Asamoah e le distanze di Kessiè e Suso lasciano Conti in 1vs2 consentendo al terzino solo una difesa passiva in attesa del rientro del compagno.

 

 

Barella non aspetta il rientro di Kessiè, sfrutta la sovrapposizione di Asamoah che gli lascia spazio per un cross corto e trova facilmente Lukaku. Il belga parte in anticipo su Romagnoli e una volta che ha preso lo spazio è quasi impossibile da spostare: 0-2 Inter

 

 

 

Simone Cristao

NOTIZIE MILAN

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *