Serie A femminile chiusa, qualificazioni per gli Europei femminili rimandate, posto Champions sfumato: inizia così l’estate per le calciatrici del Milan Femminile, certamente non soddisfatte dell’esito della chiusura della stagione, che ha visto svanire il sogno europeo a favore della Fiorentina Women’s, medaglia d’argento del campionato.
Metà giugno ed un campionato a cui pensare: si aprono così le praterie del calciomercato – patteggiando fin da ora la licenza poetica di usare tale termine, per quanto improprio, non essendoci di mezzo contratti ma accordi economici, non calciatrici professioniste ma atlete dilettanti –: per il terzo anno la dirigenza rossonera si trova a dover progettare per la stagione prossima una squadra ancora più solida, ancora più competitiva, per puntare di diritto ai primi due gradini del podio. Secondo questa prospettiva il bilancio di questi due anni di Milan Femminile possono dirsi infelici ed incoraggianti al tempo stesso: due terzi posti, giunti alla fine di percorsi separati ma neanche troppo diversi, non sono certo soddisfacenti per una compagine che punta all’Europa e con tutte le carte in regola per raggiungere l’obiettivo, ma non possono certo essere considerati un completo fallimento per una squadra che due anni fa ancora doveva nascere.
Su questi presupposti, la situazione in cui quest’estate la dirigenza rossonera si troverà ad operare vede una base di partenza discretamente solida, affermatasi nel corso di queste due stagioni, costituita da un buon mix di giocatrici giovani ed esperte, straniere ed italiane, con una buona prospettiva di progresso grazie anche alla crescita del settore giovanile.
I movimenti sul mercato femminile di quest’estate saranno dunque da collocare all’interno di questa cornice: un cosiddetto “zoccolo duro” di rinnovi su cui lavorare per trovare il giusto accordo economico, un’uscita delle giocatrici che hanno trovato meno minutaggio – o continuità – nel corso dei due anni, a favore di arrivi studiati e ragionati, al fine di alzare il livello complessivo della rosa senza snaturare un progetto già felicemente avviato sotto la guida di mister Maurizio Ganz.
I nomi per il momento più gettonati in uscita sono pertanto quelli di Manieri, Bellucci, Capelli, Zanzi e Mendes, da collocare tra le giocatrici “ai margini” del progetto o perlomeno del fattore campo; Begic, Lady Andrade, Carissimi e Heroum, i quattro nomi che nel corso dell’anno non sono riusciti ad imporsi e più di una volta hanno lasciato un senso di incompiutezza. Si tratterebbe dunque di un rinnovamento non di poco conto dal punto di vista numerico, ma in qualche modo inevitabile sotto una prospettiva progettuale, sia come crescita di squadra sia come crescita di più ampio respiro del settore femminile.
Nell’opposta direzione, quella delle possibili entrate, il contingente sembra già essere stato individuato, ma è ancora presto per fare nomi: le prospettive sembrano portare verso profili in buona parte internazionali, con esperienza e un bagaglio tecnico necessario per alzare l’asticella del Milan Femminile, che intanto dovrebbe mantenere in casa rossonera i giovani talenti tra settore giovanile e prima squadra – come Longo e Tamborini -. Da aggiungere alla prospettiva finora descritta si possono aggiungere due casi, ancora decisamente aperti ma non impossibili: da una parte il possibile rientro di Anita Coda dal prestito al Napoli, ma il suo destino potrebbe vederla per un altro anno in prestito ad un’altra squadra – magari mantenendo la massima serie -, dall’altra parte si potrebbe scorgere il possibile ritorno di una giocatrice certamente ben voluta a Milano e dai tifosi rossoneri.
E siamo solo all’inizio.
Foto Credits: ACMilan.com
Lucia Pirola
