Milan – Il sorteggio di Nyon ha inserito i rossoneri nel gruppo H con Celtic, Sparta Praga e Lille: cerchiamo di comprendere i vantaggi e gli svantaggi dei singoli team che incontreranno la formazione di Pioli nei giovedì europei.

L’ultima immagine del Milan in Europa League riecheggia ancora nella testa dei tifosi. L’abbraccio di gruppo sotto la pioggia portoghese dopo la parata di capitan Gianluigi Donnarumma che pone fine ad una serata senza un senso logico, regalando alla compagine in maglia bianca l’accesso ai gironi.
Il Girone H ha avuto come prima pallina abbinata quella degli scozzesi del Celtic di Glasgow, squadra di prima fascia con una storia europea davvero importante, soprattutto se rapportata agli incontri coi rossoneri, che portano alla luce due ricordi chiave del passato recente: quello del 2007, dove gli ottavi di finale di quella Champions League trionfale furono decisi dalla storica cavalcata di Ricardo Kakà (sempre sia lodato) durante il primo tempo supplementare del match di San Siro, e quello del 2013, che si identifica con l’ultima vittoria dei rossoneri nella massima rassegna europea, firmata da Zapata (che già aveva deciso la gara di andata), Balotelli e, guarda un po’, ancora Ricardo Izecson Dos Santos Leite, capitano, al ritorno dalla deludente esperienza di Madrid ed in grado di aprire le marcature ed entrare in tutte le reti con una prestazione sontuosa.
Punti di forza
La mentalità è quella di una squadra campionessa nazionale in carica e che ha 109 titoli scozzesi tra campionato, coppa e supercoppa.
A queste si aggiunge la Coppa dei Campioni vinta nel 1967 contro l’Inter.
La cultura europea è intrinseca nel modo di essere dei biancoverdi, abituati a palcoscenici internazionali e che stanno affrontando un’evoluzione.
La mutazione tattica degli uomini di Neil Lennon ha permesso loro di attivare il passaggio dall’ormai consolidato schema “palla lunga e pedalare”, basato sulle seconde palle e la cattiveria agonistica, ad un calcio sempre più propositivo ed intelligente, attraverso un processo iniziato con Rodgers nel 2014/2015.
Ajer (guarda chi si rivede) è l’emblema di questo nuovo metodo, con una duttilità non indifferente che gli permette di giocare da centrale di difesa, da terzino ed all’occorrenza anche da centrocampista davanti alla difesa con buoni risultati, attirando l’attenzione di molti team come il Milan, appunto.
Edouard è la punta di diamante della squadra, con velocità e forza fisica come armi principali con cui poter colpire le difese avversarie.
Classe 1998, l’ex PSG è attualmente in isolamento perché positivo al COVID-19, come comunicato lo scorso 6 ottobre dalla squadra scozzese sulle proprie pagine social. È certa la sua assenza in vista del match di Celtic Park del 22 ottobre.
Debolezze
L’assenza di pubblico è senza dubbio uno dei fattori che permette, almeno in trasferta, di giocare senza la tipica bolgia biancoverde come contorno, a fungere da dodicesimo uomo a Glasgow: i magici tifosi, con la loro colonna sonora You’ll Never Walk Alone, non potranno incidere come accaduto in moltissime situazioni passate.
La fase difensiva è spesso deficitaria, soprattutto in ambito europeo: il solo Ajer, per quanto possa essere un giovane interessante, non basta a tenere in piedi il reparto arretrato , nonostante il passaggio al 3-5-2 di contiana memoria (Lennon ha dichiarato di ispirarsi proprio al tecnico nerazzurro quando ha cambiato il modulo lo scorso inverno) per alcune partite ed il mantenimento del classico 4-2-3-1 per altre.
Il camaleontismo in base all’avversario non aiuta il consolidamento di una certezza difensiva, o meglio lo permette all’interno del proprio territorio ma risente di un calcio veloce e con palla a terra, soprattutto a causa della struttura fisica dei calciatori a disposizione.
I calci piazzati sono un tallone d’Achille degli scozzesi, come si è visto nell’Old Firm contro i Rangers, dove sono state decisive le situazioni da palla ferma.
L’organico è interessante in alcuni elementi ma denota una carenza qualitativa per il panorama europeo in altri, con un tipo di caratteristiche che potrebbero favorire un gioco come quello degli uomini di Pioli: calciatori come Rebić, Diaz, Hauge,Leao e Saelemaekers possono essere in grado attraverso i propri strappi e la propria agilità di creare costanti situazioni di pericolo sia in caso di una difesa bassa che offre spazi fra le linee e dialoghi nello stretto, che in situazioni di transizione offensiva più libere, attraverso uno contro uno e triangolazioni costanti.
La seconda fascia ha inserito nel Girone H anche lo Sparta Praga.
Il club più abbordabile, almeno sulla carta, di quel novero di compagini.
Parliamo della squadra più titolata della Repubblica Ceca, che sta lottando per tornare ai fasti di un tempo, soprattutto in campo nazionale, un po’ come il Milan.
Punti di forza
Kozak, Krejci e Hložek: questi i tre nomi principali dei cechi.
I primi due sono vecchie conoscenze del calcio italiano: Libor un ex Lazio, ormai a fine carriera, che i tifosi rossoneri si ricorderanno soprattutto per quel Milan – Lazio 0 a 0 dell’anno dell’ultimo scudetto in cui infortunò con una gomitata Nicola Legrottaglie, mentre Ladislav Krejci è da poco passato da Bologna ai granata di Praga.
Hložek, invece, è un classe 2002 che sta emergendo in maniera imponente nel panorama calcistico europeo: nato come seconda punta, è in grado di giocare anche come ala e come attaccante centrale, come sta per altro facendo attualmente, evidenziando numeri notevoli, soprattutto nella stagione in corso, dove ha inciso nel circa 50% delle reti dello Sparta.
Il numero 20 ha soltanto 18 anni ma ha già disputato più di 70 partite in carriera ed ha già esordito nella nazionale maggiore del proprio paese, denotando un talento notevole ed una capacità di utilizzare fisico, piedi, con visione di gioco, una velocità incredibile nelle ripartenze e che è duttile, potendo lui performare ottimalmente in tutti i ruoli offensivi del 4-2-3-1 dello Sparta (a volte anche 3-5-2, dove gioca nel suo ruolo naturale di seconda punta): profilo perfetto per la filosofia di Elliott, che possa essere uno dei prossimi nomi del mercato rossonero?
Debolezze
La squadra di Kotal è una squadra che è tendenzialmente giovane (fatta eccezione per i due ex Serie A) e di qualità inferiore rispetto alla media del campionato nostrano. La solidità difensiva non sembra essere una delle caratteristiche trainanti di questo inizio di stagione, dove è stato subito in media un goal a partita e gli avversari sono arrivati al tiro con maggior frequenza di quanto una squadra di quella caratura nazionale dovrebbe essere avvezza a concedere.
La flessibilità tattica, che in alcuni casi viene indicata come un valore aggiunto, può talvolta togliere automatismi in fase di non possesso, creando delle difficoltà sia in marcatura che nella percezione dell’avversario tra le linee ed in inserimento dalle retrovie. Come nel caso del Celtic, la possibilità di avere giocatori nella rosa rossonera con caratteristiche differenti l’uno dell’altro ma con le qualità per far male alla formazione della Repubblica Ceca sia con 1 vs 1, che con il gioco fra le linee e gli aiuti in fase offensiva dal centrocampo, permette di avere una pluralità di armi per colpire i granata.
L’ultimo team sorteggiato è stato il Lille, che si lega anch’esso alla campagna europea del 2007, con il doppio confronto nei gironi che ha visto i rossoneri non uscirne però mai vincenti, prima con uno 0 a 0 a San Siro e poi con una sconfitta in Francia a passaggio del turno già avvenuto.
Attualmente al primo posto della Ligue 1, i francesi rappresentavano la mina vagante della quarta fascia nell’urna di Nyon.
Punti di forza
Soumarè, ancora tu? Ebbene sì, un altro degli obiettivi di calciomercato del Milan si ritrova contro il Diavolo. Giocatore di sostanza da cui è difficile passare, genererà un interessantissimo scontro in mezzo al campo coi centrocampisti di Stefano Pioli, da cui dipenderà l’esito del doppio confronto.
Ikonè e Bamba sono invece i due giocatori offensivi di riferimento dello scacchiere di Galtier, cultore del 4-2-3-1 anch’esso e che vede in questi due calciatori due risorse difficilmente sostituibili per poter far male agli avversari attraverso la loro velocità, fisicità e capacità di saltare l’uomo.
David, il grande acquisto estivo del Lille che arriva dal Gent,è un classe 2000 che promette un gran bene e che i francesi hanno deciso di depurare dal suo ruolo di trequartista a quello di punta, con un processo appena iniziato e che può fare con tranquillità grazie alla presenza di Burak Yilmaz, esperto attaccante turco che è una garanzia in ambito realizzativo, e di Timothy Weah, figlio del pallone d’oro che ha fatto la storia rossonera, in attesa dell’esplosione del dopo-Osimhen canadese.
La velocità ed il cambio di passo sono il fattore decisivo nella fase offensiva i questa squadra, la fisicità di Sanches e Soumarè sono invece supporti fondamentali dei 4 giocatori d’attacco.
Debolezze
Le cessioni di due calciatori come Gabriel (difensore trasferitosi all’Arsenal) ed Osimhen (al Napoli), sono state compensate dall’acquisto di due calciatori diversi e da adattare all’interno del sistema di gioco della formazione di Galtier.
L’ex rossonero Tiago Djalo ed il nuovo arrivato Botman sono profili giovanissimi che peccano di esperienza e che, nonostante l’aiuto del campione d’Europa Josè Fonte (attualmente indisponibile), possono spesso incappare in errori.
Per questo la fase difensiva è anche in questo caso uno dei punti principali su cui lavorare per mettere in difficoltà l’avversario, nonostante l’imbattibilità stagionale dei francesi ed i pochi goal subiti nel campionato di casa, con calciatori come l’ex Rafael Leao, Brahim e Zlatan Ibrahimovic che possono trovare terreno fertile per le proprie giocate decisive e Çalha che può essere incisivo più che mai in zona assist.
La prolificità del settore avanzato non è una delle caratteristiche principali del Lille, che nonostante le qualità dei propri attaccanti non trova nei loro piedi un numero consistente di reti, con una difficoltà realizzativa che rappresenta attualmente uno dei limiti al miglioramento ulteriore e definitivo del team.
L’età media, come per i centrali di difesa, è particolarmente bassa, con rendimenti di conseguenza che si rivelano altalenanti ma che sono calcolati in un contesto progettuale ben delineato come il loro.
Dopo il derby inizierà subito il cammino dell’AC Milan in Europa League, un percorso che non sarà affatto facile e che vedrà un contesto di forte equilibrio entro cui confrontarsi. Abbiamo visto come storia, moduli, progetti siano riusciti a creare una sorta di rete che equipara queste società per alcuni aspetti, ne intreccia le strade in più sensi e li rende lontanissimi per altri motivi.
Quattro squadre, due posti.
Riusciranno i rossoneri a qualificarsi?
Emanuele Frigerio