No, non sono possibili nomi di mercato ma i sei direttori di gara che spesso hanno deciso le sorti del Milan delle ultime 4 campagne europee, due di Europa League e due di Champions League.

Partiamo con lo svedese Jonas Eriksson. Lo stadio è l’Emirates, l’anno il 2018, la partita è Arsenal-Milan. All’andata gli inglesi hanno vinto con merito 2-0 ma il Milan parte forte nel ritorno e accorcia subito con Calhanoglu. Qualificazione riaperta e subito richiusa da Eriksson che in combo con l’arbitro di porta Johannesson concede un rigore per presunto tocco di Rodriguez sul braccio di Welback. Cosa abbiano visto i due svedesi non si sa, visto che nessun tocco c’è, al massimo una mano di Rodriguez che sfiora il braccio dell’inglese.
Welbeck sul dischetto poi farà 1-1, il Milan si spegne e perde gara e qualificazione. I giornali inglesi del giorno dopo non risparmiano il truffatore o il tuffatore Welbeck ma ormai il danno è fatto, londinesi avanti e milanesi a casa.
Si pensava potesse essere un caso isolato e invece era solo il primo di una lunga serie…
11 marzo 2021, sempre Europa League, ottavi di finale, il Milan va a casa del Manchester United a Old Trafford. La gara inizia alle 18.55 e dopo solo 12 minuti di gioco i rossoneri vanno in vantaggio grazie ad un gran gol di destro di Kessie che scaraventa uno scaldabagno al volo sul palo opposto. L’arbitro Vincic convalida la rete ma il VAR la cancella per un presunto tocco di braccio di Franck. Nonostante tutti i replay, risulta molto difficile stabilire se effettivamente il giocatore abbia toccato la palla con l’avambraccio. Quindi dov’è qui il chiaro evidente errore?La gara finirà 1-1, a San Siro basta un gol di Pogba allo United per passare il turno, quel gol che forse sarebbe bastato anche al Milan
Lo scorso anno il Milan torna in Champions League ma i problemi con la classe arbitrale europea non migliorano, anzi. Questa volta è il turno del turco Cakir che dopo aver espulso con eccessiva fiscalità Franck Kessiè nel primo tempo, concede un rigore nel recupero della partita per un presunto fallo di mano di Kalulu. Il tocco di Pierre ci sarebbe anche, peccato che sia preceduto da quello di Lemar che con il braccio porta avanti la sfera facendola carambolare contro quello del difensore milanista. Il VAR pare spento e non cambia la decisione. Rigore, gol di Suarez, Cakir declassato e punti pesanti persi dal Milan, a conti fatti decisivi per il passaggio del girone.
I punti il Milan pensava di riprenderli nella doppia sfida col Porto. All’andata i rossoneri non giocano certo una bella partita ma il risultato è ancora fermo sullo 0-0 fin quando da un contrasto di gioco si alza un campanile al limite dell’area di rigore. Sotto la traiettoria della palla si mette Isma Bennacer che occhi al cielo aspetta che la sfera scenda. In quel momento arriva in contatto l’attaccante del porto Tahremi che spingendo con braccio e fianco travolge il milanista. La palla resta tra le gambe che lascia a Luis Diaz che segna. Porto in vantaggio e Brych che convalida con il benestare del VAR.
Eh no i torti contro il Porto non sono finiti qui, perché al ritorno sempre Ismael Bennacer è coinvolto nel gol di Diaz. L’algerino protegge palla sull’attacco di Grujic che affonda il tackle e prende prima il piede di Isma e poi lo sgambetta prima di toccare la palla. Il francese Turpin lascia giocare, Pioli impazzisce a bordocampo ma l’azione non viene interrotte. È ancora Luis Diaz a segnare ma ad indirizzare la gara per l’ennesima una volta è stata una decisione arbitrale.
E rieccoci qua, perché dopo gli scempi dello scorso anno tutto si pensava ma non di rivivere una serata come quella di ieri sera a San Siro.
Serata di gala, c’è Milan-Chelsea con i rossoneri che vogliono la rivincita dell’andata e i blues che cercano i tre punti per sistemare un girone partito male. Primi 20 minuti equilibrati, con Milan che tiene bene il campo poi sale in cattedra l’arbitro Daniel Siebert, 38enne professore di educazione fisica di Berlino. Mason Mount entra in area inseguito da Fikayo Tomori che cerca di rallentarlo usando fisico e braccia ma senza trattenere o spingere l’avversario. Mount resiste e Tomori desiste da affondare l’intervento con l’esterno del Chelsea che conclude sul corpo di Tatarusanu in uscita. L’arbitro tedesco è deciso: rigore e rosso per Tomori, VAR che quindi non può intervenire in assenza di chiaro e evidente errore (il contatto seppur lieve e poco influente c’è). Jorginho segna, Aubameyang raddoppia dopo poco e partita chiusa. Lo stesso Mount nel dopo-gara si dirà sorpreso per rigore e espulsione.
Chi non è più sorpreso da questa catena di errori siamo noi, sperando di aver raccontato l’ultima puntata di questa serie horror andata in onda sugli schermi europei.
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