Milan – Compiere analisi o trarre conclusioni definitive solo e soltanto sulla base del mero risultato d’esercizio dell’AC Milan non è una buona idea.
Senza aver preso visione completa della relazione al bilancio, e cioè senza aver confrontato con i periodi precedenti le singole voci sia di spesa sia di ricavo, qualsiasi deduzione è semplicemente un esercizio inutile; anzi, spesso dannoso.
Non si sottovaluti nemmeno come, in un documento che solitamente è di oltre cento pagine, ci siano, da parte degli amministratori, delucidazioni e indicazioni altrettanto importanti della rendicontazione di tutte le componenti di bilancio come degli importi stessi.
Non è una novità che il c/economico, amministrativamente parlando, sia il “tallone d’Achille” del club e la drammatica crisi che colpisce oggi tutti i paesi del mondo non poteva che peggiorare la situazione.
Quanto sia deteriorata, e perché, potrà essere più chiaro solo studiando con calma la rilevante mole dei dati ufficiali che verranno resi noti attraverso la relazione al bilancio chiusa al 30.06.2020. Servirà, per questo, del tempo.
Quanto alla “scoperta” di parte della stampa circa la stabilità finanziaria del club ovvero il considerevole e consistente Patrimonio Netto che, di fatto, permette come l’ingente perdita sia per la maggior parte coperta, pure questa non è tale.
Sono tutte cose arcinote e, sebbene questa volta di tenore positivo, dunque nessuna sorpresa. Allo stesso tempo è più che probabile che non ci sarà nessuna meraviglia nemmeno per quanto riguarda la posizione debitoria del club che dovrebbe restare ampiamente gestibile e senza esposizioni dirette con banche e/o prestiti erogati da terzi.
In riferimento all’attuale esercizio si può già affermare che, in scostamento con il 19-20 e alla fine dell’attuale calciomercato, l’andamento delle spese sia in netta diminuzione, specie per quanto attiene gli ammortamenti. Ricordo, tuttavia, che la deroga concessa alle imprese circa la sospensione dei sopracitati costi, che potranno non essere contabilizzati al 100%, porterà un notevole vantaggio.
Per il futuro, a parer mio, ci sono due aspetti collegati. Il primo è che bisogna capire con precisione che cosa vuole l’UEFA e il secondo come, di conseguenza, si comporterà la proprietà. In questo scenario, con i costi del calcio d’oggi, il pareggio di bilancio senza artifici contabili o altre alchimie è una chimera.
Se davvero il fine di Nyon è quello di avere maggiore competitività tra i club, allora, dovrebbe fare marcia indietro. Dovrebbe consentire a chi è indietro nelle classifiche calcistiche, non in quelle del c/economico, d’investire tanto da poter risalire ad “armi pari” la corrente.
Le proprietà di questi club, semmai, dovrebbero dimostrare di poter onorare i propri impegni così che, una volta raggiunti risultati sportivi d’eccellenza, siano richiamati ad una gestione controllata ed equilibrata delle risorse.
Raffaele Greco
Milan, prime considerazioni sull'esercizio di bilancio 2019/20
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