L’esterno del Milan, Junior Messias, ripercorre la sua carriera fino all’arrivo al Milan: l’importanza di Dio e il primo impatto con Ibra.

Le confessioni di Messias a 90min Italia nel format Pitch Moments:
Effetto di Milanello: “Quando ho visto lo stemma del Milan, mi sono reso conto di essere arrivato nel calcio che conta. Mi sono innamorato del Milan i giocatori del grande Milan. Quando sono arrivato qui, ho incontrato Ibra, una leggenda del calcio, e ho capito che le cose erano cambiate”
Sulle prime parole di Ibra: “Eravamo a tavola a mangiare e mi ha detto “Ma tu parli poco? Bravo, devi parlare di meno e lavorare di più”.
Sulla sua parabola: “Dico sempre che la mia storia è stata scritta con la mano di Dio. In alcuni periodi non ci credevo più. Invece ho iniziato nell’Eccellenza e sono arrivato in A”.
Primo ricordo nel calcio: “In Brasile si impara in strada con gli amici. Avevamo una squadra di bambini, io mi allenavo con i più grandi: non trovato spazio e mi dicevo che il calcio non era per me”.
Quando hai trovato la forza per continuare nel sogno: “Ho parlato con il pastore della Chiesa e gli ho detto che non volevo più giocare a calcio e volevo solo fare le cose di Dio. Da quel momento in poi si sono aperte tutte le porte: dopo 4 giorni mi ha chiamato Ezio Rossi per un provino”.
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Sull’offerta del Crotone e la B: “Non è stato facile. Quando ho parlato con mia moglie non sapevamo cosa avremmo trovato: non volevo accettare la proposta. Ma quando sono arrivato là ho trovato tutto bellissimo”.
Primo gol in B: “E’ stato un sollievo: in 6 mesi avevo fatto un campionato di alto livello ma non arrivava il gol. E’ stato un sollievo e mi ha liberato l’anima. Sono corso dallo staff perchè loro mi dicevano ogni giorno che avrei segnato”.
Come cambia lo spogliatoio di categoria in categoria: “Cambia tanto perché quando giochi per salvarti o per rimanere nella catgoria, è diverso da quando giochi per vincere. Il salto più grande è stato dal Crotone al Milan: passi a fare un campionato di vertice e a giocare la Champions, sogno di ogni bambino. Lì sono cambiate completamente le ambizioni”.
Sulla vittoria scudetto: “Ho festeggiato tanto il giorno in cui abbiamo vinto lo Scudetto e infatti il giorno dopo non sono riuscito a salire sul pullman. La cosa che ho pensato subito è che avevo scritto una delle pagine più importanti della mia storia. Lo scudetto, la Serie A è uno dei migliori campionati al mondo: qualcosina ho fatto nella mia vita, ho qualcosa da raccontare ai miei figli, ai miei nipoti. Soprattutto con la maglia del Milan”.
Che finale vorresti per la tua storia: “Il Mondiale con la Nazionale. Quello sarebbe il sogno completo ma so che sono un po’ grande: la Selecao ha bisognon di rinnovare a aggiungere ragazzi giovani. Ogni volta che vedevo Ronaldo il Fenomeno fermavo tutto e andavo a vederlo”.
Consiglio per un ragazzo delle serie inferiori: “Deve fare passo dopo passo, ci vuole sacrifico: c’è da imparare e crescere mentalmente. Ci vuole anche un po’ di dono di Dio e talento”.
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