il 25/03/2020 alle 18:04

#MercoledìMeteora: Michael Essien, quando l’età conta

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Fisicità, corsa, non troppa tecnica ma tanto, tantissimo cuore.
La storia di Michael Essien è la classica favola del ragazzino che ce l’ha fatta. È partito dal continente africano e ha conquistato l’Europa, prima in Francia con il Lione e poi in Inghilterra con il Chelsea.
Arriva ai Blues per 38 milioni di Euro, diventando di fatto il calciatore africano più pagato di quei tempi. Se consideriamo le cifre del mercato attuale il gioco è sicuramente valso la candela, prendendo atto delle 7 bellissime stagioni che il “bisonte” passa alla corte di Roman Abramovich. Vince due Premier League, 4 Coppe d’Inghilterra e la Champions League 2011-2012, in quel Chelsea guidato da Roberto Di Matteo. Era un mediano duro, roccioso, prepotente fisicamente, ma talvolta riusciva anche ad andare a segno. Tutti ricordiamo il gol capolavoro in Champions League contro il Barcellona nel 2009. Un coniglio dal cilindro (date le sue irrisorie doti finalizzative) che in tanti rimembrano con piacere.
Dopo il Chelsea c’è il Real Madrid di Mourinho, quel Mourinho che tanto lo aveva voluto a Londra. Quel Mourinho che lui considera come un padre (“Daddy”, n.d.r.). Quel Mourinho che verrà scaricato a fine stagione e che inevitabilmente si proietterà anche nell’addio del centrocampista ghanese. L’età avanza, i chili aumentano, i piedi (per quanto già non graziosissimi) peggiorano.
E quale posto migliore esiste per fare un’altra figura barbina se non il Milan? Essien arriva nella Milano rossonera nel 2014. Un Milan in netta crisi, che punta ormai solamente sulle occasioni a parametro zero per aggiornare la rosa. Essien è proprio uno di loro, e come nella stragrande maggioranza dei casi, fallisce. 20 presenze: poche, brutte, insignificanti. Non un lampo, non un gol, non un assist, non una buona prestazione. Ci si chiede se a Madrid gli abbiano montato una lavatrice sulla schiena data la sua estrema lentezza nei movimenti, nelle scelte, nel gioco, in tutto.
Fortunatamente la vacanza italica di Michael Essien è durata poco. Anche per lui, come per svariati suoi colleghi maturi passati in rossonero, dopo il Milan c’è poco altro. Cerca fortuna (palesemente senza trovarla) prima in Grecia al Panathinaikos e poi in Oriente.
Un centrocampista potenzialmente da Milan, arrivato quando ormai non era più “da Milan”, in un momento in cui forse nemmeno il Milan era più “quel Milan”. È forse questo il riassunto più esauriente per giudicare Michael Essien in rossonero. Un’altra meteora delle tante passate da San Siro.
Enrico Boiani

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