Come un figliol prodigo di ritorno dal calcio che conta.
Succede spesso che alcuni giocatori siano baciati dalla fortuna, o dal talento, o da un mix di elementi e nel corso di una stagione sembrino tra i migliori al mondo. Chimica con l’allenatore, con i compagni, con la piazza e con sé stessi.
È successo in quel magico 2013-2014 per il Torino e in particolare per Alessio Cerci. Con Ciro Immobile ha formato la coppia gol più prolifica del Campionato, tanto da portare il Torino in Europa League. Succede anche, in queste occasioni, che i pezzi pregiati dei “one season club” vengono ceduti ai grandi club per fare cassa e ripartire, magari consolidando un po’ tutta la squadra.
Fino a qui sembra tutto normale e difatti dopo la grande stagione al Toro Alessio Cerci passa all’Atletico Madrid, nel “calcio che conta”. Peccato però che tra le file dei Colchoneros veda pochissimo il campo, e nell’auspicio di trovare più spazio decide, un anno dopo, di tornare in Italia, con la maglia del Milan.
La fine (calcistica, s’intende) di Alessio Cerci inizia proprio qui. Dopo il Torino e il seguente passaggio all’Atletico non ha più ritrovato il ritmo, i gol e le prestazioni passate. Nel Milan realizza tante presenze ma incide pochissimo, e negli anni successivi le cose di certo non migliorano. Approda al Genoa, al Verona e infine alla Salernitana, in Serie B.
Una salita veloce seguita da una discesa ancor più rapida. Purtroppo per tutti la parentesi rossonera di Alessio Cerci è avvenuta all’inizio di quella rocambolesca discesa. Forse ne è stata addirittura la causa, fatto sta che l’ala destra ex Torino entra di diritto nel catalogo delle tante meteore passate dal Milan.
Photo Credits: 90min.com
Enrico Boiani

#MercoledìMeteora: l’inizio della fine di Alessio Cerci
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