C’è un doppio ex importante per questa finale di UEFA Champions League: intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Mario Balotelli ha parlato del big match di Istanbul, dello scudetto del Napoli, del Milan di Rafael Leao e… dei problemi con Roberto Mancini e con la Nazionale.

Chi tiferà in finale di Champions il doppio ex?
«Ho ricevuto tanti inviti per la finale di Istanbul, sono indeciso: mi sa che mi siederò al centro dello stadio, per evitare equivoci. Il mio cuore è diviso a metà, meglio non dire altro. La testa mi dice che mi piacerebbe vincessero entrambe. Ma non si può».
Mario Balotelli sullo stadio di forma dell’Inter e sul Manchester City… favorito
«Indubbiamente. E ha tanti giocatori che fanno la differenza. A cominciare dal mio amico Dzeko, ma non trascurerei Lukaku e lo scatenato Lautaro: bellissimo il secondo gol con i viola. City favorito? L’esperienza mi dice che in finale, in partita unica, è meglio arrivare sfavoriti. E comunque la squadra di Guardiola esprime un gran bel calcio, ma anche quella di Inzaghi è molto efficace».
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Balotelli sul derby in semifinale tra Inter e Milan
«L’atmosfera delle serate migliori. Ho visto tanta gente, tra gli altri Leao. Gli ho consigliato di restare al Milan: c’è una squadra di prospettiva, con qualche rinforzo può dire la sua ovunque. Chi mi piace nei rossoneri? Oltre Rafa spicca Maignan. E Tonali: l’ho visto sbocciare a Brescia. Tutto il gruppo è competitivo. Chi si sarebbe aspettato che vincesse lo scudetto e arrivasse in semifinale di Champions? Poi c’è Zlatan, Zlatan è super, un esempio per qualità e professionalità. Ma stiamo parlando anche di Dzeko, Giroud, tutti grandi giocatori che non fanno sentire la loro età».
Balotelli sugli attaccanti, cominciando da… Erling Haaland
«Erling è straordinario. Anche su di lui Mino Raiola aveva avuto un grande intuito. Nel City abbondano gli uomini assist: Guardiola sa bene come servirlo e lui è un cecchino formidabile. La risolve lui? Non ho detto questo. Anche l’Inter ha attaccanti di primissimo piano. Sarà apertissima. Il più forte centravanti del mondo? I numeri dicono Haaland, ma per me è una questione di gusti. Osimhen, ad esempio, è speciale. In campo sa fare tutto, un po’ come me negli anni verdi. E poi è un ragazzo unico».
Sulla mancata chiamata in Nazionale da Roberto Mancini: qual è stato il problema?
«Aspettavo una sua chiamata prima della Macedonia. Non so cosa sia successo. La maglia è una cosa, poi i rapporti con i singoli sono un’altra storia. Assolutamente no, non mi riferisco ai rapporti con i miei vecchi compagni. Ho visto che lo hanno detto Chiellini e Bonucci. La verità è che io ho sempre riso e scherzato con tutti. Non ho mai avuto problemi con nessuno».
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