Abbiamo chiesto a Carlo Pizzigoni chi è Marco Pellegrino e perché il Milan sta completando il suo acquisto dal Platense
Il Milan sembra aver ormai scelto sul calciomercato il difensore centrale giovane e di prospettiva per completare il reparto: si tratta di Marco Pellegrino, argentino classe 2002 che milita nel Platense, squadra di medio-bassa classifica in Argentina. Per aiutarci a capire meglio chi è Marco Pellegrino e perché il Milan sta completando il suo acquisto dal Platense abbiamo fatto qualche domanda a Carlo Pizzigoni, giornalista esperto di calcio sudamericano e autore de “La Fiera del Calcio” (podcast che potete trovare su Twitch, Spotify e Youtube).

Marco Pellegrino, classe 2002, argentino con passaporto italiano: che tipo di giocatore è? In cosa eccelle e in cosa deve migliorare ancora?
“E’ un giocatore che si è affacciato in maniera forte in questo anno di Superliga, gioca nel Platense, una squadra di livello medio basso allenata da Martin Palermo. E’ un centrale difensivo, sinistro naturale con grande qualità nella costruzione e anche tanta visione: può giocare sia in una difesa a 4 che come braccetto in una difesa a 3, perché se avanza ha la qualità per la rifinitura. A livello muscolare è ben definito, è forte ed esplosivo, anche negli stacchi aerei, ed è parecchio aggressivo”.
“Come punto debole potrei identificare il fatto che sull’idea di marcatura che abbiamo noi è un po’ più indietro, ma in una squadra come quella di Stefano Pioli che vuole proporre è sicuramente una buona chiamata. Certo, tra il Platense e il Milan c’è una bella differenza. Un ruolo come quello per cui verrà acquistato, di backup, è adatto per farlo crescere e magari arrivare ad insidiare le rotazioni dei titolari. La crescita è stata esponenziale, è un giocatore che ha anche passaporto italiano (da non molto) ed era già stato segnalato alla Federazione per una possibile convocazione”.
“Di Marco Pellegrino ne avevamo parlato diversi mesi fa alla Fiera del Calcio, proprio per evidenziare qualche nome diverso di squadre minori dal sudamerica, e per l’approdo in Europa avevamo segnalato proprio il nome di Marco Pellegrino. Questo è il momento giusto per prenderlo. Una ulteriore conferma e una ulteriore crescita vorrebbe dire attirare l’attenzione di club di campionati che hanno più appeal della Serie A. E’ sempre molto pericoloso prendere un giocatore fatto e finito con queste caratteristiche, perché rischi di pagarlo tanto. Per altro, il mercato argentino in questo momento è un mercato molto economico vista la situazione finanziaria disastrosa del paese. Devi comunque sapere andare dai nomi giusti al momento giusto. E in questo caso, mi sembra che il timing sia perfetto”.
Lo scorso anno, i rossoneri hanno chiuso sul finale di mercato un colpo simile ma con un po’ di esperienza in più: Malick Thiaw. Pellegrino può fare un percorso simile a quello del tedesco, entrando nelle rotazioni di Pioli già da questa stagione?
“Malick Thiaw mi piaceva da tanto, e quando è arrivato pensavo avesse subito tanto spazio nelle rotazioni dei titolari. Capisco che Pioli arrivava da un anno importante, con un gruppo che aveva appena vinto il campionato e col quale sapeva quali corde toccare. Quando è entrato ha fatto e bene e si è meritato la titolarità, da fuori comprendo il lavoro di Pioli, è naturale. Ma già dal principio parlandone più volte con chi il calcio lo vede per davvero (e non sono tanti in Italia) c’era questo tipo di considerazione. In realtà poi è difficile sapere le cose con certezza, guardiamo al discorso di Charles De Ketelaere, che reputo un giocatore di un altra categoria. Non sempre l’incastro viene bene, non sempre il giocatore si adatta”.
“Quest’anno il Milan ha cambiato tanto, e deve fare attenzione a creare una grande identità di squadra, non può correre il rischio di diventare una Udinese di alto livello, con troppi giocatori nuovi. Questo lavoro dev’essere fatto sia sul campo da Stefano Pioli che soprattutto dalla società, deve trovare identità e riconoscibilità attraverso i giocatori. Giocatori alla Maignan, ad esempio, devono essere proposti con una visibilità di un certo tipo, soprattutto dopo i due addii di Sandro Tonali e Paolo Maldini”.
“Il lavoro di Pioli è invece legato al fatto che con tanti giocatori nuovi, non tutti raggiungeranno da subito l’incastro perfetto. Un po’ di pazienza i tifosi del Milan la devono avere, e ho visto della disponibilità in questo senso anche se sappiamo che alla prima/seconda scivolata, e sinceramente non riesco a trovare un perché, tutti andrebbero a prendere il tecnico. Non è la cosa giusta secondo me, in questo momento bisogna soffiare sul vento della prudenza. Sulla prospettiva mi sembrano tutti dei grandi acquisti, a cominciare da una superstar come Chukwueze: credo che ci sia tanto materiale di buonissimo livello”.
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