Vittoria trionfale del Milan contro il PSG, basta dare le colpe a Pioli se i giocatori non performano al massimo: l’editoriale di Marchetti
Non poteva sbagliare il Milan e non ha sbagliato contro il PSG, a Pioli troppe critiche e troppi pochi meriti: Luca Marchetti va controcorrente. L’esperto di calciomercato a Tuttomercatoweb ha fatto il paragone tra la sfida di martedì sera e Inter-Barcellona della passata stagione. I risultati condizionano troppo il giudizio su Pioli: il suo percorso non va messo in discussione.

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Milan-PSG come Inter-Barcellona
“Il martedì è stato invece trionfale per le italiane. Trionfale per il Milan che è riuscito nell’impresa. Una partita praticamente perfetta contro il PSG, che ricorda quella della passata stagione dei cugini interisti contro il Barcellona: nel momento delicato della stagione si spazzano via polemiche, dubbi e ombre con una vittoria di forza contro una grande europea. Ora naturalmente al Milan bisogna chiedere continuità rispetto a questa strada. Ma allo stesso tempo devono essere riconosciuti a Pioli i suoi meriti. Troppo spesso ormai (ma vale anche per gli altri allenatori) tutto è determinato dal risultato, tutto è condizionato da giudizi velocissimi e tranchant che non prendono mai in considerazione il quadro d’insieme. E’ il più grande torto che si può fare al lavoro di una società. Questo non significa che Pioli sia esente da errori. Sicuramente lui, come i suoi giocatori, come i suoi colleghi sbaglia. Semplicemente perché fa”.
Marchetti difende Pioli
“Ma quello che ha fatto Pioli in questi anni non può mai essere cancellato da un paio di risultati negativi. Il giudizio non può essere così condizionato dallo stato di forma dei suoi giocatori migliori che – come abbiamo avuto la riprova – possono decidere qualsiasi partita. E’ un’analisi che deve essere fatta partendo da più lontano. Pioli è stato uno degli artefici della ricostruzione del Milan. E fintanto che il Milan rimane in corsa per gli obiettivi (anche quelli minimi) di inizio stagione è assolutamente in bolla con le aspettative. Se non dovesse centrarli (o se stesse per non farlo) allora si dovrà analizzare come mai. Quante sono le responsabilità: non si può ridurre tutto ad un cambio o a una deviazione. E questo vale anche per gli altri allenatori che – ciclicamente – sono messi in discussione settimanalmente. Il Milan non è rinato improvvisamente, semplicemente perché non era morto. Ci sono dei problemi ancora da risolvere (alcuni magari con il mercato), dei rendimenti da migliorare. Ma il Milan ha dimostrato di potersela giocare con chiunque. E’ questa la cosa più importante. Ora – come dicevamo – deve dimostrare di poterlo fare sempre o comunque più spesso”.
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