Il direttore tecnico del Milan, Paolo Maldini, ha parlato ad Amazon Prime prima della partita con il Tottenham.

Sulla partita: “La nostra storia purtroppo è pesante, questa è la storia di una squadra ambiziosa e di un club importante. Tutti sappiamo che giocare con la maglia rossonera è un grandissimo peso. Siamo pronti ad entrare fra le prime 8? Dobbiamo sfruttare l’occasione, ce l’abbiamo. Siamo lì stabili? Assolutamente no. Il percorso che abbiamo fatto è sotto gli occhi di tutti, dobbiamo essere orgogliosi di essere qua a giocarcela. Le difficoltà ci saranno, senza dubbio”.
Che difficoltà prevedi? “Le difficoltà sono date dai loro giocatori, dall’ambiente e anche dal tipo di partita. Quindi tutto l’insieme è difficile ma anche stimolante. Sono partite in cui provi la tenuta dei tuoi giocatori”.
Sei teso: “Ero teso anche quando giocavo, ma fingevo meglio (ride, ndr)”.
Come avete affrontato la crisi? “Come avvengono queste cose, non lo so. Perché finisce la prima parte di stagione che sei secondo, vicino alla prima squadra. Inizia un periodo di allenamento, una nuova stagione, alla fin fine ha fatto che le stagioni fossero due in una. Parti molto bene con la Salernitana, parti molto bene con la Roma e poi prendi due gol negli ultimi cinque minuti e lì cambia tutto. L’aspetto psicologico è importante. La squadra, non essendo ancora a quel livello lì, può avere dei rimbalzi. Il mister ha provato a mettere a posto le cose cambiando modulo, cercando soprattutto di non prendere gol perché ogni azione prendevamo gol, nel mese di gennaio abbiamo preso decine di gol. Cosa che non succedeva prima. Da lì poi ripartire con i concetti che ci hanno portato a poterci giocare queste partite: essere aggressivi, cercare di giocarcela con tutti, essere coraggiosi”.
Ti piace questa difesa a 5? I confronti con il mister hanno influito? “Questa domanda me la fai sapendo che non mi piace la difesa a 5 in generale (ride insieme a Nesta, ndr). Abbiamo sempre parlato di quello, abbiamo sempre giocato a quattro. L’idea di cercare compattezza ii un momento difficile è logica. Lo puoi fare attraverso la difesa a 5, attraverso la difesa a 4 con un centrocampista in più, lo puoi fare in mille maniere. Il ruolo mi impone di parlare con l’allenatore, di vedere cosa si può fare per migliorare una situazione che stava diventando delicata. Naturalmente le idee e le decisioni sono sue e vengono poi supportate. Quello che si chiede ad un club come questo è quello di essere coraggiosi e ambiziosi anche nelle difficoltà. Dobbiamo sempre pensare a dove siamo partiti e con quali mezzi siamo arrivati qua, dobbiamo essere orgoglioso di questo percorso. Siamo diventati più ambiziosi con lo scudetto dell’anno scorso che era una cosa inaspettata, quindi ha alzato l’asticella. Siamo lì pronti ad essere sempre competitivi per vincere? Forse no, ma dovremo essere contenti di dove siamo”.
Avevate preso in considerazione di inserire Ibra in lista Champions a gennaio? “Naturalmente è stata una discussione con l’allenatore, Zlatan devo dire che si è allenato dopo la prima partita in casa con il Tottenham, quindi era una decisione difficile da prendere. Abbiamo parlato con lui e lui capiva che non sapeva ancora come avrebbe reagito il suo corpo”.
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