Maldini: “Io, milanista per fortuna. I racconti di Berlusconi si sono moltiplicati…”

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Oggi, al Teatro Manzoni di Milano, Adriano Galliani ha presentato la sua autobiografia “Le memorie di Adriano G.”. All’evento presente anche il leggendario capitano e attuale direttore tecnico del Milan Paolo Maldini.

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Queste le dichiarazioni sul Milan e il suo tifo per i colori rossoneri, riportate dal portale MilanNews: “Io posso dire innanzitutto di essere stato fortunato a essere nato figlio di Cesare, capitano milanista, essere nato a Milano e aver potuto giocare con questa maglia gloriosa e poi ad un certo punto della mia vita, a 18 anni, è arrivato il presidente Berlusconi con Adriano Galliani come AD e ha fatto vivere a tutti noi un sogno incredibile, perché quello che ci ha raccontato il presidente Berlusconi nella sala di Milanello il primo giorno che ha incontrato la squadra è effettivamente quello che è avvenuto. Anzi, poi lo abbiamo moltiplicato per due, per tre, per quattro e per cinque. Chi vive la vita ed il calcio con passione di Adriano ha una grandissima stima, perché lui lo fa alla stessa maniera”.

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In particolare, il riferimento che fa Maldini all’ex presidente Silvio Berlusconi è a quanto illustrato anche nel podcast di Fedez “Muschio Selvaggio”: “All’inizio non era un politico. Quando è arrivato al Milan ci ha raccontato il suo progetto e ci hanno fatto sognare tutti. Non era conosciuto come oggi, quindi qualche dubbio lo abbiamo avuto quando ci ha detto che voleva portare il Milan in vetta al mondo. Lui è arrivato e ha riorganizzato tutto il club come un’azienda che doveva funzionare. Lui era metodico, controllava tutto. Si preparava in tutto, prima di parlare con qualcuno voleva sapere tutto di lui. Prima di diventare primo ministro nel 1994, ad inizio stagione, ci disse che avevamo tre obiettivi: vincere il campionato, vincere la Champions e lui doveva diventare presidente del consiglio.

Ci disse – continua Maldini – che se avessimo vinto la Champions League lui avrebbe avuto più chance di diventare primo ministro. E come è andata? Abbiamo vinto il campionato, la Champions e lui è diventato primo ministro. Io conoscevo suo figlio Pier Silvio, mi capitava di andare ad Arcore con lui. Se abbiamo parlato di politica? No, magari è successo sul calcio. Sulla vita in generale lui è sempre stato molto attento. Lui è sempre stato molto attento a tutti noi. Un anno fa sono stato ad Arcore con lui e Galliani, e ha chiesto cose sulla mia famiglia e cose così. Sono cose fanno piacere, vuol dire che ci tiene”.

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