“Inquadrare, poi giudicare”: il giornalista Sandro Sabatini prende le difese (a suo modo) del numero 10 del Milan Rafael Leao dopo le critiche piovute nelle ultime ore
La reazione nel derby dopo il 3-1 e il gol sbagliato in Milan-Newcastle hanno messo Rafael Leao nel mirino delle critiche della stampa italiana e di diversi opinionisti del mondo del calcio.In un editoriale sul portale online calciomercato.com, il giornalista Sandro Sabatini ha provato ad analizzare il dibattito intorno a Rafael Leao, nuovo numero 10 del Milan, intorno alla questione delle nuove responsabilità che questa stagione ha portato con sé.

“Inquadrare prima di giudicare”
“Rafael Leao è sempre lo stesso. Ma è cambiato il mondo intorno a lui. Non è una contraddizione, né un paradosso, oppure una via di fuga per farlo scappare non più dagli avversari ma dalle responsabilità. È un po’ di tutto assieme. Meglio spiegare. […] Leao è un campioncino di nuova generazione. Cerchiamo di inquadrarlo, prima di giudicarlo. […] Se siete Under 20: è come voi. Per gli under 40: è come sarà vostro figlio tra qualche anno. Per under (e over) 60 è un nipote che sta crescendo. Per tutti: è un giovanotto con un sacco di soldi e di fama, che prima non aveva. E una montagna di responsabilità da scalare. Infatti, fateci caso: Rafa Leao sorride meno adesso, rispetto a un anno fa. Dei soldi se ne rende conto, perché lo stipendio a fine mese gli è stato moltiplicato per quattro. Anche della fama è consapevole, perché è conosciuto sempre e ovunque come una star, malgrado al Mondiale e generalmente in nazionale non abbia brillato”.
Leao, le Responsabilità e la 10 del Milan
“Delle sue responsabilità capisce poco, e nemmeno quando si guarda allo specchio. Perché le responsabilità non le vede allo specchio. Gliele hanno messe sulle spalle, sulla targa: numero 10, caro Rafa. Non è banale. […] Certo, non l’hanno indossata solo Rivera e Gullit, la mitica 10. Ma resta il simbolico e cosiddetto “peso sulle spalle”. Ovvero il peso di un contratto supermilionario e la maglia che significa numero uno della squadra. Leao ne è consapevole? A prima vista, no. Ma sarebbe meglio se fosse davvero così, perché la consapevolezza si migliora. Arriverà con il tempo. Come il destino. E proprio il calcio affidato anche (un po’) alla casualità, segnala un paragone di straordinaria attualità. Leao va male perché ha rinnovato il contratto e gioca con più responsabilità? Forse. Giusto, magari. Ma anche Kvara va male. E lui, invece, il contratto non l’ha rinnovato e nemmeno le responsabilità sono superiori a pochi mesi fa. Giocano anche nella stessa zona di campo, sono più o meno coetanei, eppure Leao e Kvara raccontano storie che l’anno scorso sembravano simili. Oggi quasi opposte”.
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