Il Milan vince e convince contro la Lazio, Leao determinante ma non è più solo: Pioli stupisce ancora il giornalista
Il Milan si è rialzato dopo la brutta batosta del derby e in questo momento condivide la testa della classifica con l’Inter: Leao è da sempre il punto di forza, ma il giornalista si sofferma sul contorno e sulle strategie di Pioli. Paolo de Paola nel suo editoriale per Sportitalia elogia le nuove armi del Milan arrivate dal mercato, Leao non è più solo. Spazio anche al Napoli, fatto fuori troppo presto.

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Milan, non solo Leao: nel segno di Pioli
Paolo de Paola parte da Milan-Lazio per analizzare la squadra di Pioli: i segnali sono più che positivi.
“E ora Sarri si affidasse pure al consueto silenzio stampa magari per protestare contro il gol di Pedro annullato per fuorigioco o per la condotta all’inglese dell’arbitro. No, non possono esserci alibi per questa netta sconfitta della Lazio. Il Milan è stato superiore in tutto: nel gioco e nella qualità dei singoli. Nel secondo tempo la Lazio è letteralmente sparita dal campo per merito di Pioli. Per i rossoneri c’è vita oltre Leao, Hernandez e Giroud, si chiamano Pulisic, Reijnders, Musah e soprattutto Adli (uscito fra l’ovazione del pubblico). L’ultima invenzione tattica di Pioli che ha saputo raccogliere i frammenti sparsi per terra dopo il frontale nel derby ridando coraggio e fiducia ai suoi giocatori. Il Milan è stato rianimato pezzo per pezzo ed ora è splendidamente primo avendo cancellato il brutto ricordo (non era facile) e in attesa di rituffarsi in Champions”.
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Calma a far fuori il Napoli: l’anno scorso ci ha insegnato una cosa
“Chissà dove sono adesso i criticoni del Napoli, quelli che avevano già imbastito processi su tutti, dall’allenatore alla società, ai giocatori. Ho letto pregevoli articoli sull’ineluttabile destino di una società/squadra dalla quale non si può pretendere continuità di successi. Magari sarà anche vero, ma perché questa fretta di promuovere o bocciare? Sempre in bilico fra eruzione e depressione come se l’eccesso fosse la cifra con cui si misura tutto in questa città. È sbagliato. Su un punto bisogna intendersi: nel calcio non c’è nulla di definitivo. Nulla. E infatti il Napoli è lì, in alto, tornato fra le prime dopo un’altra sontuosa prova di forza contro il Lecce e in attesa del prossimo confronto di Champions contro il Real Madrid di Ancelotti. Nulla vieta di ragionare sulla metamorfosi, sulle discussioni giocatori-allenatore, sulle scelte di quest’ultimo, sul caso Osimhen, ma viene tutto dopo perché nel calcio, altra regoletta fondamentale, le vittorie spengono ogni incendio. Quindi perché farsi male con giudizi o sentenze definitive? Non era bastata la lezione della stagione scorsa quando un intero ambiente si era spaccato su Mertens, Koulibaly, Spalletti per poi risalire tutti appassionatamente sul carro dei vincitori? Calma. Ci vuole serenità di giudizio senza seguire sempre e soltanto la pancia di un tifo che pretenderebbe il successo in ogni partita. Raggiungere un traguardo non obbliga affatto a vincere sempre. Il Napoli è tornato bello: lo dicono le prestazioni, ancor prima delle vittorie”.
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