Tira un’aria strana in Qatar da quando il risultato di Marocco – Portogallo è rimasto inchiodato sull’1-0.

In tanti trovano molte ragioni per essere contenti: i più deboli hanno vinto, i più forti hanno perso. Qualcosa di vagamente biblico per un Mondiale di calcio giocato a due passi (si fa per dire) da La Mecca.
Lionel Messi è arrivato più in là di Cristiano Ronaldo, accontentando – e non possiamo nasconderci – la stragrande maggioranza dei fan in giro per il mondo. I Messi-fans sono tantissimi: molti sono integralisti, molti sono cocciuti, ma soprattutto, in tanti sentono la rivalità con Ronaldo come qualcosa di piuttosto personale. Un po’ come si fa quando c’è un narcotrafficante che viene condannato alla tele. Non provi malessere quando lui è fuori dai giochi, ti senti appagato.
Non tanto diversamente questa categoria prova una certa soddisfazione nel vedere Ronaldo out dal Mondiale.
I tifosi di Messi con Ronaldo? “It became personal with me”, o qualcosa del genere
Del resto, il duello tra fan del debate Messi – Ronaldo è diventato una guerra di posizioni, e nessuno fa 7 o 10 passi indietro. In realtà, per quella che è la mia opinione, penso che i registi più bravi siano quelli che ti travolgono facendoti detestare il villain del film – il solito tipo losco che butteresti dal primo ottavo piano che ti passa accanto – ma che, alla fine, quando Mr. Malvagio muore di una fine dolorosa e intensa, provi tutta l’empatia del mondo. Ti senti in colpa, ti dispiace, provi pietà. Ti fanno sentire così.
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Ad esempio Shakespeare era bravissimo a descrivere queste dinamiche, ma chi ha scritto la sceneggiatura dei Mondiali in Qatar no. Anche perché, ora che si sono rovesciate le posizioni dei due personaggi, accade che i supporters delle due parti rimangono fermi sulle loro ex-convinzioni.
Contro l’Olanda, il fragile Messi prima “ne ha dette quattro” al ct avversario van Gaal, poi ha rifiutato di stringere la mano di Wout Weghorst – per molti quello della doppietta, per altri bobo (“idiota”, come lo ha soprannominato Messi) – agitandosi come un duro nel Wild West. Il macho Cristiano Ronaldo, dopo le tante polemiche pre-Mondiale è finito in panchina e, almeno ufficialmente, avrebbe accettato la nuova posizione. Nessuna polemica, giornali smentiti e Portugal the first. Niente sceneggiate sull’onore di chiamarsi “Cristiano” davanti alle telecamere ma, soprattutto, Ronaldo è stato visto da tutto il mondo come quello che al suo ultimo Mondiale piange disperato.
Ad oggi, sicuramente Messi ha ancora del tempo per fallire, o perché no, per cadere in piedi, o perché no, per vincere. È altrettanto ragionevole vedersi sorridenti per “il sogno africano” del Marocco giunto in semifinale dei Mondiali.
Ma a non provare un minimo d’amarezza per il tramonto magrebino del campione Cr7, no, spero che quelli non siate voi.
Ieri erano probabilmente le ultime lacrime di Cristiano Ronaldo su un campo da calcio, o meglio, l’impressione è che vedremo le prossime soltanto nella malinconica giornata in cui “Cr7” appenderà gli scarpini Nike al chiodo.
La storia infinita è, praticamente, ad un paio di minuti dai titoli di coda: la stessa storia. La storia di Messi che contiene Ronaldo e la storia di Ronaldo che contiene Messi.
Da oggi, segnatevelo, anche Messi non sarà lo stesso senza Cristiano Ronaldo.
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