il 27/10/2020 alle 10:56

La Serie A femminile non è immune

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Sembrava salva la Serie A femminile, sembrava vivere in una bolla di comportamenti encomiabili e fortunosa immunità: fino a pochi giorni fa non c’era notizia di contagi da Covid tra le giocatrici della Serie A femminile, e le ragazze sono anche serenamente partite per i rispettivi impegni con le nazionali.
Ma la presunta bolla di immunità si è dissolta nel giro di pochi giorni: il primo caso di positività nel ritiro delle azzurre – anche se di fatto la vittima del contagio, Alia Guagni, risiede in Spagna -, la paura di altre positività poi risultate false, ma contemporaneamente le notizie di contagi riscontrati nelle squadre di club, come il Napoli Ladies, costringendo tutta la squadra alla quarantena. Abbiamo insomma scoperto che la Serie A femminile non è immune dal virus, e che i comportamenti previdenti non sono stati sufficienti per sottrarsi all’inevitabile.
La pericolosità del vedere la Serie A femminile confrontarsi con il virus emerge forte e chiara anche in questo frangente, riportando all’attualità tutti i discorsi già sostenuti nella scorsa primavera. L’eterogeneità delle squadre che compongono il massimo campionato mostra in maniera evidente dove si insidiano le fragilità del sistema calcio femminile, e per quanto momentaneamente sia stata evitata la sospensione del torneo, le difficoltà che emergeranno nel tenere il passo non sono certo un segreto.
Quale previsione dunque per la Serie A femminile? Probabilmente una sorta di “bolla” per le calciatrici, vincolando le ragazze a convivere con il gruppo squadra eliminando ogni forma di contatto esterno, limitando gli spostamenti alle sole attività di allenamento. Questa ipotesi, che negli ambienti professionistici si concretizza facendo vivere i calciatori presso gli enormi centri sportivi, potrebbe però già essere più complicata per tutte quelle società che a fatica possono mettere a disposizione strutture dedicate esclusivamente alla squadra femminile, o che ancora più faticosamente dovranno lottare per sopravvivere e mantenere comunque al sicuro le proprie tesserate con tutti i mezzi possibili. Tante società non sono sopravvissute alla prima ondata, costrette a soccombere davanti al peso delle spese insostenibili a fronte di un futuro incerto; l’augurio è che l’ecatombe di questi mesi non si ripeta nel prossimo futuro.
Photo credits: acmilan.com
Lucia Pirola

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