Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex attaccante del Milan Patrick Kluivert ha parlato della nuova Serie A… degli olandesi.

È invidioso della trasformazione del calcio italiano, che rispetto ai suoi tempi forse punta su uno stile di gioco più aperto?
«Ecco, forse invidioso non è la parola giusta, però in effetti quando giocavo io c’erano Boban, Costacurta, Albertini, io e Weah davanti. Grandissimi giocatori, fuoriclasse, ma l’atteggiamento era diverso».
Consiglierebbe a un olandese di venire in Italia, visti i problemi che ha avuto lei?
«Epoche diverse non si possono paragonare. È bello vedere che giocatori come Wijnaldum e Depay pensino di venire in Italia. Anche se devo dire che a Barcellona i tifosi premono per tenere Memphis, che qui ha fatto vedere buone cose».
Secondo lei l’Italia è più adatta a Wijnaldum o a Depay?
«Gini e Memphis sono diversi, avranno o avrebbero allenatori diversi, Mourinho applica un sistema che non è quello della Juve e neppure quello al quale Wijnaldum era abituato. Non saprei fare pronostici. Ma sono bravi e non vedo perché dovrebbero fallire in Italia. Nell’anno del Mondiale bisogna cercare di giocare il più possibile, credo che questa per Memphis, che a Barcellona è chiuso da tanti attaccanti, sia una motivazione importante. Ma non è certamente la sola e anzi, dal mio punto di vista è bello vedere che giocatori di tal qualità sono contenti di trasferirsi in Italia».
Bello perché?
«Ma perché mi piace la Serie A e il Milan resta nel mio cuore, lo sanno tutti. È una società che adoro e sono contento che adesso la squadra sia tornata a livelli alti. È stato un lungo cammino, una sofferenza immagino per i tifosi abituati ad altro. Ci sono periodi così».
LEGGI QUI ANCHE -MANNAERT (AD BRUGES): “DE KETELAERE AL MILAN UNA SOAP OPERA! VI RACCONTO PAOLO MALDINI”-
Al Milan resta il faro Ibrahimovic, presto compirà 41 anni. È arrivato all’Ajax pochi anni dopo di lei e ancora non vuole smettere. Lei ha solo cinque anni di più, ha fatto il dirigente del settore giovanile del Barça e molte altre cose e ora aspetta di allenare una squadra. Strano che Zlatan nel frattempo giochi ancora?
«Non ci sono storie uguali: se Zlatan se la sente, non vedo perché non dovrebbe continuare. E’ un vincente, un leader, parla con i giovani, è un personaggio e nella storia del calcio ha già dimostrato tanto. All’Ajax è bello giocare per un attaccante, ma ci sono tante storie da valutare e Ibra ha avuto successo dappertutto. Come me ha giocato con Ajax, Milan, Barcellona. Abbiamo qualcosa in comune, sa? Ma lui ha avuto una carriera più lunga. È un professionista esemplare e soprattutto capisce di calcio. Non vedo perché dovrebbe smettere se si sente bene. L’età è solo un numero sui documenti».
A proposito di documenti: suo figlio è giovanissimo ma deve trovarsi un posto lontano dalla Roma.
«Mi auguro che il club provveda, perché Justin ha la sua storia da scrivere e merita un club che lo faccia giocare con continuità. È fondamentale per il suo sviluppo».
Quali sono i suoi allenatori modello?
«Mi piace Xavi che sta riportando il Barcellona ai livelli più alti, ammiro molto anche Tuchel, Klopp e Galtier».
Pare di capire che il calcio italiano non potrebbe essere il suo terreno da allenatore.
«Sto aspettando l’occasione giusta. Mi piace il bel gioco però bisogna anche essere messi in condizione di vincere. Il bel calcio in sé stesso produce poco».
Le sue favorite per lo scudetto italiano?
«Bisognerà vedere qualche partita vera, non le amichevoli. Milan, Inter, Juve e Roma mi sembrano sullo stesso livello. L’Atalanta è stato un bel caso a livello europeo, ora c’è da aspettare per giudicare il futuro».
Giocatori di Serie A che le piacciono?
«Leao, Lukaku, Lautaro».
Scarica QUI la nostra app per dispositivi Android. Rimani sempre aggiornato sulla tua squadra del cuore!
Scarica QUI la nostra app per dispositivi IOS. Rimani sempre aggiornato sulla tua squadra del cuore!