Kaladze alla GdS: “Andriy farà bene a Genova ma stasera gli tiferò contro”
In vista della sfida di stasera, la Gazzetta dello Sport ha intervistato Kakhaber Kaladze, grande ex rossonero (ma anche rossoblu) e soprattutto grande amico di Andriy Shevchenko.
Hai giocato con Shevchenko sia alla Dinamo Kiev che al Milan. E’ stato importante ritrovarlo a Milano?
Quando sono arrivato a Kiev, Andriy si è subito dimostrato un amico aiutandomi ad inserirmi nello spogliatoio e facendomi conoscere la città. Abbiamo caratteri simili, siamo persone dedite al lavoro e al sacrificio, qualità affinate da Lobanovski, grande maestro. Sheva era molto più sciolto, a Kiev era a casa sua mentre io agli inizi più riservato. Mi è stato di grande aiuto e supporto soprattutto con la lingua, per fortuna lui parlava già un po’ di italiano e tra di noi parlavamo in russo, all’inizio.
Come era l’atfmosfera nello spogliatoio?
Difficile da esprimere con le parole. Chi gioca nel Milan deve sentire da una parte una responsabilità nell’indossare una maglia che deve essere onorata, è una questione di cuore, non è per tutti. Il Milan nostro era una famiglia allargata, mai nessuno veniva lasciato indietro: l’imperativo era vincere e dare tutto fino alla fine. Era uno spogliatoio compatto, giocatori, allenatore e dirigenti erano una cosa sola. Quando ti trovi seduto di fianco a Maldini, Nesta, Sheva… non puoi pensare a deludere il club e devi ascoltare chi ha da insegnare.
Una volta avete regalato un’auto costosissima a Rezo Choconelidze, il vostro tutor appena arrivati in Italia, per il compleanno. Come vi è venuta l’idea?
A Milano ho avuto due persone che mi sono sempre state vicine come una famiglia, Rezo inizialmente mi ha supportato per ambientarmi nel Milan e aveva fatto lo stesso con Sheva prima, noi eravamo molto appassionati di auto e quindi decidemmo di fare un regalo al nostro Rezo. L’altra persona alla quale sono profondamente legato è Lorenzo Cipriani. A Milano ho ancora tanti amici.
E’ rimasto sorpreso quando Sheva è andato al Chelsea? E l’ha stupita il fatto che Andriy sia diventato allenatore?
Inizialmente sì, ma è stata una scelta da rispettare. Invece non mi ha stupito il fatto che sia diventato allenatore. Ha la mentalità giusta, lavora per obiettivi e ci arriva, come dimostra il Pallone d’Oro che ha vinto. Da suo grande amico penso che stia facendo il percorso corretto, partendo dalla nazionale e ora andando in un club.
Che ricordi ha di Milano e delle due Champions vinte?
Milano è la mia sceonda città, mi sento sempre a casa quando ci vengo. C’è una atmosfera familiare, l’Italia è un paese meraviglioso e gli italiani sono gente fantastica, i tifosi del Milan sono speciali: non ti dimenticano mai nonostante il passare degli anni. Per questo dico a chi oggi indossa la maglia del Milan che deve essere orgoglioso, quella maglia porta una storia lunga e va sempre onorata senza arrendersi mai perché se molli non puoi essere da Milan.
L’emozione più forte della sua carriera?
Vincere la prima Champions League contro la Juve e segnare nel derby vincendolo.
E’ stato a lungo in campo con Maldini, le piace da dirigente?
E’ un totem, avevo il suo poster nella mia cameretta, può immaginare quando mi sono ritrovato di fianco a lui. Brividi. Il lavoro che ha fatto fino ad oggi da dirigente mi pare ottimo: ci sono nuovi elementi che con Pioli giocano un calcio moderno.
Le piace il Milan giovane?
Molto, hanno fatto bene a tenere Ibrahimovic come il grande maestro all’interno del club. Sta facendo crescere Leao, Tonali, Saelemaekers, Tomori che è molto forte e con Kjaer migliorerà ancora. Spero in due anni di rivedere un Milan a livelli top in Champions League, ma ci vuole pazienza.
Conosce l’ambiente del Genoa, come pensa si troverà Shevchenko?
E’ un ambiente molto caldo, i tifosi sono molto attaccati alla squadra e quando sei lì lo senti. Sheva e Tassotti hanno una sfida non facile ma intrigante: Andriy è un gran lavoratore e ama allenare, le sfide lo stimolano e sono sicuro che farà di tutto per riportare il Genoa a livelli che merita. Non dimentichiamo che è un club che ha una storia.
Quali sensazioni crede che proverà Andriy giocando contro il Milan?
Inizialmente avrà una sensazione strana e quando si incontrerà con Paolo sarà emozionante, ma poi al fischio d’inizio finisce tutto. Auguro a Sheva di riportare il Genoa ai livelli che il club e i tifosi meritano. Sono certo che darà il massimo perché è un professionista serio e una bella persona.
Ma lei stavolta per chi tifa?
Il mio cuore dice Milan.
Rileggi QUI l’intervista di Ibrahimovic al Corriere della Sera
photocredits: acmilan.com