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Kakà: “Leao? A volte lasciare il Milan non è una buona idea. Non credo alla tesi di Sacchi”

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Nella settimana del derby, Ricardo Kakà ha rilasciato una lunga e interessante intervista alla Gazzetta dello Sport.

Ricardo, parliamo di Leao?

“Un giocatore fantastico, mi piace tantissimo. Se considera il calcio italiano come un calcio di passaggio fa bene ad andarsene, è il momento giusto. Io gli consiglierei di restare, perché non considero il calcio italiano un calcio di passaggio. E a volte lasciare il Milan non è una buona idea”.

Lo sa bene lei, che è passato al Real Madrid e non ha avuto gli stessi successi.

“Ambiente diverso, ma i paragoni non mi piacciono. Credo che Leao dovrebbe considerare tutte le possibilità. Il Milan gliene sta dando molte. In Qatar, dove sono stato come commentatore per Being Sport, ho incontrato Galliani e abbiamo parlato a lungo. Lui dice che ormai la Serie A è uno step, poi i giocatori vanno altrove. Faccio fatica a pensarla così, per me il campionato italiano resta durissimo per un attaccante, e non mi sento di considerarlo un campionato minore, nonostante le differenti potenzialità economiche. In Italia ho imparato tanto e sono diventato quello che poi i tifosi ricordano di me”.

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Miglior giocatore della Champions, Pallone d’Oro. Altri tempi. Già che ci siamo, quale consiglio darebbe a De Ketelaere?

“Di godersi la situazione e di sfruttare al massimo le possibilità che il Milan gli dà”.

Per mesi e mesi hanno detto che le somiglia.

“Non mi somiglia e non mi piacciono i paragoni. Mettono solo pressione sui ragazzi, soprattutto se arrivano nei grandi club. A De Ketelaere direi di stare tranquillo. Anche il mio secondo anno, i primi sei mesi della stagione, sono stati difficilissimi. Gli avversari ti conoscono, ti hanno preso le misure… È tutto diverso”.

Diciamo che De Ketelaere non ha brillato neanche nella prima stagione. Almeno, non quanto i tifosi si aspettassero.

“Ci vuole calma. I consigli dei compagni più esperti gli serviranno come sono serviti a me”.

Arrigo Sacchi ha sostenuto sulla Gazzetta l’idea di un Milan giovane, stressato dalle aspettative post-scudetto.

“Non credo a questa tesi. Questi ragazzi hanno sopportato le pressioni anche nel primo anno, quando c’era da vincere dopo tanti anni, e sono stati aiutati dai più esperti. Ormai anche i più giovani sono abituati. Se giochi nel Milan, sai come funziona”.

Che derby si aspetta Kakà?

“Sul Milan peseranno i tanti gol subiti nelle ultime partite, ma c’è sempre un derby per riprendersi. Bisogna sfruttare un appuntamento importante per ripartire. Mi aspetto una partita equilibrata. Il Milan non ha niente in meno dell’Inter, nonostante gli ultimi risultati negativi”.

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Come ci si risolleva?

“Pensando che la serata è speciale e bisogna fare qualcosa di speciale”.

Parla lei che ha segnato al primo derby: non è semplice.

“Ripeto, mi aspetto una gara equilibrata. E vince il Milan 2-1. Un derby è l’ideale per riprendersi”.

Punti di forza dell’Inter?

“Lautaro. Il titolo di campione del mondo ti dà una buona dose di convinzione in più”.

Punti forti del Milan?

“Dico ancora Leao. Uno che può cambiare qualsiasi partita”.

Pensiamo al campionato. Un giudizio sul Napoli?

“Impressionante, soprattutto per la continuità. Le altre grandi hanno sbagliato, loro zero”.

Cristiano Ronaldo è uscito dalla scena europea in maniera un po’ mesta. Fa bene Ibrahimovic a pensare di continuare a giocare? Kakà la pensa così:

“Credo che la sua idea sia quella di dare l’addio giocando. Lo capisco, perché è davvero speciale. Giocatori come lui portano in squadra un concetto semplice: vincere non è come perdere. Ho l’impressione che per tanti giocatori giovani se si vince bene, se si perde pazienza. Non è così. Mi ricordo l’esempio di Paolo Maldini: aveva vinto quattro Champions e voleva la quinta. Questi personaggi fanno la differenza, Zlatan con la sua mentalità può essere ancora utile”.

Zlatan è anche un ex della Juve. Che cosa pensa della vicenda della penalizzazione?

“Quello che succede alla Juve è brutto per tutto il calcio italiano. Mi auguro che si risollevino presto, è un club importante anche in Europa e ha tanti tifosi. Spero davvero che ne escano in fretta. Noi abbiamo vissuto un momento differente nel 2006, prendere penalizzazioni a campionato in corso è difficile da gestire”.

Kakà, adesso è ufficialmente un allenatore patentato. Pensieri per il futuro?

“Mi vedo più dirigente che allenatore”.

Potrebbe cominciare con uno stage al Monza.

“Perché no? Galliani sarebbe un ottimo maestro, ho parlato con lui anche in Qatar. Da lui si può imparare tanto. Soprattutto che il calcio italiano è sempre vivo, e con i protagonisti della Serie A bisognerà sempre fare i conti”.

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photocredits: acmilan.com

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