Pochi italiani nel Milan, ma tanti nelle big: la riflessione del giornalista
La riflessione sui calciatori italiani nelle big come Milan, Inter o Juventus è da sempre un tema centrale che ogni tanto viene riproposto nelle riflessioni di esperti e opinionisti. Dopo anni di grande predilezione per i calciatori azzurri, negli ultimi tempi il Milan non ha particolare presenza di italiani in rosa. Con l’addio di Sandro Tonali e Matteo Gabbia (in prestito al Villarreal), la quota si è abbassata ulteriormente al netto dell’arrivo di Marco Sportiello. La tendenza, però, nelle altre big è opposta. Almeno, questa è l’analisi di Alessandro De Calò.

L’Inter
Il giornalista de La Gazzetta dello Sport, dedica un editoriale proprio su questo argomento, analizzando squadra per squadra la direzione intrapresa da ognuna.
“Sparivano soprattutto tra le big, sopraffatti da un’ondata inarrestabile di stranieri di ogni genere ed età, comunitari o extra – esordisce De Calò. Sulla punta dell’iceberg resta indimenticabile l’Inter del Triplete. Stagione calcistica 2009-10. Un caso esemplare. Due mesi fa, dopo tredici anni, l’Inter è tornata a giocare la finale Champions. In questo caso non interessa il risultato che è stato negativo per i nerazzurri: e, del resto, c’è un piccolo abisso tra il valore attuale del City di Guardiola rispetto a quello del vecchio Bayern di Van Gaal. Conta che a Istanbul, nell’Inter di Simone Inzaghi, c’erano cinque italiani in campo nell’undici di partenza. L’Inter è la mosca cocchiera, il pesce pilota di una svolta che in modo sempre più rilevante coinvolge le grandi squadre della Serie A.
Non è una questione ideologica di patriottismi, di nazionalismo o sovranismo. Piuttosto è una scelta che indica rispetto per l’ambiente e per la cultura che in questo ambiente si esprime. Avere un’anima italiana, per una squadra che frequenta i vertici della Serie A, è sicuramente un punto di forza.
Marotta l’ha ribadito dopo l’acquisto di Frattesi dal Sassuolo, con l’orgoglio di chi sa che – in modo più o meno diretto – sta anche rinforzando lo zoccolo duro della nostra Nazionale. Con i sei titolari italiani su undici (Darmian, Acerbi, Bastoni, Dimarco, Barella, Frattesi), che sono già maggioranza assoluta, l’Inter consolida una linea di tendenza che potrebbe espandersi con l’aggiunta di Sensi (per il momento c’è) e di Scamacca (in possibile arrivo)”.
Juve, romane e le altre
Poi, il giornalista della rosea continua sulle altre squadre top del nostro campionato, partendo dalla Juventus:
“I nerazzurri sono in buona compagnia. La stessa Juve, adesso, tiene bene aperte le porte ai giocatori italiani anche senza perdere d’occhio i big stranieri: Gatti, Fagioli, Locatelli, Chiesa sono una certezza e qualcuno tra Miretti, Kean, Rovella, Cambiaso potrebbe trovare un posto al sole nel piano di rilancio della squadra di Allegri”.
Sulle romane:
“Anche Mou si è allineato alla nuova tendenza, cambiando rotta rispetto ai tempi della sua super Inter tutta straniera: Mancini, Cristante, Spinazzola e Pellegrini sono punti fermi della Roma, mentre Belotti, Bove e El Shaarawy rimangono alternative importanti. La Lazio di Sarri occupa stabilmente le prime posizioni del gruppo e spinge nella stessa direzione con i vari Provedel, Casale, Romagnoli, Cataldi, Immobile e Zaccagni”.
Atalanta, Fiorentina e Torino
“Nerazzurri e Viola hanno spazi più ridotti ma significativi (quattro titolari a testa, sulla carta); soprattutto nella squadra di Gasperini c’è un visibile cambio di vento col ritorno verso gli italiani (Carnesecchi e Scalvini in vetrina, più il possibile colpo Scamacca) dopo qualche stagione immolata all’egemonia degli stranieri. Non manca all’appello il Torino che ha preso il promettente Bellanova riavvicinandolo ai Buongiorno, Ricci, Pellegri e Gemello, compagni di strada nelle varie Nazionali giovanili”.
Il Milan e il Napoli
Infine, dal Milan al Napoli De Calò conclude così il discorso sugli italiani:
“Un po’ meno attento alla questione sono i campioni d’Italia, che comunque possono contare sull’apporto determinante dei Meret, Di Lorenzo, Politano e Raspadori. Più in basso, guardando le gerarchie dell’ultima classifica, c’è chi spinge molto forte come il Monza a favore della nuova tendenza. Ma tornando verso l’alto c’è chi viaggia, invece, nella direzione opposta. È il caso del Milan, eccezione che conferma la regola. Partito Tonali, nell’undici titolare resta solo Calabria. Al fondo Usa, proprietario del club rossonero, interessano di più i giocatori statunitensi tipo Pulisic e Musah. Tutto è relativo. Comunque, in generale, il fatto nuovo e positivo è che Roberto Mancini potrà contare su una base più ampia e collaudata per le convocazioni azzurre in vista dell’Europeo e delle qualificazioni mondiali. Magari stavolta ce la facciamo”.
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