Nonostante il divario netto visto nei primi 90 minuti della doppia sfida europea, Demetrio Albertini crede nella possibile rimonta del Milan sull’Inter: ne ha parlato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport in edicola questa mattina.

Inter-Milan, Demetrio Albertini crede nella rimonta
«Il Milan aveva appena perso 2-0 con l’Inter e mi è venuta una voglia incredibile di scendere in campo, era da tanto che non mi succedeva. Cosa darei per poter giocare insieme a loro il ritorno di martedì…», racconta l’ex centrocampista, tre volte campione d’Europa con la maglia rossonera. Credo nella rimonta? Sì. Sarà difficile, sarà durissima, ma non è impossibile. L’Inter è più forte del Milan, lo ha dimostrato in tutti i derby giocati in queste due stagioni, anche in quelli vinti dal Milan. Attenzione, però: i nerazzurri sono superiori ma non imbattibili, perché, tranne che a Riad, in ogni derby hanno concesso delle “finestre” di vulnerabilità di cui il Milan può e deve approfittare. È da questo concetto che bisognerà ripartire martedì».
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Albertini sull’aspetto che più lo ha deluso del Milan nell’Euroderby contro l’Inter
«Ecco, questo è l’aspetto che più mi ha deluso del Milan visto l’altra sera. In squadra ci sono alcuni calciatori che stanno giocando una semifinale di Champions per la prima e forse ultima volta in carriera: devono avere molto ben presente di che cosa si tratta. L’atteggiamento del primo tempo con l’Inter è quanto di più lontano possa esserci da una partita di questo livello. Quando prepari una partita così, non puoi non pensare di poter subire un gol nei primi minuti, come è successo al Milan con Dzeko: può succedere di essere colpiti “a freddo”, ma la squadra deve continuare a fare quello su cui ha lavorato in settimana, altrimenti crolla tutto. Ripeto, è una questione di attitudine. Contro il Napoli, sia a San Siro che al Maradona, il Milan era preparato e sapeva a che cosa andava incontro: ha sofferto, ha accettato di subire gli attacchi degli avversari ma ha retto e poi ha colpito, senza mai perdere la bussola. Si può fare, e il Milan ha già dimostrato di saperlo fare. Ho riletto da poco il libro del Cholo Simeone e c’è un passaggio che credo faccia al caso dei rossoneri: “Non sempre vince il più forte ma chi crede di più che quello che ha preparato in settimana lo condurrà alla vittoria“. Il Milan di oggi deve avere la consapevolezza di non essere al livello delle altre semifinaliste. Per andare in finale a Istanbul servirà un’impresa e la squadra dovrà essere disposta alla sofferenza. Pioli e i suoi in Champions hanno fatto un percorso che nessuno si aspettava: è bellissimo ma non deve diventare un alibi. Occorre pensare di poter stupire ancora».
Sulla possibile rimonta del Milan sull’Inter
«Il primo round lo hanno perso a centrocampo, così come, sempre lì in mezzo, avevano superato il Napoli nel doppio confronto dei quarti: tutti ricordano la cavalcata di Leao, ma senza la protezione in mediana…».
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Albertini sull’assenza di Bennacer
«Ed è un colpo durissimo, Ismael era fondamentale per gli equilibri tra centrocampo e attacco. Mi aspetto una grande risposta da Tonali: la sua voglia di non mollare può e deve essere contagiosa al ritorno. Pioli dovrà scegliere in base al fuoco che leggerà negli occhi dei giocatori, serve gente che non abbia paura: meglio una corsa in più che una diagonale. Più che un tattico, Pioli dovrà essere un mental coach».
Sulla possibile presenza di Rafael Leao
«Leao fa la differenza, nel derby di settembre ha dimostrato di poter travolgere anche i difensori dell’Inter. E può liberare metri per Hernandez. Con Rafa e Theo insieme, arrivano palloni in area anche a Giroud. Ma ripeto, la base è lo spirito di sacrificio di tutto il gruppo. Dovranno andare in campo carichi, generosi e lucidi, sapendo che siamo 2-0 per l’Inter ma che è solo il primo tempo. E che la ripresa può durare anche 120 minuti. Vorrei giocarla io, devono sentirsi invidiati, altro che paura».
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