Nell’inchiesta alla Juve, spunta la carta Mandragora.

Nuovi aggiornamenti sull’inchiesta Prisma che riguarda principalmente la Juve. A dare i dettagli è questa mattina La Repubblica. Secondo quanto riporta il quotidiano, gli inquirenti hanno nel mirino altri accordi segreti che riguardano le cessioni dei calciatori ad altri club, come Atalanta e Udinese.
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La posizione più delicata è quella che riguarda il centrocampista Rolando Mandragora, acquistato nel 2018 dall’Udinese per 20 milioni dopo un biennio in bianconero. Prima, dunque, è fruttata una plusvalenza di 13,7 milioni di euro. Poi è stato ricomprato a 10 milioni più 6 di bonus dalla Juve e lasciato in prestito ai friulani.
In pratica, sotto inchiesta un obbligo di riscatto mascherato che ha portato in procura, come testimoni, lo stesso Mandragora, suo padre (anche suo agente), il vicepresidente dell’Udinese Stefano Campoccia e Maurizio Lombardo, in passato alla Juventus. Quest’operazione, secondo l’ipotesi investigativa che riporta La Repubblica, avrebbe permesso al club torinese di iscrivere nel bilancio 2019 la plusvalenza. Non, quindi, il debito di 26 milioni.
Per quanto riguarda i cosiddetti accordi segreti con l’Atalanta, invece, ci sarebbero scritture private per 14,5 milioni di euro non messi a bilancio.
L’inchiesta sulla Juve va dunque avanti, adesso anche con il caso Mandragora.
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