Focus – In Serie A il tempo effettivo di gioco è troppo poco rispetto ai 90 minuti di gara. E Torino-Milan non fa eccezione.

L’allenatore del Milan Stefano Pioli da qualche mese porta avanti la sua battaglia contro le perdite di tempo, che inficiano su risultati e spettacolarità delle partite. A settembre del 2021, per esempio, dopo la sfida contro la Juventus disse: “Siccome continuiamo a parlare di problemi in Europa: oggi abbiamo giocato 48 minuti di tempo effettivo. Così si farà sempre fatica. Ci sono problemi di atteggiamenti di noi addetti ai lavori che perdiamo tempo a protestare e gli arbitri fischiano troppo. Dobbiamo alzare il tempo effettivo se vogliamo rapportarci ad altri campionati dove la mentalità e la cultura sono diverse. Così migliorerebbe anche lo spettacolo per il pubblico”.
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Dopo il pareggio casalingo contro l’Udinese, invece, ammonì: “Non è possibile anche che il tempo effettivo sia stato solo di un tempo. Non si può giocare così poco, non è corretto. E’ troppo poco giocare 45′ su una partita da 90′. Se si fischia meno, i giocatori si alzano subito e non restano a terra a perdere tempo. Su questa cosa la colpa è degli arbitri e non dei giocatori”. Il discorso è stato portato avanti anche ieri sera al termine della gara contro il Torino: “Non ha senso dare tanti minuti di recupero se prima non si tutela il ritmo. Nel recupero quanti minuti si giocano? Ho detto all’arbitro di non dire che recuperano le perdite di tempo e poi non fare niente per evitare che si interrompa il ritmo della partita”.
Anche nel match di ieri sera si è giocato poco. Consultando facilmente il sito della Lega Serie A, si nota infatti che quella tra Torino e Milan è stata una sfida nella quale si è giocato 52 minuti e 10 secondi (24′ e 14” il primo tempo, 27′ e 56” il secondo) sui 97′ e 20” di gioco. Il 54% effettivo. Stando a Calciomercato.com, poi, il tempo effettivo per la Serie A è raramente sopra il 60%. Diverso è il discorso per tutti e quattro i quarti di finale di Champions League o per il big match di ieri tra Manchester City e Liverpool.
Il passo avanti va fatto sicuramente da giocatori e allenatori, che esagerano nelle proteste, ma gli viene comunque concesso troppo spesso di farlo. Loro sono responsabili almeno quanto gli arbitri, che permettono ogni tipo di interruzione o perdita di tempo. C’è poi il capitolo var e tempi di attesa, a volte troppo lunghi, ma come scrive il sito rispetto al 2020-21 è stato fatto un progresso.
photocredits: acmilan.com
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