RR – Il Milan deve cambiare modulo?

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Nella tifoseria rossonera è diventato tema ricorrente. A detta di molti, infatti, Stefano Pioli dovrebbe abbandonare il collaudato 4-2-3-1 e passare ad un altro modulo tattico. Ma siamo sicuri che i rossoneri giochino davvero col sistema reso celebre molti anni fa prima dalla Francia e poi dalla Spagna?

In realtà, se di 4-2-3-1 possiamo parlare questo vale soltanto per il sistema base adottato dalla compagine meneghina. Infatti, quando il Milan è in possesso la fluidità della squadra è di un livello tale che i giocatori vanno ad occupare posizioni in campo che, se volessimo continuare a descriverle tramite numeri, andrebbero a scompaginare l’assunto tattico iniziale.

Non a caso, quando hanno la palla, i rossoneri di Pioli vanno a posizionarsi in zone di campo predefinite in base alle funzioni loro assegnate dall’allenatore.

In linea di massima, nel Milan schierato in fase di possesso, troviamo dunque giocatori deputati alla costruzione; due che devono garantire ampiezza; il resto che si occupa di invadere la zona di rifinitura (fra le linee di difesa e centrocampo avversarie) e di attaccare la difesa rivale.

Alcuni pattern sono rimasti più costanti, come quello che vede uno dei mediani inserirsi fra i centrali difensivi (o anche a lato di uno dei due) con il compagno di centrocampo che va ad assumere una posizione verticale più avanzata.

Questa disposizione in costruzione consente a Pioli di alzare subito i terzini per guadagnare metri in avanti.

Contro il Napoli si è visto anche il terzino (Florenzi) agire da terzo centrale in una costruzione 3-2.

I due laterali bassi del Milan possono però essere utilizzati anche in prima costruzione (è questa infatti una caratterizzazione moderna del ruolo, con i giocatori in questione che passano rapidamente dall’essere costruttori al diventare invasori) con un tipo di sviluppo diverso.

In alcune situazioni Pioli è ricorso anche all’utilizzo dei falsi terzini, cioè degli esterni bassi portati alternativamente (uno dentro, uno largo) all’interno del campo.

Nella sfida con la Roma questa tendenza a portare i laterali di difesa nella zona centrale si è accentuata.

Tornando alle posizioni occupare in campo in fase offensiva dai giocatori del Milan, recentemente si è notato spesso l’abbassarsi del trequarti Brahim Díaz in posizione di mezzala per facilitare appunto lo sviluppo rossonero.

Sia questa soluzione che quella precedentemente menzionata del falso terzino servono a Pioli per alzare due dei tre centrocampisti del triangolo di centrocampo alle spalle della linea dei centrocampisti avversaria.

Krunić e Díaz cercano di garantire superiorità posizionale dietro la linea mediana dello Spezia.

L’idea di fondo è quella di avere almeno cinque elementi a riempire i canali verticali, con i due laterali d’attacco che solitamente sono uno più offensivo ed uno più tattico. In genere il lato forte è quello sinistro dove gravitano Theo Hernández e Rafael Leão.

A confermare l’importanza dei due nello sviluppo milanista sono le statistiche. Quelle relative a Theo mostrano come il francese risulti essere fra i primi giocatori dell’intera massima serie in termini di expected threat (xT) con un dato di 2.25 e di expected offensive value added (xOVA) con 3.98.

Quest’ultima metrica, che viene calcolata attraverso l’operazione (non-penalty xG + xA) – xA ricevuti, serve a definire il contributo offensivo di ogni singolo giocatore misurandone la capacità di aumentare le chance della propria squadra di segnare (dati soccerment). Per quanto riguarda Leão, il portoghese è addirittura quinto assoluto proprio in termini di xOVA (4.99).

Al di là quindi di cambi effettivi dello schieramento base (come quando nel finale il tecnico inserisce Giroud al fianco di Ibrahimović passando al 4-4-2) è dunque difficile definire il sistema con il quale il Milan attacca.

Per comodità e come punto di partenza possiamo allora sì parlare di 4-2-3-1 ma, in definitiva, le posizioni e gli spazi da occupare quando la squadra ha la palla variano in funzione dell’avversario.

Di conseguenza sarebbe forse più interessante andare ad analizzare proprio quali zone di campo vengono occupate dai rossoneri in questa o quell’altra partita, a seconda dello schieramento e dell’atteggiamento difensivo di un determinato rivale.

Tutti gli screen in articolo sono stati prodotti con il software VideoMatch di Sics.

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Photo credit: acmilan.com

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