Ibrahimovic
Zlatan Ibrahimovic ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, queste le sue principali dichiarazioni:
Deluso per l’infortunio che ti ha privato dell’Europeo?
“Più deluso per il Milan, perché ho saltato tante partite. Avrei voluto aiutare di più, sono uno che normalmente gioca 50 partite l’anno. Forse dovrei essere più realista, chiedere meno al mio corpo, ma non ce la faccio. Poi, certo, sono deluso anche per l’Europeo, ma rientrare in una competizione quando non sono al cento per cento non sarebbe da me. Preferisco restare fuori e fare il tifo per la Svezia”.
Preoccupato per la vicenda scommesse?
“No, perché le cose si stanno risolvendo. Non ho fatto niente contro il sistema, anzi, appena sono tornato in Europa ho subito cercato di sistemare le cose”.
Che ne pensi della Superlega?
“Non sono molto informato, ma posso immaginare i motivi che hanno spinto quei club ad agire: soffrono economicamente, hanno cercato una strada per riprendersi. Piuttosto, è strano che in certi paesi come l’Inghilterra sia diventato un affare fra tifosi e club e nessuno abbia chiesto niente ai giocatori che mettono in scena lo spettacolo. Siamo noi che dovremmo giocare di più o di meno”.
I giocatori guadagnano troppo?
“Cos’è guadagnare troppo? Ciascuno ha un valore, dipende da quanto ti serve quel giocatore. Il valore lo fa il mercato. È come in Borsa”.
Che cosa ti ha fatto soffrire di più nella stagione che si è chiusa?
“Gli infortuni, ma comunque sono stati, da quando sono tornato, diciotto mesi fantastici. Il Milan è in Champions League, i tifosi lo meritavano. Volevo vincere lo scudetto ed eravamo là, in testa. In questi mesi è cresciuta la mentalità della squadra, è cresciuto il collettivo e così migliorano i singoli. Mi arrabbiavo tutti i giorni. Io mi sento vivo così, secondo me non è negativo arrabbiarsi. È anche un modo per far capire quanto tieni a quello che stai facendo e alle persone che ti circondano. Se dici sempre che va tutto bene, che vita è?”.
Sul battibecco con Maignan al Psg?
“A volte carico così le persone. A volte bisogna essere duri, a volte leggeri. A volte scherzo e a volte lancio un messaggio. Questa volta siamo arrivati in Champions, l’obiettivo era quello, ma io voglio vincere. È una sfida che continua e mi sto divertendo. Adesso ho più responsabilità, mi sento più leader. Il rapporto con il club è chiaro. I giocatori devono lavorare ogni giorno di più per riportare il Milan dove era abituato a stare”
Che ne pensi della vicenda Donnarumma? Sei dispiaciuto?
“Molto. Lei mi ha chiesto prima se i giocatori guadagnano troppo, adesso faccio io una domanda: che valore ha Donnarumma? È cresciuto nel Milan, poteva essere il portiere della squadra per vent’anni, magari venti no perché non è Ibra. Ma è il più forte del mondo. Avrebbe potuto diventare Mister Milan, come Paolo Maldini. Che valore si poteva dare a Maldini? Non c’è una misura. Se Gigio va via o no non lo so. Serve essere in due per ballare il tango. Io gli direi di restare al Milan fino alla fine”.
Che ne pensi dell’arrivo di Giroud?
“Più giocatori di grande livello riusciamo a inserire, meglio è. Giroud ha grande esperienza e non abbiamo tanti giocatori che abbiano vinto trofei. Se viene è il benvenuto. Anche perché questo è un gruppo molto disponibile, che ha voglia di imparare e migliorare, un gruppo di lavoro ben guidato”
Sempre te stesso o ti metti una maschera?
“Ogni tanto un po’ di autodifesa ci vuole, non divido la vita privata con gli altri. Mi fa sorridere chi pensa di essere sempre perfetto in un mondo dove hai gli occhi addosso di continuo. I perfetti non esistono e quando quelli che pensano di esserlo lo capiscono sai che botta”
Zlatan, hai dato più il calcio a te o te al calcio?
“Il calcio mi ha fatto incontrare persone, viaggiare, vivere culture diverse. Mi ha dato la vita che ho. Che cosa ho dato io? L’attaccante più completo del mondo”.
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