Zlatan Ibrahimovic ha rilasciato un’intervista alla CNN. Argomenti principe l’infortunio e il suo futuro.

“Ho una grande passione per il mio gioco”, ha detto l’ attaccante del Milan a Becky Anderson dell’emittente televisiva. “Ora ho una situazione diversa con la mia età e con i compagni che ho, ma mi diverto ogni giorno perché penso che, quando smetterai di giocare a calcio, ti mancherà così tanto che non vorrai rimpianti dicendo «Avrei dovuto continuare a giocare»”, ha aggiunto Ibrahimovic.
“Sto cercando di rimanere al livello con questi giovani ragazzi che lavorano sodo e solo per mantenere il ritmo. Voglio essere in salute e, quando sono a quel livello, continuo a giocare e vedo fino a che punto posso portarlo. Finché potrò produrre risultati, giocherò. Il giorno in cui rallento, voglio che le persone intorno a me siano oneste e dicano che sta rallentando, e poi sarò realistico”.
Poi, racconta del trattamento pre intervento: “Ho svuotato il ginocchio una volta alla settimana per sei mesi. Antidolorifici ogni giorno per sei mesi. Dormito a malapena per sei mesi a causa del dolore. Mai sofferto così tanto, dentro e fuori dal campo”.
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Tuttavia, scrivono gli americani, Ibrahimovic ha giocato 23 delle 38 partite di campionato la scorsa stagione e ha segnato otto gol: “Penso che nel mio caso ho questa spinta, voglio migliorare ogni giorno. Ho la mentalità che se non lavoro abbastanza, non mi sento bene. E penso che questo ti porti lontano, ti porti a un livello in cui sfidi il tuo corpo, perché si tratta di sfidare te stesso. Quanto lontano puoi arrivare? Quanto lontano puoi portare il tuo corpo?”.
Il campione d’Italia parla anche del lungo stop procuratosi a Manchester: “Quello è stato il mio primo grave infortunio, quindi tutto era nuovo per me. Non sapevo davvero cosa mi aspettava quando mi sono trovato in quella situazione. All’inizio avevo un po’ di paura perché non sapevo davvero se sarei potuto tornare a giocare o cosa sarebbe successo. Ma lentamente, l’ho capito giorno per giorno. Era più una cosa mentale in cui dovevo mantenere la calma, mantenere la pazienza e, diciamo, fare un allenamento noioso”.
Infine, il rapporto tra Premier League e Serie A: “Il denaro porta possibilità. I soldi portano alternative che forse non altri non possono portare e l’hype in Premier League è molto più grande della Serie A, ed è per questo che l’economia è molto più grande lì. Ma lo rende emozionante anche perché diventa una sfida, per i club italiani, battere gli altri club… Eppure siamo giocatori professionisti e la palla è ancora una cosa rotonda: stiamo facendo la stessa cosa”.
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