È il 9 di novembre, il Milan con un tweet dal proprio profilo ufficiale annuncia l’arrivo di Vero Boquete, star incontrastata dei rumor di mercato fin dallo scorso agosto. Vero, giocatrice della “vecchia generazione” di calcio femminile, top scorer della sua nazionale spagnola ed atleta navigata e determinante in un largo numero di campionati, gode della fama della top player internazionale e di una popolarità mediatica molto larga. Popolarità larga, ma non universale, non irriverente come quella di Megan Rapinoe, non canonica come quella di Alex Morgan, non eterea come quella di Hope Solo.
E proprio da Hope Solo ha origine l’episodio in questione. Lo stesso 9 novembre, Hope Solo ricondivide sul suo account twitter il post originario di Vero Boquete, in cui la spagnola si presenta all’Italia, pronta ad affrontare “another challenge”. L’ex portiere e campionessa del mondo aggiunge: “Good company, eh @Ibra_official?”, taggando il fuoriclasse rossonero.
E perchè tutta questa importanza per il tweet di Hope Solo?
Il tweet di Hope Solo è importante perchè connette due mondi, il calcio maschile e il calcio femminile, che ancora non si sa bene come far comunicare tra di loro, delimita il regno rossonero rispetto al resto del mondo, e non solo come Milan maschile, ma come AC Milan unico, comprendente uomini e donne.
È importante perchè parla di qualcosa ancora molto di nicchia, ma con termini – quasi – universalmente riconosciuti. Così facendo si stabiliscono degli ordini di grandezza, si mette in relazione, e non ripetendo il solito “chi è più forte tra X e Y?”, ma parlando di compagnia. Il post pone gli estremi di una proporzione: se Ibra sta al Milan come Vero Boquete sta al Milan Femminile, allora questo la dice lunga sia sulla giocatrice, disposta a sposare la causa, che sulla squadra, abbastanza attraente da portarla dalla propria parte.
E così facendo si ottengono una serie di effetti a cascata e di significati di ritorno: tanti tifosi del Milan femminile, che magari di Vero Boquete non avevano sentito parlare ma che in compenso hanno ben presente la statura di Hope Solo, avranno pensato “ah, adesso ho capito”. E dall’altro lato dell’audience, chi di Vero Boquete ricorda ogni gol, come si fa con gli idoli di infanzia, ma non sa dell’esistenza della declinazione femminile dell’AC Milan, avrà subito un effetto ancora più imponente: l’aver messo il Milan femminile sulla cartina del mondo.
La potenzialità mediatica spesso alla fine è nulla senza il campo, senza i risultati che supportino l’hype digitale, e allo stesso modo la fortuna del Milan femminile deve crescere mantenendo in equilibrio performances ed immagine per trasmettere un’idea di sé completa, omogenea e soprattutto convincente. Fino a questo momento il connubio sembra funzionare, e la speranza è che la fine del campionato possa sancire la definitiva efficacia del progetto, con una squadra forte, popolare, e in Champions League.
Foto credits: acmilan.com