il 21/11/2023 alle 12:35

Giroud: “Voglio restare per i tifosi! Non sono perfetto, a Lecce…”

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Il Milan e Olivier Giroud sono una cosa sola: futuro, obiettivi, ricordi e l’amore dei tifosi nella lunga intervista al portale francese Le JDD

Olivier Giroud è innamorato del Milan, e la gente del Milan è innamorata di Olivier Giroud. E’ questo che emerge dalla lunga intervista concessa dal numero 9 rossonero al portale francese Le JDD, tradotta integralmente dalla redazione di Radio Rossonera. Oltre ad aver affrontato una questione fondamentale, quella del rinnovo col Milan, Giroud ha parlato del suo futuro dopo il ritiro, degli obiettivi della stagione, dell’amore dei tifosi rossoneri e ancora una volta della storica parata di Genova.

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Il futuro tra Olivier Giroud, tra il Milan e la Francia

GIROUD E IL FUTURO AL MILAN: “Ad oggi mi piacerebbe restare al Milan. Sono alla fine del mio contratto e non ho ancora discusso nulla con il club, a differenza di quanto riportato dai media: voglio continuare, e credo di avere quello che serve per giocare qui. Ero già un fan del grande Milan degli anni 2000. Per me, unirmi a loro è stato un dono: quello che ho realizzato durante la mia carriera supera di gran lunga il mio sogno d’infanzia. Non ho rimpianti. Farei la stessa cosa di nuovo”.

FUTURO: “Non sono eterno. Fino a quando il mio corpo me lo permette, voglio spingermi fino al limite e non me ne pongo nessuno. Voglio raggiungere il massimo. Amo il calcio e non sono ancora pronto a smettere. E comunque ho ancora tanto da dire, vero? In futuro non so come mi vedo, mi è già stato chiesto diverse volte in passato. Il calcio è un mondo dove devi avere un certo status ed è la mia passione… quindi sì, credo di rimanere nel mondo del calcio in futuro. Non credo come allenatore, al momento non ho il desiderio di diventarlo e non so se avrò l’energia necessaria in futuro, è un lavoro che richiede molto. La posizione di direttore sportivo mi piacerebbe perché avrebbe a che fare con diverse situazioni nel club: la scelta dei giocatori, il rapporto con la prima squadra, quello che in settore giovanile… Ma quello che dico oggi può cambiare domani”.

VINCERE LA CHAMPIONS LEAGUE CON IL MILAN? “Gli appassionati di calcio italiani, specialmente i tifosi delle due squadre milanesi, hanno una storia speciale con questa competizione, il Milan l’ha vinta sette volte. Nelle serate europee si può sentire qualcosa di magico che accade a San Siro. L’anno scorso siamo arrivati alle semifinali, quest’anno speriamo di arrivare il più lontano possibile, ma è molto difficile, c’è molta concorrenza…”.

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L’amore della gente e “l’ha parata Giroud”

L’AMORE DELLA GENTE: “Non ho mai visto niente del genere. I sostenitori italiani sono incredibili. C’è una vera fervore, passione, amore per il club, i suoi colori… Da parte mia, cerco di rimanere semplice, naturale. Nessuno è perfetto, anzi, tutti commettiamo errori lungo il cammino. E’ successo anche a me, a Lecce ho preso un secondo cartellino giallo dopo una reazione sbagliata. Anche se non ho insultato l’arbitro, ci sono sempre momenti in cui bisogna trattenersi, questo dimostra chiaramente che sono un essere umano come gli altri. Ma è vero che dobbiamo cercare di essere un esempio in quanto calciatori, ed è bello essere riconosciuti in questo anche da tanti tifosi francesi”.

“L’HA PARATA GIROUD”: “Nonostante tutto quello che ho vissuto nella mia carriera è stato qualcosa di unico. Non ero mai stato in quella situazione prima, la sensazione era diversa da quella che vivo quando segno un gol. Era altrettanto esaltante, ma c’era molto orgoglio, molta più adrenalina. Il mio cuore batteva forte. La gioia di aver salvato la squadra, con quell’uscita un po’ kamikaze (non era molto convenzionale ma efficace) mi ha reso felice per il gruppo. E poi, naturalmente, la gente ha iniziato a cantare che l’avevo parata io… Eravamo pronti in due, Christian Pulisic, a cui piace la porta, ed io. Ma lui è alto 1,75 metri… Christian diceva di volere entrare in porta, non voglio dire che non avrebbe fatto bene, ma io occupavo più spazio. È vero che è meglio mettere qualcuno di alto. Lo staff mi ha detto di mettere i guanti e Christian non me l’ha fatto pesare. Mi sentivo piccolo, molto piccolo nella porta al momento del calcio di punizione. Ti senti vulnerabile… e pure i guanti erano troppo grandi, Mike ha mani più grandi delle mie! I giorni successivi mi hanno fatto un quadro con la foto, la targa della partita e la data. È bello, resterà un ricordo per sempre. A sette o otto anni avevo fatto il portiere con gli amici, ma era solo per divertimento. Era qualcosa che mi piaceva, anche se preferisco fare gol. Non avevo mai indossato i guanti in una partita ufficiale”.

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Gli esempi da bambino e la responsabilità di essere il marcatore all-time della storia della Francia

GLI IDOLI: “Quando ho iniziato a seguire la Nazionale nel 1998, Zidane faceva sognare tutti: era il nostro eroe. Poi, crescendo, c’è stata la generazione dei francesi all’Arsenal: in quel periodo ero davvero attratto dalla Premier League e da quello che Arsène Wenger stava ottenendo con la squadra di Londra. Anche se c’era Henry, quello che mi ha ispirato di più è stato Andriy Shevchenko. Era un attaccante che poteva fare tutto e segnare con il destro, il sinistro e con la testa. Era molto completo. Mi sono ispirato anche a Jean-Pierre Papin perché mi piacciono ai tiri di volo, le rovesciate, le acrobazie, e lui era uno di quelli che padroneggiava meglio quelle giocate. E in più era francese, e aveva giocato per il Marsiglia e il Milan”.

CAPOCANNONIERE ALL-TIME DELLA FRANCIA, MA POI?: “Sono sicuro che “Grizi” (Griezmann) e Kylian (Mbappé) stanno spingendo per superarmi… Quindi dobbiamo continuare a spingere. Forse dovrei battere i rigori? Penso che dalla finale del Mondiale sia stato complicato negoziare con Kylian. Eppure lo adoro. Penso che su una trentina dal 2012 ne ho sbagliati due. Si tratta di una percentuale piuttosto piccola… Il sogno è vincere EURO2024, non mi proietto oltre. Il mio obiettivo è fare una grande stagione con il Milan e vincere la seconda stella, che significherebbe il 20° scudetto per il Milan. Non sarà facile, ma ci crediamo. Fare una buona figura in Champions League, vincere l’Europeo con la Francia e dopo valuteremo la situazione”.

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