Il giornalista: “Maldini, perché riscoperchiare la pentola con quelle dichiarazioni?”

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Nella stagione decisamente altalenante del Milan sono pochi i capri espiatori in questo momento: Stefano Pioli, Paolo Maldini e la dirigenza in toto, e infine la proprietà. Tra tifosi e media in questi giorni rimbalzano giudizi e sentenze di ogni tipo più sui conti dei singoli che sul progetto tecnico rossonero in generale. In questo caso, il giornalista Andrea Distaso scrive per Calciomercato.com un editoriale nel quale recrimina a Maldini alcune parole nelle interviste.

maldini asensio

Il primo riferimento è a quella di un’estate fa a La Gazzetta dello Sport, poco prima del suo rinnovo di contratto: “Con le dichiarazioni rese nel pre-partita del primo atto dell’euroderby di Champions League contro l’Inter, sono due momenti molto significativi della storia recente rossonera, accomunati da un tema su tutti. La richiesta, divenuta quasi supplica, del principale dirigente sportivo alla sua proprietà di fare qualcosa di più per dare concretamente seguito ai propositi – prima di Elliott, oggi di RedBird – di riportare il Milan agli antichi fasti”.

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Poi, il giornalista non usa giri di parole: “Il disastroso campionato disputato dal Milan dovrebbe aprire gli occhi della proprietà sugli attuali limiti tecnici di un organico qualitativamente e quantitativamente meno attrezzato rispetto a quello delle concorrenti e l’incredibile exploit della passata stagione avrebbe meritato un’analisi più approfondita da parte di tutte le componenti”.

Ecco che si arriva alle critiche di cui sopra: “Nel gioco inflazionatissimo e tutto italiano della caccia al capro espiatorio, che oggi vede l’allenatore Stefano Pioli in pole position, non possono essere infatti disconosciuti i tanti, troppi, errori di valutazione commessi dalla coppia Maldini-Massara”.

Il giornalista continua così: I conti non tornano sotto tanti punti di vista – dice Distaso. Da un calciomercato palesemente sbagliato un’estate fa, alla discutibile e pericolosa decisione di rinnovare a stagione in corso la fiducia al tecnico con un prolungamento di contratto fino all’estate 2025 ed un ingaggio aumentato sino agli attuali 4,5 milioni di euro”.

Al nocciolo ci arriva alla fine, quasi facendo un appello a Paolo Maldini: Una volta per tutte sarebbe bene chiarire a cosa mirino le sue parole, meno forti e “violente” nei toni e nei contenuti rispetto a quel famoso 27 maggio 2022 ma sempre pungenti quanto basta nei confronti della proprietà”. 

E conclude così, sempre riferendosi a Maldini: Era proprio necessario riscoperchiare la pentola mentre la squadra si apprestava a giocare contro l’Inter la partita più importante della stagione, poi miseramente fallita? Era proprio necessario tornare su un problema che evidentemente il rinnovo di contratto strappato dal DT rossonero in extremis lo scorso anno non ha risolto ma che lo ha comunque indotto a sposare di nuovo un progetto che pare procedere in una direzione diametralmente opposta rispetto alla sua? Tante domande, tanti interrogativi per provare a comprendere come del Milan campione d’Italia non esista più traccia. Ora servirebbe qualche risposta“.

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