Il giornalista Alberto Cerruti ha scritto un editoriale per Calciomercato.com sulla vicenda che lega Gerry Cardinale, Paolo Maldini, Ricky Massara e, quindi, il Milan. L’esperta penna dà una visione un po’ differente rispetto a quanto si è detto e scritto negli ultimi due giorni.

Infatti, Cerruti comincia sottolineando un aspetto della scelta del patron rossonero: “È giusto sottolineare il coraggio della impopolarità dimostrato da Gerry Cardinale. Sarebbe stato molto più facile confermarlo. Come sarebbe stato facile esonerare Stefano Pioli, cavalcando l’onda di una parte della critica secondo la quale non avrebbe il profilo giusto per guidare una grande squadra. Per la prima volta, invece, viene giustamente confermato l’allenatore, mentre vengono invitati a lasciare il club due dirigenti, visto che con Maldini saluta anche Ricky Massara”.
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Secondo il giornalista, proprio per questo motivo è corretto analizzare la decisione di Cardinale: “Ha capito che Maldini non era perfettamente in sintonia con le sue idee, rivelatesi fin qui vincenti in tutte le sue attività. E siccome è lui il capo che versa il denaro è giusto che decida di conseguenza. La chiarezza e la piena condivisione del cosiddetto progetto sono la base indispensabile per lavorare bene e quindi è fuori luogo, anche se romanticamente comprensibile, il rimpianto per Maldini”.
Poi, Cerruti entra nello specifico: “I cinquanta milioni messi disposizione un anno fa sono stati spesi malissimo e questa è una chiara colpa del responsabile dell’area tecnica. Da aggiungere a quella di avere perso senza incassare nemmeno un euro i vari Donnarumma, Calhanoglu, Kessie e Romagnoli. Quanto basta per capire che, come viene esonerato un allenatore se non ottiene i risultati, allo stesso modo può essere esonerato un manager. Se sbaglia e se, per di più, non è in sintonia con la proprietà perché chiede sempre più autonomia”.
Ecco perché, secondo lui “è inutile scandalizzarsi, quindi, visto che è tutto chiaro”. “Anche se – prosegue il giornalista – il difficile per Cardinale e il suo nuovo Milan incomincia adesso. Il calcio, infatti, è un mondo completamene diverso rispetto alle altre realtà industriali”.
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