Cardinale ha rivelato un retroscena sull’accordo con Elliott poco prima dello Scudetto e le emozioni dei primi 500 giorni da proprietario del Milan
Gerry Cardinale, proprietario di RedBird Capital Partners con cui detiene la proprietà del Milan, ha ricevuto il riconoscimento Leonardo Da Vinci Niaf per la Finanza a Washington dal National Italian American Foundation (Niaf). Si tratta di un organizzazione fondata nel 1975 per promuovere la cultura e il patrimonio italiano negli Stati Uniti. Dopo la premiazione il fondatore del fondo di investimento statunitense ha fatto un lungo discorso di ringraziamento per il premio che gli è stato assegnato parlando anche dell’acquisizione del Milan e dei primi anni all’interno della società. Successivamente alla cerimonia Cardinale è andato salutare i tifosi rossoneri del Milan Club New York City che hanno cantato il coro: “un presidente, c’è solo un presidente”, come si può vedere dal video postato su X dallo stesso Milan Club. Qui l’estratto sul Milan del discorso di Gerry Cardinale davanti alla platea.

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Cardinale cita Ibrahimovic
L’apertura del discorso di ringraziamento di Gerry Cardinale: “Per molti versi, queste mie note di ringraziamento per il riconoscimento ricevuto questa sera sono una ‘canzone d’amore’ per Milano e per il mio retaggio italo-americano. Questa è la prima volta che ricevo un premio o un riconoscimento per un lavoro che ogni giorno considero un privilegio svolgere. Ho la fortuna di amare quello che faccio e non c’è una vera linea di demarcazione tra ciò che faccio e ciò che sono. Al riguardo, sono incredibilmente fortunato e grato per le persone straordinarie che fanno parte della mia vita, molte delle quali sono qui stasera. C’è un vecchio detto secondo cui sei bravo tanto quanto le persone che hai intorno o come ha detto di recente il nostro amico ed ex giocatore del Milan Zlatan Ibrahimovic, l’individuo viene con il collettivo, e se il collettivo fa bene, allora il singolo farà bene”.
L’emozione di Cardinale per lo Scudetto del Milan
“Andando avanti, a 40 anni dopo la festa Mondiale del 1982, quasi negli stessi giorni, mi sono ritrovato in un tripudio simile fuori dal Duomo di Milano, a gioire con i milanesi per la vittoria nel Campionato Italiano dell’AC Milan. Pochi giorni prima della conquista dello Scudetto, avevamo concordato li termini per l’acquisizione dell’ACM Milan da parte di RedBird, ma abbiamo tenuto in sospeso l’annuncio dell’accordo fino a dopo la partita, per non distrarre la squadra né i tifosi. Ma mentre stavo lì in Piazza del Duomo tra gli euforici milanisti, mi sono sentito trasportare indietro nel tempo, a 40 anni prima, e alla stessa sensazione che in qualche modo questa fosse casa mia. C’è una foto abbastanza nota di me al Duomo, scattata da un amico, che mi ritrae mentre festeggiavo con i tifosi che presto mi avrebbero conosciuto come il nuovo proprietario della loro storica franchigia. Ma in quel momento ero completamente anonimo e potevo riflettere serenamente sul surreale viaggio di 40 anni che in tanti modi ha segnato la mia vita e su cosa significa per me essere italiano”.
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Il privilegio di essere proprietario del Milan
“Negli ultimi 30 anni ho investito nello sport e nei media e pensavo di aver già visto tutto e fatto tutto quello che c’era da fare nello sport. Ma quest’ultimo anno speso come proprietario del Milan a tutti gli effetti mi ha fatto apprezzare in modo completamente nuovo ciò che facciamo per vivere. Si, possedere uno dei brand più storici di tutto il calcio europeo è un privilegio e un’esperienza unica, a prescindere da chi tu sia. Ma come studente di storia, non puoi che divenire ben presto consapevole delle gigantesche orme italiane che stai percorrendo, così come della tua enorme responsabilità nei confronti della gente e dei tifosi che si auto-definiscono ‘Milanisti’”.
Le sensazioni del primo giorno a Casa Milan
“Mi sono ritrovato nel mio primo giorno ufficiale da nuovo proprietario dell’AC Milan a visitare il museo di Casa Milan, nel quartier generale del Club nel cuore di Milano, abbracciato dalla straordinaria storia e dall’eredità di questa squadra leggendaria fondata 124 anni fa. E chi mi faceva da guida, accompagnandomi lungo questa storia? Niente meno che Franco Baresi e Daniele Massaro, due degli eroici giocatori che da ragazzo avevo visto vincere la Coppa del Mondo con l’Italia nel 1982 e che ora sono apprezzati consiglieri per me e per il team. Dopo quell’estate di 40 anni fa, avevo portato con me un poster di quei Campioni del Mondo che ho tenuto sulla parete per il resto del liceo e non avrei mai potuto immaginare che due di quei volti avrebbero collaborato adesso con me nella cura costante di questo storico franchise. Per un americano, il concetto di “condivisione della proprietà” del team con i tifosi è qualcosa di nuovo. Come italoamericano, è un privilegio che impone umiltà e che mi è ben presente. Quando vinciamo, sono entusiasta per i nostri tifosi; quando perdiamo, il mio cuore patisce per loro, perché so cosa significa, specialmente dopo aver festeggiato con nel 1982 e nel 2022”.
Uncle Gerry gets a special gift at the @niaforg Gala! ❤️🖤🗽 @acmilan pic.twitter.com/OgeaRZqNY6
— AC Milan Club New York City (@ACMilanNYC) October 15, 2023
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