Nello speciale DAZN “Il giorno del condor” dedicato alla sua carriera, Adriano Galliani è tornato a parlare della sua esperienza al Milan.

Che effetto le ha fatto prendere una squadra di Serie C?
“Dopo il periodo del Milan, qualche presidente di Serie C mi diceva: ‘Come fai a venire in questi stadi dopo che hai passato la vita al Camp Nou o al Santiago Bernabeu?’. Il Monza è la squadra del mio cuore e della mia città, la squadra che tifo da quando avevo cinque anni. Questo è il sogno della mia vita: che sia in Serie D, C, B o A non toglie nulla alla mia passione. La vittoria della Serie C mi ha dato la stessa gioia della vittoria della Serie B. La Serie A, certo, è qualcosa di incredibile, ma la mia passione prescinde dal campionato di appartenenza. Quando vedo che Milan, Monza, Napoli – in ordine alfabetico – sono nella stessa lista delle squadre del campionato, ancora non ci credo. È il sogno di tutta una vita che si è realizzato”.
Qual è la sua filosofia sul mercato?
“Con il tempo ho capito che se vuoi vendere, allora devi vendere a inizio mercato; se vuoi comprare, devi comprare nelle ultime ore di mercato. Questo perché, una cosa comune che hanno tutte le società d’Europa, è avere più giocatori di quanti ne abbiano effettivamente bisogno. Tutti abbiamo, chi più chi meno, giocatori in esubero. Un’ora prima della chiusura riesci quindi a portare a casa giocatori che non saresti mai riuscito ad avere prima – da questa intuizione nascono i famosi ‘giorni del condor'”.
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Il Milan ha avuto tanti grandi giocatori. Chi è che ricorda con maggior piacere?
“Il Milan ha avuto otto Palloni d’Oro, ma resta nel mio cuore in maniera indelebile Marco Van Basten. Ha vinto solo tre palloni d’oro perché ha smesso a 28 anni di giocare per un problema alla caviglia ed io penso che se avesse continuato ne avrebbe vinti lo stesso numero di Messi o Cristiano Ronaldo. È l’unico giocatore per cui, quando lo vedo, mi inginocchio ancora. Lui ride, ma io gli dico che per me è come la Madonna! Per me è il giocatore più forte tra tutti i giocatori che sono passati al Milan e al Monza”.
Che rapporto ha con i giocatori del Monza?
“Nella buona o cattiva sorte, si vinca o si perda, loro (i giocatori del Monza, ndr) spesso mi dicono ‘Uno di noi, Galliani uno di noi’. Io ero proprio uno di loro, anzi sono rimasto uno di loro”.
Come si fa a stare così tanti anni nel calcio?
“Bisogna avere passione, qualunque attività si faccia bisogna avere passione. Il calcio è stata la mia grande passione della vita. La passione per il Monza è qualcosa che mi porterò dietro per sempre”.
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