Giorgio Furlani, portfolio manager del fondo Elliott, è stato intervistato dalla rivista USA Forbes.

“Elliott al Milan è stata una specie di casualità: abbiamo prestato soldi per la prima volta nel contesto del passaggio di proprietà dalla famiglia Berlusconi, a capo del club per 30 anni con ottimi risultati, a dei signori cinesi. Ci sono poi state delle difficoltà finanziarie e in qualche modo siamo intervenuti per mantenere il Club vivo salvandolo dal fallimento. Elliott è ora proprietario del Milan da 4 anni”.
Come si è sviluppato il piano Elliott per il Club rossonero?
“Il Milan per molti anni non è riuscito a raggiungere la Champions League, che è il torneo in cui tutti vogliono giocare e l’Europa serve anche per sviluppare il brand. Di conseguenza, abbiamo dovuto aggiustare questa situazione, ottenendo un miglioramento delle prestazioni e riducendo i costi. Questi due aspetti, generalmente, non vanno insieme. Abbiamo iniziato a sviluppare il business plan con il Milan, modificando il team dirigenziale e il personale dell’area business, assumendo alcuni membri e poi vari dirigenti di grande talento del mondo dei beni di consumo, intrattenimento, etc… Oggi vogliamo costruire con l’Inter uno stadio nuovo. San Siro è uno stadio di grandi ricordi per i tifosi milanisti, incluso me stesso; stiamo lavorando a un progetto per avere un nuovo stadio: vogliamo sia tra i migliori del calcio europeo”.
A che punto è il progetto stadio?
“In l’Italia vari club hanno difficoltà a far decollare il progetto stadio; è importantissimo per la crescita di una squadra avere uno stadio moderno. Di mezzo c’è, però, la burocrazia che ci ha creato tante problematiche; speravo in una città progressista, moderna e lungimirante come Milano, in cui il processo di approvazione sarebbe stato più semplice, ma è stato piuttosto complicato. Abbiamo comunque portato avanti il progetto. Francamente speravo che oggi il progetto fosse quasi concluso, ma non lo è. Noi continueremo a spingere e speriamo di consegnare ai tifosi del Milan quello che si meritano, cioè un vero e proprio stadio modello in cui gioca il loro Club.
D’altronde, il Milan può contare su tantissimi tifosi nel mondo…
“Il Milan ha da sempre moltissimi tifosi, è un brand fantastico che ha fan in tutto il mondo che tengono davvero alla squadra. Negli ultimi anni è stato un po’ ‘dormiente’ a causa di performance sotto il livello solito sul piano sportivo che non gli hanno permesso di giocare nella massima competizione europea; c’era delusione… Questo succede se si vogliono risultati, ma non si ha un business plan e persone che siano in grado di vendere e di far crescere il brand; così non si va da nessuna parte. C’era, quindi, davvero bisogno di migliorare le prestazioni per ri-accendere la passione per il Milan, ma bisognava farlo con una gestione adeguata sul lato commerciale per essere in grado, una volta che le prestazioni sportive stavano iniziando a migliorare, di tornare un marchio forte. Serve la combinazione di entrambe le cose”.
Qual è il segreto di questa crescita?
“Si può avere un periodo in cui si perdono soldi perché non ci qualifica alle competizioni europee e ciò deriva da campionati nazionali non conclusi positivamente; e sì, puoi trovarti in una specie di brutto circolo vizioso, ma è vero anche il contrario. Secondo me il trucco è: vincere o, per lo meno, avere un certo grado di successo, ma non a tutti i costi. Il Milan, storicamente parlando, appartiene allo stesso gruppo di Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, etc… Il Milan è tra le big dell’Europa continentale, ma come club viene da 8 anni di difficoltà in cui ha perso in rilevanza. Ora stiamo iniziando a colmare quel divario. Ora il Milan è in crescita ed è in una traiettoria per recuperare il ritardo con quei Club e guarda, potrei sostenere che sì, il passato è stato difficile – come ho detto -, ma il futuro è molto interessante e divertente”.
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photocredits: acmilan.com