Nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport dello scorso 5 agosto, Stefano Pioli, alla domanda sui possibili obiettivi di mercato del Milan, è stato molto diretto: “Sulla carta mancano due ruoli, il difensore e il centrocampista.

Il mercato dei rossoneri, ad oggi, è stato finalizzato ad alzare il livello qualitativo della rosa e gli arrivi di Adli, De Katelaere e Origi vanno in questa direzione. Nelle ultime due settimane di calciomercato la dirigenza proverà a sostituire il posto lasciato da Romagnoli e Kessie.
Proviamo ad interpretare il pensiero che sta guidando, in questi giorni, le strategie per il reparto arretrato. Una premessa. Le questioni e le risposte che arrivano dal campo devono indurre una società a fare delle riflessioni che magari portano ad un cambio di strategia.
Torniamo indietro a dicembre 2021. Il grave infortunio di un pilastro della difesa rossonera, Simon Kjaer, indusse Maldini e Massara a scandagliare il mercato internazionale per provare a consegnare a Stefano Pioli un difensore del livello del danese.
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Tutto portò alla scelta di Sven Botman del Lille. L’investimento sarebbe stato di quelli importanti ma l’eco del rettangolo di gioco ha indotto tutti a riflettere.
Va benissimo acquistare un difensore ma è opportuno puntare la fiches più grossa del mercato in un ruolo che nei mesi passati vedeva amalgamarsi sempre più quella che sarebbe stata, numeri alla mano, la coppia difensiva più forte d’Europa?
Kalulu e Tomori hanno cambiato la “geografia” delle strategie e Botman si è accasato in Premier League. Il sostituto di Romagnoli ha continuato ad essere un obiettivo e le chiacchierate con Tottenham per Tanganga e il PSG per Diallo sono proseguiti.
Nel corso dell’estate uno dei “ministri della difesa” rossoneri, Simon Kjaer, ha ripreso ad allenarsi regolarmente con il gruppo mostrando una forma in costante crescita.
Stefano Pioli ha, per la prima volta da quando allena il Milan, la possibilità di scegliere due difensori su tre titolari di assoluto livello (Kjaer, Tomori e Kalulu) e un quarto, Matteo Gabbia, in costante crescita. Si vorrebbe completare un reparto con un profilo di livello senza dover fare un investimento immediato, posticipandolo, nel caso, in futuro.
Uno scenario del genere, evidentemente, potrebbe mettere nelle condizioni il Tanganga e Diallo di turno con i loro rispettivi club di riflettere sulla questione e dire:
“Con una rosa composta già da tre titolari importanti, che margine di presenza posso avere? E io club, chi mi garantisce che il mio giocatore venga riscattato il prossimo anno?”. Da qui la richiesta di vincolare il prestito del calciatore con un obbligo di riscatto.
Tutto corretto e legittimo ma al momento il Milan riflette consapevole di avere comunque una difesa di livello. Se ci sarà un’opportunità (tecnica ed economica) fino alla fine del mercato la si prenderà in considerazione. In caso contrario, si è già competitivi così.
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