Giacomo Bonaventura ha parlato dal ritiro della nazionale Italia del suo momento alla Fiorentina e del suo passato al Milan
Giacomo Bonaventura è un perno centrale nel gioco della Fiorentina di Vincenzo Italiano. A 34 anni, l’ex Atalanta e Milan riesce ancora ad essere assolutamente decisivo e si è calato al meglio nel gioco dell’allenatore ex Spezia. Le sue convincenti prestazioni gli sono valsi anche la chiamata in Nazionale, che mancava da molti anni. Proprio dal ritiro a Coverciano, Bonaventura ha parlato ai microfoni di Rai Sport. Tanti i temi toccati, soprattutto tra Fiorentina e Milan. Le due squadra, tra l’altro, si sfideranno nel prossimo turno di Serie A. Al rientro dalla sosta, infatti, i viola saranno ospiti dei rossoneri a San Siro sabato 25 novembre, alle ore 20:45.

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“Il gioco di Italiano è adatto alle mie caratteristiche”
Sul gioco di Italiano a Firenze e sul suo contributo nella convocazione con la nazionale: “Molto, il suo gioco è molto adatto alle mie caratteristiche. Fin dai primi allenamenti abbiamo capito che poteva dare tanto alla squadra, poteva valorizzare le nostre qualità. E in questi anni è stato così, per il calcio che sta facendo e i risultati che sta ottenendo. Io leader a Firenze? Con l’esperienza si prendono anche più responsabilità e queste ti fanno crescere, ti fanno diventare più forte caratterialmente”.
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“Al Milan non c’era la stabilità che c’è ora”
Sull’importanza della fiducia dell’ambiente nella Fiorentina: “Quando si gode della fiducia di tutti è più facile. Anche al Milan però ho sempre giocato titolare, a parte quando ho avuto qualche problema fisico. Anche lì sono stato bene, poi se non sono riuscito a esprimermi come sto facendo adesso è anche un po’ colpa mia. Sono maturato un po’ più tardi ma ora sto bene, sento la fiducia di tutti”
Sul suo periodo al Milan e sulla decisione di dare a Bonucci la fascia da capitano invece che a lui: “Ci furono tanti cambiamenti e quando non c’è una stabilità come oggi alla Fiorentina è difficile esprimersi. Ci furono tanti cambiamenti e non fu facile. Quando una società si stabilizza con una proprietà, un allenatore e un gruppo di calciatori è tutto più facile”.
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