Intervistato dal Corriere della Sera, il Presidente della FIGC Gabriele Gravina, ha lanciato l’allarme sul mondo del calcio. Queste le sue parole: “Questo mondo, così come è strutturato, rischia di implodere. I numeri sono devastanti. Il calcio deve essere messo in sicurezza. Le modifiche sono ispirate dalla volontà di rendere più stabile e meno indebitata l’area professionistica attraverso un piano di 4-5 anni. Il ruolo della Federazione è di agire in ottemperanza alla Legge 91 dell’81, che le impone di verificare le condizioni necessarie alla continuità aziendale dei club. Bisogna aumentare i ricavi e tenere sotto controllo i costi”.
Sui problemi con la Lega Calcio: “Aggredito dalla Lega Serie A? Non mi sento aggredito, almeno non dalla maggioranza dei presidenti. Forse solo da qualcuno che non riesce a esercitare il suo potere. La verità è che tensioni ce ne sono sempre state, ma finiscono con indebolire la leadership. Chi urla non è e non può essere un leader. Spero che la Lega sia in grado di darsi in fretta un presidente forte, capace di fare sintesi e che permetta al calcio italiano di recuperare il gap esistente con gli altri Paesi. Cosa chiedo? Meno litigi e più rispetto nei confronti della Figc e delle altre componenti”.
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Sulle riforme del mondo del calcio: “Statuto? I principi che chiamo riformatori sono fondamentali per combattere l’immobilismo della Lega che è costato già due presidenti di qualità come Micciché e Dal Pino. Servono per dare una svolta al nostro mondo e combattere il conservatorismo. Devo essere fiducioso perché la Lega di serie A regge tutto il movimento. Sono preoccupato e anche parecchio. I risentimenti personali di certi presidenti non devono intaccare l’esigenza oggettiva di un sistema che va riformato”.
In vista dei play off per la qualificazione al prossimo Mondiale, e c’è fiducia o preoccupazione: “La posta in palio è altissima e sappiamo che il percorso è ricco di insidie. Purtroppo ci siamo complicati la vita da soli. Però ho fiducia. Non posso pensare che la Nazionale capace di arrivare sul tetto d’Europa abbia smarrito il senso dell’essere squadra. Mancini, con il nostro aiuto, sarà bravo a centrare un’altra impresa. Chiedo entusiasmo e positività. Così ci vedremo tutti in Qatar”.
Conclusione dedicata a come il mondo del calcio sta reagendo alla guerra: “Come sta reagendo lo sport all’invasione della Russia in Ucraina? Mostrando una compattezza mai esistita prima. Il calcio è un fenomeno di aggregazione sociale formidabile, basti considerare che abbiamo 211 Federazioni contro i 193 Paesi associati all’Onu. Ci siamo mossi compatti e coerenti, urlando a gran voce il nostro no alla guerra”.
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