Intervistato dal Corriere della Sera, il tifoso rossonero Fabio Volo ha parlato della supersfida europea tra Milan e Inter, tra idoli e scaramanzie.

Fabio Volo tra Milan e… Brescia
«Grazie per la domanda, così spiego una volta per tutte. Io da bambino sono stato subito per il Milan, passione trasmessa da un vicino di casa. Poi crescendo ho iniziato a frequentare la Curva del Brescia. Non ho mezze misure. Allora a uno dei capi ultrà ho confessato “guarda che io tifo anche per il Milan”. Mi ha picchiato? No, no mi ha risposto che con i rossoneri erano gemellati, quindi la simpatia per il Milan andava bene. Se la passione fosse stata per l’Inter o la Juve sarebbe stato un problema».
Sugli idoli rossoneri d’infanzia
«Ho iniziato con la squadra di Hateley, Wilkins, Blissett. Seguivo il Milan ancora quando c’era il presidente Farina. Ma sa che ho ancora nitido in mente il ricordo di quando Berlusconi rilevò la società? Ero all’oratorio. Iniziò a girare la voce che un miliardario aveva comprato il club».
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Lei però ha ricominciato a seguire la squadra allo stadio di recente, giusto?
«Quando sono venuto a Milano a lavorare ho smesso di andare a San Siro. Poi due anni fa ho portato i miei figli che hanno uno 8 e l’altro 10 anni, Gabriel e Sebastian, allo stadio. Loro si sono divertiti, e a me si è riaccesa la passione. Morale, seguo il Milan anche in trasferta. Mi ritrovo la sera a guardare i dibattiti su Telelombardia, veda lei… La verità è che siccome mio papà non mi aveva mai condotto allo stadio, volevo condividere con i miei bambini un’esperienza. Quando hanno letto l’intervista in cui Mbappé diceva che in Italia avrebbe giocato solo per il Milan sono impazziti. Poi secondo me si divertono allo stadio perché possono bere la Pepsi che a casa è vietata».
Fabio Volo sul giocatore del Milan preferito ai tempi e… oggi
«Mi piacciono tutti. Diaz quando è in giornata, Tonali che è dappertutto, Calabria bresciano come me, Theo una goduria da vedere. Più che altro mi piacciono i titolari, perché a dircela tutta quando Pioli si gira verso la panchina non è che trova tutte quelle risorse che invece ha a disposizione Simone Inzaghi. Io c’ero a Bologna, con le riserve è proprio tutta un’altra squadra. Da ragazzino avevo il bandierone e il cappello con le trecce, quello iconico dell’era Gullit. Come adesso impazzisco per Leao, all’epoca c’era Donadoni che mi piaceva. E poi considerando che giocavo da centrale difensivo, ovviamente apprezzavo Baresi».
Cosa teme dell’Inter?
«Il c**o. Porca miseria, tutti quelli che erano in letargo si sono svegliati. Bastoni e Barella sono in grande condizione, si sta riprendendo anche Lukaku. E non nomino Lautaro che è il più forte di tutti».
Fabio Volo sulla scaramanzia a Radio Deejay
«Allora le dico questa. Nel week-end della finale di Istanbul è in programma la festa di Radio Deejay a cui ovviamente tutti dobbiamo partecipare. Il palinsesto è ancora in fieri perché se l’Inter andrà in finale Nicola Savino e Alessandro Cattelan, che vorranno seguire la squadra in Turchia, si esibiranno domenica sera alla festa. Altrimenti se passa il Milan ci vado io a Istanbul. Se il Milan passa vince la Coppa, son sicuro. Se si qualifica l’Inter invece, trionfa Carletto».
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