I grandi ex Milan parlano dell’attuale squadra rossonera: alla vigilia della Champions, alla Gazzetta intervengono Donadoni, Giovanni e Filippo Galli, Evani e Nava
Cinque grandi nomi del passato rossonero, da ex guardano al “nuovo” Milan di Stefano Pioli. Alla Gazzetta dello Sport 5 diversi virgolettati su temi diversi: le parole di Roberto Donadoni, Giovanni Galli, Chicco Evani, Filippo Galli e Stefano Nava. Quanto c’è dei loro Milan in questa squadra? Da Chukwueze a Tonali, passando per Adli e il progetto.

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5 ex Milan
Il primo a intervenire è Donadoni, che si concentra su un particolare aspetto e subito lo paragona ai suoi ricordi:
“Il Milan di oggi mi ricorda il mio, mai una polemica: squadra organizzata e con spirito di collaborazione. Pulisic mi piace molto”.
Per quanto riguarda Giovanni Galli, invece, tanti singoli e un confronto pesante:
“Il Milan è divertente. Bene Reijnders e Pulisic ma per me il vero crack può essere Chukwueze: in Liga era devastante, sembra Robben”.
Poi, l’ex collaboratore di Roberto Mancini alla guida della Nazionale si concentra sul calciomercato. Le parole di Evani:
“Bravi a sacrificare Tonali per giocatori funzionali. Li vedo protagonisti, i nuovi si sono inseriti subito: Reijnders-Loftus giocatori importanti”.
Nava sposta l’attenzione sul club:
“Progettualità intelligente: punta a rendere la squadra più solida ed europea. Leao campione se saprà essere d’esempio per il gruppo”.
Filippo Galli, infine, crede nella vittoria finale per più motivi:
“Il Milan lotterà per lo scudetto: ha qualità, personalità e idee. Adli ha un senso di appartenenza incredibile, era questo lo spirito del mio Milan”.
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F. Galli e i giovani
Proprio l’ex difensore del Milan, con particolare occhio ai giovani, qualche giorno fa aveva parlato a Radio Rossonera:
“Come si gestisce Camarda? Non c’è una ricetta preconfezionata, credo si debba fare grande attenzione a tutto ciò che gli gira intorno. Osservarlo attentamente, conoscerlo e capire chi è il ragazzo. Bisogna aiutarlo a sostenere queste pressioni, ognuno di noi vive dentro sé momenti di gioia o di difficoltà: bisogna dargli equilibrio tutti, la famiglia, gli agenti o gli amici. È tutto il contesto che fa la differenza”.
Poi, sull’esordio di Bartesaghi in Milan-Verona:
“È giusto vivere delle emozioni per il suo debutto, è un ragazzo del settore giovanile. Il suo è un percorso molto lungo. Credo sia stata una giornata che non dimenticherà, ma speriamo avrà un seguito. Lo auguro ai milanisti e alla società. Speriamo di poter contare su di lui. Se mi è piaciuto? Ma sì dai, ha avuto coraggio, si è proposto…”.
“Io non sono uno scout, quel che ho vissuto nella mia esperienza è riuscire a notare nei ragazzi questa continua capacità di apprendere. C’è chi brucia le tappe e poi si ferma, ma essere efficaci nel gioco credo sia una delle caratteristiche che dobbiamo sottolineare in questo tipo di giocatori. Poi ne abbiamo visti tanti arrivare in fretta e non fare quella carriera che ci si aspettava. Ma non sempre la colpa è del ragazzo”.
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