Nyon ha deciso: Stella Rossa. Il 18 a Belgrado e il 25 a San Siro. Di febbraio, ovviamente.

Corsi e ricorsi storici
E sono subito ricordi belli, di un passato vincente. Due le doppie sfide sempre nella massima competizione: ottavi di Coppa Campioni 1988/1989 e terzo turno preliminare di Champions League 2006/2007. Entrambe le volte il Milan ha concluso con la coppa tra le mani. Corsi e ricorsi storici.
Era un altro Milan, ma soprattutto un’altra Stella Rossa, o Crvena Zvezda come si dice dalle parti di Belgrado. Quella del 1988 era una corazzata, una squadra che avrebbe regalato all’Europa tanti giocatori di altissimi livello, compreso quel Savicevic che ha regalato spettacolo anche in Italia.
Quella Stella Rossa che faceva molta paura in campo, quella Stella Rossa che stava portando a casa un risultato storico e che avrebbe potuto cambiare la nostra storia moderna.
Quella Stella Rossa fermata dal suo stesso clima di Belgrado, tanto che il Corriere della Sera del 10 novembre titolò “Milan, un applauso all’amica nebbia”. Nella ripetizione servirono comunque i calci di rigore che sorrisero alla squadra di Sacchi. Il resto lo conoscete meglio di me.
Stella Rossa oggi
Oggi inutile aspettarsi anche solo qualcosa di simile a quella squadra. La squadra allenata dall’ex Inter Dejan Stankovic è campione nazionale in carica e dopo metà campionato esatto guida la classifica della Superliga Serba con 9 punti di vantaggio sul Partizan senza aver mai perso una partita (16 vittorie e 2 pareggi).
E’ la squadra, tra quelle serbe, che fornisce più giocatori alla propria nazionale, ma rispetto al passato ha dato dimostrazione di andare alla ricerca di giocatori già pronti e formati anche al di fuori dei confini nazionali.
Ecco quindi che tra i giocatori più rappresentativi arrivati nella gestione Stankovic (da fine dicembre 2019) troviamo l’ivoriano Sekou Sanogo, che i biancorossi devono a breve decidere se riscattare dall’Al Ittihad, il gabonese Guelor Kanga, arrivato a parametro zero dallo Sparta Praga, e il nostro Diego Falcinelli, prelevato in prestito dal Bologna e già a 9 gol stagionali.
A loro si aggiungono due “veterani” come Richmond Boakye, una vita da pellegrini in Italia, e il nazionale delle Comore El Fardou Ben.
E’ su questa colonia straniera e sul rientrante Aleksandar Katai, numero 10 e uomo di maggior qualità di questa rosa, che Stankovic ha costruito la sua squadra.
Il modulo prediletto è il 4-2-3-1, ma nelle ultime giornate, sia in campionato che in Europa League, mister Stankovic ha provato anche a passare ad un più coperto 3-4-2-1 che contro i tedeschi dell’Hoffenheim è sembrato più un 5-3-1-1. Scelta che, almeno contro i tedeschi, ha dato i frutti sperati sigillando la porta e guadagnando il punto necessario per la qualificazione al turno successivo di Europa League.
La Stella Rossa ha, per larghi tratti, mostrato un’ottima struttura di gioco con buona produzione offensiva e grande attenzione difensiva. Certo è che nell’unica partita dove il livello si è alzato notevolmente, la prima del girone contro l’Hoffenheim, sono state messe in risalto tutte le difficoltà di questa rosa.
Il cammino europeo
Quest’anno i serbi sognavano il ritorno in Champions League, dopo la disastrosa campagna 2019/2020 (3 punti e 20 gol subiti nel girone con Bayern Monaco, Tottenham e Olympiakos).
Sogno interrottosi ai calci di rigore a Cipro. Avversaria l’Omonia Nicosia.
In Europa League si è guadagnata l’accesso ai gironi battendo senza troppi problemi l’Arat Armenia (1-2).
Ai gironi è arrivata seconda nel girone con i tedeschi dell’Hoffenheim, i cechi dello Slovan Liberec e i belgi del Gent.
Sconfitti in Germania alla prima, hanno sconfitto in goleada lo Slovan a Belgrado (5-1) e battuto due volte i belgi. Con l’impossibilità di conquistare il primo posto, hanno chiuso con due pareggi il girone chiudendo a 11 punti.
Buono quindi il percorso fino ai sedicesimi. Ora alla Stella Rossa toccherà la montagna Milan, squadra superiore e con ambizioni decisamente maggiori.
Andare a giocare a Belgrado non è mai semplice, certo è che se a febbraio lo stadio Rajko Mitic, più noto come Marakana, dovesse essere ancora vuoto, allora anche il più grande punto di forza della Stella Rossa perderebbe molto valore.
Per il Milan avversario da rispettare, ma senza dubbio alla portata e che non deve spaventare.