Il noto attore e grande tifoso rossonero, Gianmarco Tognazzi, ospite al LUNCH PRESS, ha parlato del primato del Milan, il post derby e i fischi a Kessie.

Il ritorno in radio dopo che l’ultima volta si viveva una situazione non positiva e si commentava il “tafazzismo” dei tifosi. Ora siamo primi: “Siamo primi ed è esattamente come prima. Non cambia nulla. Bisogna ragionare da due anni, partita dopo partita, non deprimendosi in maniera eccessiva quando le cose non girano bene e non esaltandosi quando le cose girano. Tanto dopodomani, metti che per caso succede una qualsiasi roba in una prossima partita, risaltano fuori come i funghi. Quindi è inutile. Il calcio va, secondo me, vissuto in maniera più tranquilla, più attenta e non necessariamente sempre andando agli eccessi”.
Se la vittoria nel derby ha cambiato qualcosa psicologicamente tra Milan e Inter: “Comunque bisogna analizzare partita per partita per questa è la mia filosofia e fortunatamente è quella del nostro allenatore. Sono tranquillo. Penso sia la strada giusta concentrarsi su se stessi e non guardare gli altri. Non lo so se il derby ha cambiato psicologicamente gli equilibri. Sicuramente potrebbe cambiarlo il derby di andata e ritorno in Coppa Italia. Questo perchè se fai un’ottima prestazione, cosa che il Milan non ha fatto nei primi 70′ del derby di campionato a prescindere dal risultato, a livello psicologico per loro, dopo aver subito il contraccolpo del derby di campionato, potrebbe incidere sul nervosismo. Se il Milan avesse i 4 punti tolti o almeno 2, oggi non parleremo di una classifica provvisoria ma reale per quelli che sono i meriti del campo e non quelli che sono del VAR e degli arbitri. Mi riferisco al fuorigioco geografico contro il Napoli e gli ultimi 5 minuti di Milan-Spezia che entreranno nella storia come il gol di Muntari. Io spero di no ma è molto probabile che alla fine del campionato peseranno in maniera determinante”.
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Per avere ripercussioni sul campionato, che risultati dell’Inter speri in Champions: “Stasera mi guardo una serie tv. Io guardo solo in casa mia. Partite, calciomercato, non mi interessa. Gli altri li prendo in considerazione solo quando ci gioco contro”.
I fischi di San Siro a Kessie: “Ognuno ha ciò che si merita. Poteva stare zitto la scorsa estate. Nessuno è obbligato a firmare un contratto quando bacia la maglia … ognuno è libero di dire le cose ma anche di prendersi le responsabilità. Non puoi dare 18 versioni come ha fatto Gigio nell’ultimo anno dicendo di tutto e il contrario di tutto e non puoi dire, torno a Milano e sistemo le cose e poi fare questa manfrina perchè è normale che il pubblico si stizzisce. Se tu non dici nulla e poi prendi le tue decisioni … va bene ci saranno tifosi che la prenderanno male. Andato via Kessie ce ne sarà un altro. Andato via Donnarumma è arrivato Maignan. Io ho fiducia in quello che fa Paolo Maldini, Massara, Moncada”.
Tra i meriti della dirigenza c’è Leao: “Devo fare il mea culpa. Ma ho anche detto che ci doveva essere un cambio in un ragazzo così giovane. La maturità non la compri a scuola. L’esperienza come la maturità è una cosa che arriva, prima o dopo. Lo stesso discorso fatto su Calabria, Gabbia, Kalulu … bisogna avere pazienza. Poi è vero che arriva un momento, vedi Niang, dove tu quello scatto non lo fai. Ma per Leao è evidente quello scatto e cambiamento mentale che ha fatto si che quella potenzialità diventi qualche cosa che viene espressa”.
Il Milan è l’unica società ad aver aumentato i ricavi in periodo Covid: “Questo è un obiettivo della società. Capisco che essere una società sana è qualcosa che manda fuori di testa le persone che piuttosto di vincere preferisco avere un milione di debito. Io quando ho mezza lire di debito, mi sento in difetto. Ma è un mio modo di vivere la correttezza e l’onestà per poter andare a testa alta e non come quelli che vanno a testa alta fregiandosi di scudetti di cartone o altro”.
Un’opinione sulla notizia di Belotti al Milan: “Se verrà ben venga e si può fare a quelle che sono le condizioni che ci permette la nostra situazione. Se non sarà così ci sarà un altro. Belotti non deve piacere a me ma all’allenatore che sa cosa serve alla squadra”.
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