il 27/05/2022 alle 09:55

ESCLUSIVA – La situazione economica-finzanziaria del Barcellona e un confronto tra Milan e Inter

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Considerato il periodo storico, che vede il Milan vicino alla cessione a Red Bird che ha vinto il testa a testa con Investcorp per la maggioranza delle quote, Radio Rossonera ha analizzato la situazione economica-finanziaria del Barcellona e ha stilato un confronto tra il Club di via Aldo Rossi e l’Inter.

Prima di entrare nel dettaglio, ribadiamo che siamo a un passaggio storico per il Milan anche sul fronte societario. Il gruppo di Gerry Cardinale, che gestisce oltre 6 miliardi i dollari di capitale principalmente nei settori: TMT (Tecnologia, Media e Telecomunicazioni) Servizi finanziari, Consumer e Sport, ha riconosciuto il grande lavoro svolto da Gazidis, Maldini e Massara, dunque, non ci dovrebbe essere alcuna rivoluzione.

LA SITUAZIONE ECONOMICA–FINANZIARIA DEL BARCELLONA E UN CONFRONTO TRA MILAN E INTER

I blaugrana vendono i propri asset e negoziano una ricapitalizzazione di 1 miliardo di Euro. Come sono messe le due squadre milanesi?

Riporta il quotidiano spagnolo Marca che il Barcellona sarebbe al lavoro per cedere al consorzio di investitori formato da Investindustrial e Fanatics, previa approvazione dell’operazione da parte dei suoi ca. 144.000 soci, il 49% della sua controllata Barça Licensing & Merchandising (che gestisce le attività nel merchandising, nel digitale e nell’academy) per ca. 200 milioni di euro.

Inoltre, secondo la stampa catalana, sempre il Barcellona sarebbe in trattative anche con Cvc, Goldman Sachs e il fondo di venture capital All Sports Finance per finanziare una ricapitalizzazione totale da 900 milioni di euro.

Queste operazioni arrivano in un momento di grave difficoltà per il club catalano che ha un debito lordo di ca. 1,170 miliardi di euro (di cui oltre 260 milioni con le banche), e di ca. 480 milioni netti, con tutte le conseguenze che si possono immaginare sul suo futuro sportivo più immediato (innanzitutto sul calciomercato ed il monte ingaggi).

Ma vediamo come stanno le due squadre milanesi, sulla base dell’ultimo bilancio approvato e delle notizie più recenti e se è possibile fare qualche parallelo.

L’AC Milan (bilancio consolidato) ha chiuso l’esercizio 1/7/2020 – 30/6/2021 con ricavi di ca. 260 milioni di euro, una perdita di ca. 96 milioni di euro e debiti per 125 milioni di euro che, dopo l’operazione di cessione (in c.d. “lease back”) dell’immobile dove è ospitata “Casa Milan”, si sarebbero ridotti a ca. 80 milioni di euro.

Il bilancio al 31/12/2021, dopo il primo semestre del corrente esercizio, ha registrato – come dichiarato dalla società – un utile di 3 milioni di euro. Un risultato tanto positivo quanto inatteso.

Si può dunque stimare che i ricavi 2021-2022 siano proiettati verso i 300 milioni di euro, con un debito stabile a ca. 80 milioni di euro (come pare implicitamente confermato dall’offerta fatta da Investcorp, poi rigettata, di 1,180 miliardi di euro) e probabilmente un risultato di esercizio al 30/6/2022 che, per prudenza, vogliamo stimare in una perdita di 30-40 milioni.

Club fresco campione d’Italia (lo scudetto vale un incremento dei premi di poco meno di 10 milioni di euro rispetto al secondo posto dell’anno scorso), che ha già registrato già nel corso dei primi mesi del 2022 l’aumento di sponsor e dei relativi ricavi. La vittoria in campionato vale inoltre gli ulteriori premi concordati a suo tempo con gli sponsor esistenti, taluni dei quali premono per la rinegoziazione e l’allungamento dei contratti a valori certamente più elevati (pare, innanzitutto, il “jersey sponsor” Emirates e lo sponsor tecnico Puma i cui contratti scadono nel 2023).

Il bilancio del Milan, negli ultimi 3 anni di gestione Elliot, è già stato sottoposto a un’approfondita pulizia, con perdite cumulate di ca. 440 milioni di euro, prontamente ripianate dalla proprietà, che ha già snellito il monte ingaggi (che certamente risalirà, ma con la nota ragionevolezza e misura) e è già stato alleggerito delle immobilizzazioni immateriali (ca. 160 milioni di euro al 30/6/2021) dei diritti pluriennali alle prestazioni dei giocatori che, assieme alla durata dei contratti ed al tempo in cui tali diritti sono “spalmati”, determinano la quota degli ammortamenti che pesano sul conto economico della società ogni anno.

Insomma, l’evoluzione della situazione economico finanziaria del Club rossonero, quasi “miracolosa” nei tempi attuali (considerando l’impatto del COVID), è da considerare ampiamente positiva, con prospettive (gli analisti finanziari le chiamano “outlook”) rosee grazie ad una solida struttura patrimoniale, a ricavi in forte crescita e ad una capacità di controllo dei costi ampiamente dimostrata.

E con tutta la tifoseria rossonera che ha imparato ad apprezzare una gestione del Club improntata ai criteri di equilibrio, sostenibilità e progetto (giovane) di lungo periodo.

Veniamo adesso ai conti del F.C. Internazionale, che ha chiuso l’esercizio 1/7/2020 – 30/6/2021 con ricavi di gruppo di ca. 360 milioni di euro, immobilizzazioni per i diritti pluriennali dei calciatori

per 309 milioni di euro (con il relativo gravame degli ammortamenti annuali) ed una perdita di 245,6 milioni di euro.

Ricordate quando gli interisti strabuzzavano gli occhi per la perdita di 194 milioni del Milan nel 2020?

Considerando, poi, il triennio 2019-2021, l’Inter ha accumulato perdite per 396,4 milioni di euro, non molti meno dei 440 milioni del Milan nello stesso periodo, frutto però questi ultimi di una politica di profonda “pulizia del bilancio” che sulla sponda nerazzurra è di là da venire.

E infatti la perdita 2021 del biscione è stata coperta con la cessione di 2 top player come Hakimi e Lukaku nella sessione estiva di calciomercato (totale ricavi 179,5 milioni) ed immissione di ulteriore liquidità da parte della proprietà che, a sua volta, si è indebitata con il fondo americano Oaktree per 275 milioni di euro (più interessi, certamente superiori al 7%) in cambio del pegno sulle azioni detenute da Suning attraverso la holding lussemburghese Great Horizon Sarl (68,66% del capitale).

Per inciso, non tutto il danaro ricevuto da Oaktree è andato nelle casse dell’Inter, ma solo 240 milioni, mentre 35 milioni sono rimasti nella disponibilità del presidente Zhang…mentre in Cina la capogruppo Suning veniva salvata dalla bancarotta grazie all’intervento di un fondo statale che, iniettando 1,3 miliardi di dollari di liquidità, ha acquisito il 17% del gruppo.

Sembra di rivivere i tempi in cui Yonghong Li riceveva ossigeno finanziario da Elliot (e conosciamo il felice epilogo) e gli interisti, sfottendo i tifosi milanisti, si vantavano della solidità del gruppo Suning (che però, alla prova dei fatti…).

In ogni caso la situazione debitoria dell’Inter al 30/6/2021 risulta molto pesante: ai 721 milioni di euro di debiti lordi (di cui 150 milioni verso altri club per calciomercato) e 520 milioni di debiti netti (tra i crediti anche 72 milioni per cessioni di giocatori) si devono sommare i 415 milioni di euro di obbligazioni (scadenza 2027, tasso d’interesse annuo del 6,75%) emesse dalla controllata Inter Media and Communication, per un’esposizione debitoria di gruppo pari a quasi 1 miliardo di euro.

Per dare una visione prospettica, quando Elliot acquisì l’AC Milan, escutendo il pegno delle azioni di Yonghong Li (rappresentative del 99,93% del capitale), si accollò ca. 210 milioni di debiti.

Come si vede, la distanza tra i due Club è siderale.

Non basta, l’Inter non ha comunicato il risultato di bilancio dei primi 6 mesi dell’esercizio 2021-2022, limitandosi a precisare che si attende di chiudere con una perdita al 30/6/2022 almeno dimezzata (passivo di 100-120 milioni?) rispetto all’anno scorso. Tuttavia, dalle informazioni ufficiali fornite dalla controlla Inter Media nel febbraio 2022 per l’emissione dei 415 milioni delle citate obbligazioni, si scopre che nel periodo luglio-dicembre 2021 i ricavi di gruppo si sono contratti a 130 milioni (202 milioni nello stesso periodo del 2020).

Allora, facendo una “botta di conti”, per dimezzare a giugno del 2022 le perdite del 2021 (120 milioni da trovare), se ti mancano 70 milioni di ricavi in un solo semestre (e non consideriamo la sessione di mercato di gennaio scorso), quanti milioni di costi devi tagliare? Oppure, quali corpose plusvalenze da c.d. “player trading” (do you remember Lukaku e Hakimi?) devi fare? Sarà sufficiente la sola vendita di Bastoni (si parla di 60 milioni…mah), come si racconta in questi giorni, parte dei quali – dicono i soliti informati – dovrebbero essere reinvestiti nella sessione di calcio mercato estivo, senza dimenticare i bonus alla firma di Dybala, che i soliti ottimisti dicono abbia già preso le misure della divisa ufficiale nerazzurra?

Ma soprattutto, e così ci ricolleghiamo all’inizio di questo nostro ragionamento, se il Barcellona (il Barcellona!) vende il 49% della propria controllata Barça Licensing & Merchandising per 200 milioni e poi si impegna per un ricapitalizzazione di 900 milioni, con 480 milioni netti di debiti, quanti soldi devono reperire gli azionisti dell’Inter (Zhang Kangyang, alias Steven, in testa, oppure l’immaginifico “cavaliere bianco” che volesse acquistare il club nerazzurro), e in fretta, che di debiti netti ne hanno di più, per riportarlo in equilibrio? Non basta.

Se (e sottolineo se) l’Inter troverà presto le ingenti risorse finanziarie necessarie, bisognerà che il Club passi per una rigorosa cura dimagrante, riorganizzando la struttura manageriale e sportiva. Ma non tutti sono Elliot, Ivan Gazidis, Paolo Maldini, Ricky Massara e Geoffrey Moncada, senza dimenticare Stefano Pioli, il suo staff e il fantastico gruppo di giocatori (il più giovane per età media)…

Campione d’Italia 2021-2022!

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photocredits: nuovostadiomilano.com

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