L’inviato di Sky Sport Peppe Di Stefano ci ha raccontato in esclusiva le sue sensazioni dopo i primi giorni a Milanello
Nel corso del nostro consueto appuntamento con il Talk, in onda dal lunedì al giovedì dalle 16 alle 17, è stato nostro ospite l’inviato di Sky Sport per il Milan Peppe Di Stefano. Il giornalista ci ha raccontato le prime sensazioni da Milanello dopo il raduno e la conferenza stampa di Loftus-Cheek. Peppe Di Stefano ha anche espresso la sua ide sul futuro del Milan.

Sensazioni dopo il raduno di ieri e dopo la conferenza di oggi di Loftus-Cheek:
“Loftus-Cheek mi ha fatto un’ottima impressione: determinato, carico. Ieri abbiamo visto Pioli provare il 4-3-3 in allenamento. Oggi Loftus-Cheek ci ha datto capire che il Milan almeno partirà con l’idea del 4-3-3. Il ragazzo è molto educato, ma grintoso. Fisicamente è tanta roba, classico assaltatore di spazi, un giocatore alla Anguissa per intenderci. Non è statico come Bakayoko, è molto più dinamico: un gran bell’acqusito. Ieri forti sentimenti: la gente non ha bocciato ma non ha promosso niente. I tifosi sono in attesa di capire quello che sarà la squadra, la guida tecnica (inteso come direzione generale), quello che sarà il percorso di questa squadra. Non sono uno o due acquisti che risolvono un problema. Ieri c’era un po’ di malinconia, nell’aria c’era qualcosa di strano. Poca gente, tolta la curva secondo me non c’erano più di 200/300 persone, ma gli ultras hanno fatto la differenza, ma ricordo raduni più caldi. Ma credo che anche in società sappiano di questi sentimenti della gente. Tutti verremo giudicati in base ai risultati, e così anche la dirigenza, ma non solo dal mercato. Questo è un nuovo Milan, un altro mondo, un altro modo di lavorare: solo il tempo ci dirà se in meglio o in peggio. C’è stato un cambio di politica, ma adesso, anzi da ieri, conta il campo. Paolo Maldini era per tutti, tifosi e addetti ai lavori, la certezza che qualsiasi cosa sarebbe poi andata nel verso giusto, perché lui non voleva il bene del Milan, ma il meglio del Milan. Io credo che chi è alla guida ora del Milan voglia la stessa cosa. Soprattutto adesso il Milan è diventato sempre più azienda e sempre meno cuore, è chiaro che servano risultati. E credo che l’obiettivo della dirigenza sia questo, i risultati sul campo“.
Cosa ti aspetti sul centrocampo?
“Mi aspetto tanti acquisti. Se il Milan dovesse giocare a tre come credo, dovrà comprare un regista, che può essere Reijnders. Da quello che ho sentito ieri qui a Milanello l’idea è quella di utilizzarlo da playmaker davanti alla difesa, un po’ alla Jorginho, con Loftus-Cheek da una parte e magari Krunic dall’altra, limitandomi ovviamente alla rosa attuale. Così possono essere riabilitati in termini tecnici giocatori come Adli, che in un centrocampo del genere può fare bene. Il 4-3-3 ti consente di avere un play, un centrocampista più offensivo e uno più difensivo. Per me tecnicamente il centrocampo perfetto era Pirlo, Gattuso e Seedorf: un regista, un giocatore di rottura e uno di costruzione. Credo accadrà una cosa del genere anche nel Milan: Loftus-Cheek più offensivo, un regista e un altro giocatore a fare legna (che può essere uno come Krunic o uno dei tanti nomi usciti o che usciranno)“.
Pioli può ripartire quest’anno da zero o si porterà dietro alcune idee dalla scorsa stagione?
“È un anno nuovo anche per lui. Continua a dire che il suo ruolo non è cambiato, ma si è modificato tutto il mondo intorno a lui. Non in meglio o in peggio, ma in maniera importante. E come in ogni cambiamento, dobbiamo riprendere tutti la giusta dimensione, le misure. Il problema del Milan dello scorso anno è stato quello della rosa corta, e alla fine le tante partite hanno pesato, almeno io la vedo così. A livello tattico, inoltre, dopo 3 ani di 4-2-3-1 il Milan lo consocevano tutti. Bloccate le fonti di gioco sulla sinistra spesso bloccavi il Milan. Chiaramente quest’anno devi inventarti qualcosa di diverso. Mi sono fatto un’idea: Pioli fino a 5 anni fa era un’allenatore da centro calssifica. Adesso ha dimostrato di essere perfetto per un club che dal medio-alto livello vuole tornare al top, cosa complicatissima. Io sono convinto che se allora avessi messo sulla panchina del Milan un allenatore di primissima fascia non avrebbe fatto bene come ha fatto Pioli. Però adesso è un nuovo esame. Prima qualunque cosa andava bene. Adesso il Milan è a molto alto: tre anni consecutivi in Champions, la semifinale dello scorso anno… Devi rimanere sempre in alto adesso, devi proporre qualcosa di diverso. Se Pioli supera questo esame diventa un allenatore non di fascia alta, ma di primissima fascia. E io gli auguro tutto ciò, perché è una persona per bene, straordinaria a livello umano e a livello tecnico, penso che senza di lui, Maldini e Massara il Milan di 4 anni fa non sarebbe mai diventato quello che è oggi. Pioli merita di stare al Milan, ma adesso tocca a lui. Ieri ho visto Pioli molto concentrato: ha capito che è un Milan diverso e anche lui deve cambiare. E non concordo con tutti i tifosi che vorrebbero Pioli fuori dal Milan. Io credo che il bilancio ad oggi di Piolo al Milan non sia positivo, sia eternamente positivo. Adesso serve fare qualcosa di diverso, ma lui è il primo a saperlo. Ieri ho apprezzato la sua umiltò, tipo quando ha ammesso l’errore su Kalulu. Questa sua umiltà sia sinonimo di intelligenza. Il Milan sta diventando meno italiano e più internazionale, ma io sono molto curioso, non sono né ottimista né pessimista“.
Tra i vari indicati per andarsene, qualcuno potrebbe rimanere?
“Secondo me Rebic, Origi e Messias andranno via. Ma il Milan deve farlo adesso, deve fargli capire che sono fuori dal progetto. Così loro capiscano, metabilizzano la decisione della società e accettano il trasferimento. Altrimenti rischi che all’ultimo rifiutano la destinazione e te li ritrovi in casa. Non è un problema di base, ma numericamente fai confusione. Su De Ketelaere non saprei. Mi sembra ci sia sempre più pessimismo attorno a lui, e l’acquisto di Pulisic… Credo che se si dovesse trovare una soluzione economica per la cessione si farà. Io resto sempre con il rimpianto”
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