il 02/05/2022 alle 18:30

ESCLUSIVA – Mastroianni: “Oggi c’è più bisogno di vincere rispetto al 2007”

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Nel corso della puntata odierna del nostro Talk, è intervenuto ospite della trasmissione Guglielmo Mastroianni. Con il giornalista di Mediaset abbiamo toccato molti temi. Queste sono state le sue parole ai nostri microfoni.

Avendo vissuto le emozioni dal vivo in Lazio-Milan, come è stato il sostegno per la squadra da parte del tifo rossonero? “L’Olimpico è stato totalmente dominato dai tifosi del Milan, obiettivamente si sentivano solo loro. Una cosa devastante. Tra l’altro erano sparsi per tutto lo stadio, io confesso di essere andato con un collega laziale. Nel primo tempo mi ha consigliato di non esultare nel caso di gol, io non ero mai stato in trasferta in un settore non dedicato agli ospiti, così al gol di Giroud sono rimasto impassibile, glaciale. Mi sono meravigliato di me stesso. In quel momento mi sono reso conto che attorno a me hanno esultato tutti. Addirittura avevo 3 ragazzi dietro venuti da Milano”.

Sulla partita contro la Fiorentina: “Ieri ho rischiato di sentirmi male. Ho sofferto tantissimo, quando ho visto che mancavano 10 minuti alla fine ho pensato: gliel’abbiamo regalata di nuovo. Poi abbiamo segnato e ho cacciato degli urli anche antipatici da ascoltare: ho scaricato tutta la tensione. Su quella palla in area al 94′ credo di essere collassato sul divano, ieri è stato qualcosa di meraviglioso. Prima della partita ho mandato un messaggio ad un noto tifoso milanista scrivendogli: ce lo meritiamo noi. Lui mi ha risposto ‘calma’. Dopo la partita ci siamo scambiati un ‘ti voglio bene’ affettuoso. Due persone che avevano perso una quindicina di anni di vita”.

Torna poi sui tifosi: “Quello che c’era nel cuore ieri è tutt’altra roba rispetto a quel che c’era nel 2007 (il riferimento è a Milan-Manchester United di Champions League, ndr). Venivamo dall’epoca d’oro, ci sentivamo invincibili e nell’elite del calcio mondiale. Adesso sono 10 anni che non vediamo il paradiso, a parte quel meraviglioso bagliore di Doha. C’è più fame, più rabbia, più voglia: c’è più bisogno di vincere. Nel 2007 potevamo anche perdere, essere eliminati e starci male, ma avevamo la certezza che l’anno dopo ci avremmo riprovato. Veniamo da 10 anni di pane e acqua. Se a 7 passi da te c’è una tavola imbandita ti ci avvicini con molta più voglia e fame rispetto a quanto facevi nel 2007. Questa credo sia la differenza tra lo stadio di ieri e quello di 15 anni fa”.

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Prima partita dopo lo scivolone dell’Inter a Bologna: “Serviva vincere per rivendicare questo scudetto. Spero che la vittoria contro la Fiorentina serva ai giocatori per capire che lo scudetto si può vincere”.

Sugli episodi arbitrali: “In un paese normale noi ieri avremmo già festeggiato lo scudetto. Non è un discorso di compensazioni, ieri ho visto un giocatore della Fiorentina abbattere un compagno e l’arbitro fischiare fallo in suo favore. Quando ho visto quella scena ho pensato che fossimo nel metaverso. E’ dall’inizio del campionato che quando un giocatore sbraccia si dà il giallo. Ieri abbiamo visto che non è così. Il fallo di Ikoné su Leao è una roba allucinante, lui entra sulle gambe e poi prende il pallone. E’ da scuola arbitrale che quello è rigore. Per l’ennesima volta alcune cose sono incomprensibili, poi quando vedo il gol di Acerbi contro lo Spezia capisco. Io non ho mai pensato alla malafede degli arbitri, perché altrimenti lascerei perdere. Sarebbe come vedere il wrestling. Ieri mi sono convinto che abbiamo una classe arbitrale mediocre, che non è in grado di compiere la missione che gli è stata affidata”.

Sulla politica del Milan: “Non è che il Milan non deve vincere il campionato perché è il Milan. Ma perché la politica che ha portato avanti in questi anni va contro tutte quelle servite negli anni alle squadre per vincere il campionato, e sulle quali hanno marciato tutti. Il Milan sta rischiando di vincere un campionato a costo zero. Non può essere simpatico a nessuna delle altre squadre, perché altrimenti il Sassuolo non ti può chiedere 60 milioni per i suoi giocatori. Perché il sistema calcio rimanga in piedi bisogna pagare Milinkovic-Savic 100 milioni. E se poi arriva il Milan, che con 4 euro e 50 vince il campionato, demolisce le fondamenta di tutto quanto il sistema. Lo abbiamo visto con la politica dei rinnovi. Il Milan è stato gestito come un’azienda”.

Cosa ne pensi della nuova proprietà e di ciò che sta succedendo? “Aspetto di vederla. In questo momento fantasticherei e non me la sento. Faccio solo una considerazione: qualora la trattativa dovesse concludersi per il meglio a 1 miliardo e 180 milioni, se c’è qualcuno che investe questi soldi evidentemente ha intenzione di metterne altri. Altrimenti sono buttati”.

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